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C’è l’ok al Passante, le/gli ambientaliste/i giocano la carta europea

La conferenza dei servizi ha dato il via libera finale alla realizzazione dell’opera: l’apertura dei cantieri prevista all’inizio del 2023. La Rete delle lotte ambientali ha inviato una lettera a Bruxelles per fermare il progetto: un’autostrada larga fino a 18 corsie “è incompatibile con gli obiettivi della mission Climate-neutral and smart cities”, spiega Aria Pesa.

19 Gennaio 2022 - 10:37

La conferenza dei servizi sul Passante di Bologna ha dato ieri il via libero definitivo alla realizzazione dell’opera, ovvero l’allargamento della tangenziale e del tratto dell’A14 che adiacente alla città: ora verrà redatto il progetto esecutivo ed è previsto l’avvio delle attività propedeutiche (come gli espropri) nell’estate del 2022, hanno fatto sapere le istituzioni interessate, mentre si prevede che l’apertura dei cantieri principali potrà avvenire all’inizio del 2023. Per assicurare il rispetto dei tempi, è stato comunicato al termine della conferenza,  si è stabilito che il concessionario Autostrade per l’Italia potrà affidare alcune attività alla controllata Pavimental.

Sull’esito della conferenza dei servizi, in realtà, non c’erano molti dubbi viste le convergenze già raggiunte tra enti locali, Governo e Autostrade. In attesa del verdetto ufficiale, nei giorni scorsi la Rete delle lotte ambientali bolognesi ha deciso di inviare una lettera alla Commissione Europea perchè “vogliamo una città veramente capace di guidare la transizione climatica- ha scritto la Rete- e rinunciare all’allargamento del Passante per sviluppare modelli sostenibili locali e nazionali di mobilità delle persone e delle merci è il primo, imprescindibile passo”. Approfondendo quest’ultima iniziativa, Aria Pesa spiega che la lettera è stata indirizzata ai tre Commissari competenti per l’iniziativa europea “Climate-neutral and smart cities” per sottolineare “l’incompatibilità dell’allargamento del Passante di mezzo con gli obiettivi posti dalla Commissione europea. Come annunciato dal sindaco, Bologna intende candidarsi a essere fra le città che sottoscriveranno il Climate City Contract che ha tra i suoi obiettivi il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2030. La lettera della Rete ricorda alla Commissione europea che l’allargamento di un’autostrada urbana come il Passante di mezzo fino a 18 corsie confermerebbe il trasporto su gomma – cioè una delle principali fonti di emissione di CO2 – come la modalità prevalente per la mobilità di persone e merci, ed è pertanto incompatibile con gli obiettivi della Mission ‘Climate-neutral and smart cities’. La lettera chiede ai Commissari di intervenire presso l’amministrazione comunale, la regione e il governo italiano perché fermino il progetto. Diversamente – sottolinea la Rete – gli obiettivi proposti dalla Commissione Europea sarebbero irraggiungibili, e i cittadini penserebbero che quanto scritto nei documenti ufficiali non abbia alcun riscontro nelle scelte concrete”.

Scrive ancora Aria Pesa: “Le preoccupazioni che la Rete ha manifestato alle autorità europee sono confermate da uno studio sulle emissioni di CO2 del Passante di mezzo commissionato da Autostrade a un istituto di ricerca a febbraio 2021 in risposta a una prescrizione del decreto di Via sul progetto. Lo studio prevede che nel 2040 il traffico veicolare sul Passante emetterà 266.000 tonnellate di CO2. I 34.000 alberi e gli arbusti che verranno piantati come compensazione assorbiranno poco meno di 360 tonnellate di CO2 all’anno. Secondo lo studio, un megawatt di picco di fotovoltaico compensa circa 650 tonnellate di CO2 all’anno, quindi i 50 MWp richiesti dal Comune, se mai verranno installati, porterebbero la compensazione totale a 33.000 tonnellate annue. Resterebbero quindi al 2040 233.000 tonnellate di CO2 all’anno emesse dal Passante e non compensate, in una città che aspira a essere carbon neutral entro il 2030 e in paese, l’Italia, che si è impegnato a livello internazionale a raggiungere lo zero netto di emissioni di CO2 entro il 2050. Gli amministratori pubblici, a tutti i livelli, dovrebbero riflettere seriamente su questi dati e sulle considerazioni di voci autorevoli che anche di recente hanno confermato che l’allargamento di un’autostrada urbana è incompatibile con l’urgenza della transizione ecologica”.