Acabnews Bologna

Case popolari via Gandusio, due sfratti rinviati

Pugno Chiuso: “Vogliono liberare gli appartamenti unicamente per murarli”. Solidarietà dall’associazione sportiva Il Grinta: “Tessuto sociale lacerato nella garanzia di diritti fondamentali”.

19 Settembre 2016 - 17:59

Picchetto antisfratto via Gandusio (foto fb Pugno Chiuso)“Grazie alla presenza di inquilini solidali, compagni e militanti di altre realtà, gli sfratti in via Gandusio, 8 in programma nella giornata odierna sono stati rinviati al 15 novembre”. Lo ha scritto nel pomeriggio di oggi l’associazione sindacale Pugno Chiuso, che alcune ore prima spiegava come si trattasse di “sfratti dovuti ai contratti a tempo, tramite cui Acer e Comune sfrattano famiglie già in difficoltà liberano gli appartamenti unicamente per murarli (prassi ormai consolidata in tutti i quartieri) o metterli all’asta e aumentare vertiginosamente canoni e utenze”.

Interviene anche l’associazione sportiva dilettantistica Il Grinta: “Si chiede alle famiglie che hanno ottenuto ‘contratti d’emergenza”‘di uscire dall’emergenza in un breve tempo, in un periodo di crisi generale e con la costante minaccia di sgombero. Ci rendiamo conto della tensione che tale situazione produce, a partire dai ragazzini e dalle ragazzine che vivono e crescono tra quelle mura. Ce ne rendiamo conto anche noi che non viviamo nei palazzoni di via Gandusio, ma viviamo la realtà associativa della zona e portiamo avanti progetti sportivi e culturali tra quei pilastri di cemento. Se da un lato la necessità di produrre socialità nel contesto di Gandusio ha portato negli anni alla nascita di diversi percorsi collettivi, dall’altro il continuo stato di emergenza cui sono soggette intere famiglie non permette di produrre percorsi d’uscita dalla marginalità e la creazione di prospettive di lungo periodo. Come Grinta ASD promuoviamo lo sport come momento di espressione ed emancipazione personale e collettiva, e abbiamo deciso da farlo dandoci come punto di incontro e attività quella stessa porzione di città. Ma sappiamo che tali percorsi non possono essere del tutto includenti in un tessuto sociale continuamente lacerato nella garanzia di diritti fondamentali, a partire dalla casa. Per questo vogliamo esprimere pubblicamente solidarietà a chi sta intraprendendo un percorso di resistenza e lotta contro le minacce di sgombero. Siamo un’associazione sportiva, e il nostro agire si svolge attraverso lo sport. Ma non siamo indifferenti a quello che ci succede intorno e stiamo dalla parte di chi lotta, indipendentemente dalle differenze di pratiche e visione”.