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Casalecchio, Sgb: ”Comune dichiari
Giusi non punibile o ricorreremo” [audio]

Stamattina discusse in municipio le contestazioni alla dipendente colpita da procedimento disciplinare per aver urlato in faccia ai poliziotti che fronteggiavano gli antifascisti alla manifestazione contro Forza Nuova, solidali in presidio all’esterno.

26 Luglio 2019 - 16:08

“L’unico esito ammissibile è l’archiviazione”, non sarà accettata neanche “la sanzione minima del richiamo verbale”. È la posizione del sindacato Sgb, espressa stamattina durante il presidio davanti al municipio di Casalecchio di Reno per protestare contro il provvedimento disciplinare che ha colpito Giusi, dipendente e delegata del sindacato, per aver urlato in faccia ai poliziotti che, lo scorso 20 maggio, fronteggiavano in via dell’Archiginnasio gli antifascisti che si opponevano al comizio neonazista di Forza Nuova. Tra i solidali che hanno preso al parte al sit-in c’erano delegati e iscritti di Sgb, Cub, Unione Inquilini, Usb e Fiom, partiti della sinistra radicale.

All’interno della sede comunale sono state discusse le contestazioni mosse dall’amministrazione. La decisione arriverà più avanti. Spiega Sgb: “Abbiamo letto una memoria”, preparata da un legale dell’Associazione Bianca Guidetti Serra, “in cui si spiega che il procedimento è illegittimo e illegale”. In primo luogo “contestiamo la genericità dei contenuti della contestazione”, dato che la dipendente “non è stata denunciata per quei fatti e non è indagata”. Il procedimento, di fatto, si sostituisce all’eventuale azione panale, senza però offrire all’accusate le garanzie che avrebbe in quella sede. Poi, c’è una “rappresentazione fuorviante” dei fatti, poiché si afferma che “in occasione degli scontri la signora assumeva un comportamento oltraggioso”: una ricostruzione che “non corrisponde alla realtà dei fatti e trae in inganno”.

Infine nella memoria si contesta la “violazione della ‘Dichiarazione sul diritto e la responsabilita’ degli individui, dei gruppi e degli organi della società di promuovere e proteggere le libertà fondamentali e i diritti umani’, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni unite nel 1999 e vincolante per l’Italia”. Aver manifestato in nome dell’antifascismo qualifica la dipendente comunale “come ‘difensore dei diritti umani'” e se l’amministrazione decidesse di “impuntarsi su un non meglio definito ‘comportamento oltraggioso’ della signora” finirebbe per “considerare ‘onorevole’, per un dipendente della Repubblica nata dall’antifascismo, l’assistere in silenzio al rigurgito di piazza di atteggiamenti, minacce e slogan neofascisti”.

Questi dunque i punti a sostegno della richiesta di archiviazione del procedimento disciplinare. Per qualsiasi esito diverso dal pieno riconoscimento della non punibilità della dipendente, “faremo ricorso, valutando se passare prima dall’Ispettorato territoriale del lavoro oppure rivolgerci direttamente al giudice del Lavoro”.

Sgb ha annunciato che sarà in piazza il prossimo 2 agosto dietro lo striscione “Antifascisti sempre, dentro e fuori il posto di lavoro”, che richiama esplicitamente la vicenda di Giusi.

> I contributi audio raccolti da Zic:

Giusi

 

Massimo Betti (Sgb)