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Case popolari, la Regione contro i migranti

Via libera della giunta Bonaccini all’esclusione dalle graduatorie di chi ha proprietà immobiliari all’estero, colpirà anche chi non può farvi ritorno. ∫connessioni precarie: “Operazione subdola”.

03 Maggio 2018 - 11:00

Era una vecchia proposta della Lega, ora è nero su bianco. Nell’atto unico dell’edilizia pubblica approvato ieri dalla giunta regionale, che andrà all’esame dell’assemblea legislativa entro l’estate, viene introdotto il requisito per l’accesso all’edilizia residenziale pubblica di non possedere case all’estero, oltre che in Italia come finora. Saranno i Comuni a verificarne la sussistenza attraverso le dichiarazioni Isee presentate da chi fa domanda per avere un alloggio.

La vicepresidente Gualmini sostiene che la scelta nasca da un “principio di equità e giustizia sociale”, Forza Italia e Lega manifestano insoddisfazione chiedendo che agli stranieri sia richiesta non l’autocertificazione Isee ma documentazione emessa dal paese d’origine.

Autocertificazione o meno, saranno proprio i migranti a essere colpiti da questa misura, quando entrerà in vigore. Perché avere una casa da qualche parte nel mondo non vuol dire affatto avere la certezza di potervi tornare, quando si fugge da miseria, mutamenti climatici e guerre. E’ un’ovvieta, fingere di non saperlo è razzismo.

Sul tema era intervenuto nei giorni scorsi ∫connessioni precarie, sottolineando come il provvedimento, insieme alle limitazioni all’ottenimento della residenza e al Daspo urbano, faccia sì che “i poveri, e tra loro soprattutto i migranti, praticamente non possono vivere da nessuna parte. La povertà è diventata abusiva. D’altronde, non c’è niente di nuovo per chi subisce quotidianamente i ricatti striscianti di questure e prefetture: la proposta della Regione va ad aumentare gli ostacoli burocratici disseminati nelle vite delle e dei migranti, condannandoli a uno stato di continua incertezza, ricatto, clandestinità, crescente esclusione da qualunque tipo di servizio sociale. Ostacoli che costituiscono lo strumento centrale e violento di politiche volte a legittimare e concretizzare la convinzione che la vita delle e dei migranti valga di meno”. Tuttavia, si legge poi nel lungo post pubblicato sul blog del collettivo, “stavolta l’operazione è davvero subdola. Si vuole instillare il dubbio che chi fa domanda per un alloggio popolare non sia davvero in condizione di bisogno, ma faccia finta, che voglia solo imbrogliare gli uffici e scavalcare gli italiani poveri i quali, tutelati dagli abusi dei poveri stranieri disonesti, si possono finalmente considerare poveri privilegiati. Insomma, dopo i ‘successi’ di Minniti nell’aiutarli a rimanere a casa loro e la straordinaria prova elettorale, il Pd punta a uscire dal congelatore urlando anche lui: prima gli italiani! In Regione tutto è pronto per assecondare i desideri più audaci dei vincitori delle elezioni, anzi anticiparli”.