Acabnews Bologna

“Celere e arroganza accolgono i profughi in Regione”

Ieri molti migranti inseriti nel Piano di accoglienza Nord Africa sono arrivati in viale Aldo Moro da Bologna e da diverse città dell’Emilia-Romagna. Da Melting Pot: “Bloccati da scudi e manganelli”.

21 Dicembre 2012 - 10:32

Celere e arroganza accolgono i migranti della guerra in Libia

Il sotto-segretario della Presidenza Regionale: “I profughi ci devono ringraziare”

I migranti inseriti nel Piano di Accoglienza Nord Africa sono arrivati da Bologna, Reggio Emilia, Rimini e Parma per reclamare cittadinanza e diritti alla Cabina di Regia che si riuniva oggi pomeriggio (ieri, ndr) in Regione per definire l’exit strategy dall’emergenza. Ad attenderli hanno invece trovato i reparti della celere di Carabinieri e Polizia che si sono schierati con scudi e manganelli per bloccarli in cima alla scala della sede dell’Assemblea Legislativa Regionale, mostrando da subito l’atteggiamento di superiorità e prepotenza che ha poi contraddistinto anche la discussione con i membri della Cabina di Regia quando finalmente una delegazione ha potuto essere ricevuta.

I migranti hanno esposto problematiche e criticità, spiegando che in questi lunghi mesi hanno ricevuto un’accoglienza senza prospettive, spesso disumanizzante ed assistenzialista che non ha permesso di sviluppare percorsi di autonomia, aggravata dalla totale incertezza rispetto alla propria condizione giuridica. Alla civiltà e sincerità dei migranti è stato invece risposto con toni aggressivi e provocatori, specialmente nella persona del sotto-segretario alla Presidenza della Regione Bertelli, che ha affermato “Dovete ringraziare i Comuni che di tasca propria hanno garantito la vostra accoglienza”. Come se i Comuni fossero di proprietà di Sindaci ed Assessori.

Ma non è dovere delle istituzioni accogliere chi fugge dalle guerre, chi chiede protezione internazionale? E non ci sono forse standard di accoglienza dei richiedenti asilo fissati dalle normative europee? Gli amministratori che abbiamo incontrato oggi non ne sono sembrati coscienti, dal momento che continuavano ad esigere manifestazioni di gratitudine e riconoscimento ai “profughi”, lasciando intendere che accoglienza e diritti non sono affatto scontati, ma dipendono dalla generosità delle istituzioni e dal buon cuore di chi le presiede. Un piano di discussione inaccettabile, che ha raggiunto il punto più basso quando il sotto-segretario Bertelli ha ammonito i presenti dicendo che dalla loro condotta sarebbe dipesa la scelta futura di accogliere o meno i migranti che oggi arrivano a Lampedusa, svelando quindi la propria concezione di accoglienza: un dono da elargire premiando i meritevoli e non un dovere dello Stato Italiano verso chi fugge da conflitti e povertà.

La discussione si è svolta nella sede di una regione amministrata dal centro sinistra, ma lo spirito che ha contraddistinto l’atteggiamento degli amministratori è stato quello del pensiero leghista, che sembra ormai permeare i ragionamenti e la cultura di chi governa questi territori. Il terrore del confronto, il desiderio di poter gestire le questioni senza interlocuire e senza dover risponderne verso i diretti interessati è stato evidente, dapprima con lo schieramento dei reparti antisommossa di Polizia e Carabinieri e poi con i toni infastiditi e supponenti del sotto-segretario alla Presidenza. E come se non bastasse, anche tanta irritazione nel sentirsi ricordare il vergognoso operato della Croce Rossa Italiana nella gestione di Prati di Caprara a Bologna.

I manifestanti si sono infatti presentati con un grande assegno di 3 milioni di euro versato dalla Repubblica Italiana ai Prati di Caprara e le foto della struttura, per chiedere chiarezza rispetto ai 46 euro giornalieri erogati dallo Stato agli enti gestori, soldi che la CRI non ha certo speso per l’accoglienza dei migranti.

In questa settimana dove in molte città italiane si sono mobilitati i richiedenti asilo fuggiti dalla guerra in Libia, i migranti hanno espresso desiderio di cittadinanza e partecipazione, come recitava lo striscione “2013, un’altra accoglienza è possibile”, mentre chi decide del loro futuro ha invece confermato la propria miopia e inadeguatezza. Quello che è certo che queste persone torneranno a farsi sentire, malgrado la politica faccia di tutto per cancellarli.

(da Melting Pot)