La ricerca di una società privata sul mercato degli affitti scatta la fotografia di una città ormai accessibile solo alle poche persone che possono permettersela: non può funzionare.
Le ricerche finanziate, realizzate o promosse dalle aziende sono sempre da prendere con un po’ di cautela, gli interessi della proprietà non necessariamente coincidono con il rigore statistico e con quelli di una corretta informazione. Pur tenendo a mente questa premessa, è difficile non fare un salto sulla sedia leggendo il costo medio dell’affitto una camera singola in città stimato da una recente ricerca della società di consulenza Maiora Solutions: 791 euro in camera singola, con un incremento del 23% rispetto a un anno fa. Più della metà dello stipendio della maggioranza dei lavoratori full time. Una barriera che esclude dalla possibilità di vivere a Bologna non solo moltissime/i studenti, ma anche gran parte delle persone che potrebbero trovarvi lavoro, considerata la stagnazione dei salari.
Un appartamento intero, poi, sembra davvero un lusso. Un monolocale vale sul mercato 1388 euro (+15%), un bilocale 1305 (+2%), un trilocale 1767 (+33%). Un tempo accogliente, ribelle e proletaria, la Bologna che emerge da questo quadro è una città per le poche persone che possono permettersela. È evidente che non può funzionare: dove dovrebbe vivere chi fa i lavori che permettono alla città di andare avanti, a partire da sanità, cura, istruzione e servizi?
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