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Centinaia in piazza il 25 aprile: “La Resistenza continua” [foto+video]

Corteo antifascista da piazza dell’Unità al Pratello R’Esiste: “Oggi l’internazionalismo, l’antirazzismo, l’antisessismo sono punti di riferimento fondamentali di un rinnovato progetto di liberazione. Perchè resistere vuol dire saper immaginare collettivamente un futuro diverso e migliore”.

25 Aprile 2015 - 14:19

_DSC8906 copia“Abbiamo attraversato Bologna per gridare che il 25 aprile non è solo una ricorrenza, forse un giorno lo sarà, ma non lo è ancora. È un dato di fatto che in Italia non vi sia mai stata una vera defascistizzazione. E la Liberazione non è quindi solo un evento del passato, ma un processo storico ancora incompiuto”. Dal palco del Pratello R’Esiste, in piazza San Rocco, uno dei manifestanti racconta così i motivi che oggi, a 70 anni esatti dal 25 aprile del 1945, hanno spinto centinaia di persone a partecipare al corteo antifascista che, partendo da piazza dell’Unità, ha attreversato il centro della città dietro lo striscione “La Resistenza continua”. Il corteo ha sfilato lungo via Matteotti, via Indipendenza, via dei Mille, via Marconi e via Riva Reno per concludersi al Pratello, confluendo nella manifestazione popolare che ormai da qualche anno, con numerose iniziative organizzate nel corso della giornata, anima il 25 aprile bolognese. Durante il percorso, molti gli interventi dedicati a quanto avviene nel Mediterraneo, per dire ‘no’ alle soluzioni militari prospettate dal Governo e dall’Unione europea e per rivendicare, ancora una volta, libertà di movimento per tutte e tutti. Tra gli altri interventi, quelli sul legame tra lotta al sessismo e lotta antifascista e sulla resistenza in Rojava (in cui si è sottolineato  il parallelismo tra il nazifascismo a cui si opposero i partigiani nel secolo scorso e la violenza odierna dell’Isis).

Ancora dall’intervento finale dal palco di piazza San Rocco: “A settant’anni dalla Liberazione dal nazifascismo riteniamo che sia importante, oggi più di ieri, riaffermare con forza e vivere ogni giorno i valori che hanno motivato quella lotta di liberazione.  Oggi come allora c’è chi si batte per l’uguaglianza nell’accesso alla ricchezza, alle cure, al sapere, perché tutte e tutti abbiano una vita libera e degna. E oggi come allora gli apparati dello Stato difendono le roccaforti del privilegio, delle gerarchie, del potere. Partiti, amministrazioni locali e governo non fanno che inventarsi sempre nuove forme di sfruttamento e di precarietà, non fanno che aggravare l’emergenza abitativa a suon di sfratti, di sgomberi e restrizioni agli occupanti di casa, cercano di imbrigliare la scuola, sventrano montagne, trivellano mari, cementificano ovunque.  Ogni angolo di questo paese ha bisogno di persone che resistano e combattano. Che resistano alle nuove forme di schiavitù previste dal Jobs Act che legalizza il lavoro non pagato e rendere più ricattabili le persone. Che contrastino l’ingiustizia sociale con la riappropriazione dal basso degli spazi inutilizzati e con l’estensione delle pratiche di autogestione. Che lottino contro la devastazione dell’ambiente e contro le grandi opere concepite per garantire profitto per pochi e miseria per tutti. Ed è questo anche il senso della giornata di lotta del Primo maggio a Milano contro Expo 2015. A settant’anni dalla Liberazione l’antifascismo è più che mai attuale. Oggi come ieri praticare la resistenza vuol dire opporsi risolutamente alla violenza razzista, sessista e omofoba propagandata e promossa dalla destra conservatrice, dalle organizzazioni neofasciste, dagli integralismi religiosi, ma spesso avvallata anche dall’ipocrisia delle istituzioni e dei governi, con il loro grottesco cordoglio e i loro bugiardi minuti di silenzio di fronte all’ingiustizia e all’orrore”.

Oggi l’internazionalismo, l’antirazzismo, l’antisessismo “sono punti di riferimento fondamentali di un rinnovato progetto di liberazione.  Per questo crediamo sia opportuno schierarsi contro la violenta campagna d’odio antizigano promossa in Italia dalla destra leghista e neofascista e sfilare, il prossimo 16 maggio, al fianco dei rom e dei sinti che a Bologna terranno una manifestazione nazionale di protesta e di resistenza contro il razzismo. Facciamo in modo che sia una favolosa festa di libertà e di fratellanza!”.

L’intervento si è concluso ricordando le parole di un partigiano diciannovenne morto nel 1944, Giacomo Ulivi. In una lunga lettera ai compagni, Ulivi “dice qualcosa d’importante su che cosa vuol dire resistere:  «Può anche bastare, sapete, che con calma cominciamo a guardare in noi, e ad esprimere desideri. Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere».  Resistere vuol dire saper immaginare collettivamente un futuro diverso e migliore. È questo il compito che abbiamo davanti. La resistenza continua”.

> Guarda le foto della manifestazione:

https://www.flickr.com/photos/zicphoto/sets/72157651754288219/show/

> Guarda il video di Zic.Tv sulla manifestazione:

> Guarda le foto del Pratello R’Esiste:

http://www.flickr.com/photos/zicphoto/sets/72157651731277697/show