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“Cercare casa è una follia”, occupazione con tende a The student hotel

Ieri sera azione simbolica delle/gli studentesse/i di Split: “La situazione abitativa a Bologna, per la comunità studentesca, e non solo, ha raggiunto dei livelli disumani”. E in Ateneo, oggi, lo sciopero con presidio di Usb e Cub: “Il personale vuole risposte concrete e urgenti”.

18 Novembre 2021 - 10:51

Occupazione simbolica dell’atrio di The student hotel, ieri sera, da parte delle/gli studentesse/i di Split, con tende campeggio e cartelli: “È ormai novembre, mese in cui si potrebbe dire ‘les jeux sont fait’. A questo punto dell’autunno, la folle ondata di ricerca di casa giunge a un suo (almeno apparente e momentaneo) picco, in cui: qualcun ha forse avuto la ‘fortuna’ di trovare un tetto sotto cui stare, qualcun altr si sta ancora arrangiano nei modi più improbabili pur di non abbandonare la ricerca di casa e chissà quant però sono stat costrett a tornare nelle proprie città rinunciando alla prospettiva di una vita universitaria”, è il comunicato diffuso per segnalare l’azione. “Non crediamo che tutto ciò sia una fatalità. La situazione abitativa a Bologna, per la comunità studentesca, e non solo, ha raggiunto dei livelli disumani- scrive Split- in un contesto ancora più precario per gli effetti di due anni di pandemia. I prezzi delle camere non tengono minimamente conto delle fragili possibilità economiche di chi si accinge a vivere Bologna, ed è uno scempio quanto queste camere e queste case siano spesso fatiscenti, microscopiche e inaccoglienti. Le condizioni di vita negli studentati pubblici non sono di certo migliori: in questi ultimi il ricatto del prezzo viene solo sostituito con il ricatto del merito, venendo sottoposti a ritmi di studio folli per poter aver confermata la borsa di studio e l’alloggio. Inoltre ci si trova costrett a vivere in vere in veri e propri dormitori, spesso con delle fattezze da ghetto lontano dal centro e con una gestione interna della vita comune asettica e opprimente”.

Continua il comunicato: “Ma, con tutti i limiti del caso, aver trovato un posto letto in studentato o una casa fatiscente, è già un ‘gran risultato’ in quella giungla metropolitana che è Bologna. I posti in studentato sono del tutto insufficienti a soddisfare il bisogno annuale di posti letto a prezzo calmierato, producendo ciclicamente l’esclusione di gran parte della comunità studentesca ritenuta idonea, il tutto con una soglia per il beneficio che non è minimamente rappresentativa della reale condizione economica di ognun di noi. D’altro canto le stanze ci sono, ma sono spesso tenute vuote per la speculazione immobiliare o destinate a fini più redditizi, vedi b&b, studentati di lusso, etc. Non siamo dispost ad accettare questa guerra della miseria, pretendiamo case e non sgabuzzini, le vogliamo accessibili senza il ricatto economico o del merito, le desideriamo subito!”.

In Università, intanto, oggi è il giorno dello sciopero aziendale proclamato da Usb e Cub, che hanno anche promosso un presidio in piazza Scaravilli (un altro sit-in, sempre di fronte al rettorato, si era svolto anche martedì). La protesta punta a “rivendicare l’applicazione del lavoro agile nei termini previsti dalle norme emergenziali attuali: per tutti e a rotazione, con orari di lavoro davvero flessibili per la quota di lavoro da svolgere in presenza”. I sindacati chiedono poi di “tutelare i lavoratori fragili, già da tempo ingiustamente inquadrati come telelavoristi anche quando invece a loro spetterebbe, a tutt’oggi, il lavoro agile emergenziale, con quanto ne consegue” e di “condividere, diversamente da quanto sta accadendo oggi,  l’istituzione di un efficace e capillare sistema di monitoraggio di: distanziamento, fornitura e corretta vestizione di dispositivi di protezione idonei, tracciatura contagi”. La piattaforma dello sciopero comprende anche la richiesta di “istituire punti tamponi gratuiti (così come è stato tramite le ausl competenti fino a giugno 2021) per tutta la comunità Unibo, per tutti gli studenti e per il personale, nei campus e nella sede bolognese”. Su questi e sugli altri punti sollevati nella vertenza, il personale tecnico-amministrativo “chiede riscontri concreti e urgenti, ma al momento non vi sono risposte fattive da parte dell’amministrazione”, scrivono i sindacati, segnalando che l’incontro con la nuova governance tenutosi nei giorni scorsi “è stato utile per gettare le premesse di metodo per i prossimi anni, ma è altrettanto fondamentale per tutto il personale T/A ottenere al più presto risposte nel merito”.