Blitz di abitanti e sindacati di base per reclamare la concessione della residenza, sistematicamente negata per effetto della legge Lupi, e la regolarizzazione delle occupazioni.
Da troppo tempo a Bologna assistiamo a una situazione di stallo assurdo per quanto riguarda una reale emergenza cittadina e nazionale: l’emergenza abitativa.
La crisi, l’aumento della disoccupazione, la diminuzione dei salari e del loro potere d’acquisto, l’assenza di qualsiasi forma di reddito di base producono sempre più persone che non sono in grado di sostenere affitti o mutui che stanno raggiungendo costi enormi.
Questo anche a causa del fenomeno ormai incontrollabile della speculazione edilizia, in un mercato dominato da grandi proprietari, pubblici e privati, che volutamente mantengono sfitta una parte consistente del proprio patrimonio immobiliare. Così, una maggiore “competizione” tra gli acquirenti permette di mantenere alti i prezzi.
A tutto questo il governo nazionale, e di conseguenza le istituzioni locali, non danno soluzioni e risposte adeguate, facendo finta di non vedere la nuova composizione delle città: l’aumento di persone che perdono lavoro e si ritrovano quindi a non poter più sostenere il costo di un affitto e di migranti che non hanno un vero percorso d’accoglienza, essendo i centri di accoglienza luoghi dove di fatto vengono ‘parcheggiati’ fino alla fine dei progetti, facilitandone la ghettizzazione e la discriminazione.
La popolazione colpita da questo attacco, tutti coloro che si trovano privati del fondamentale diritto a una casa, non ha potuto che organizzarsi e reagire, e così da anni in città sono nate numerose occupazioni, grazie anche all’azione di sindacati e gruppi politici.
In contrasto con la retorica di criminalità, tali occupazioni rappresentano realmente esperienze di solidarietà popolare, con un ruolo attivo nella vita dei quartieri circostanti, di incontro e costruzione di un’alternativa.
Non sono tuttavia una reale soluzione, essendo costantemente in condizioni di precarietà e privazione di diritti.
Il Piano Casa, di recente attuazione da parte del governo PD, prevede infatti che chi vive in occupazione non abbia diritto di residenza, venendo così privato del diritto di partecipazione elettorale, all’assistenza del servizio sanitario nazionale e all’accesso alla scuola pubblica, e, nel caso di migranti, al permesso di soggiorno.
Per quanto una recente circolare del Ministero degli Interni abbia ricordato ai Comuni l’inammissibilità di cancellare completamente le residenze ai cittadini, ingiungendo di concederle almeno in vie “fittizie”, è stata applicata solo a Padova e Roma, in questo caso su pressione dei movimenti di lotta per la casa.
Noi oggi vogliamo dal comune una presa di responsabilità, nel dare una soluzione a quelle persone che per tanto tempo ha lasciato, appunto, in una situazione di stallo negli stabili occupati che con fatica hanno rimesso in condizioni abitabili.
Chiediamo quindi un tavolo di trattativa con le istituzioni per trovare soluzione a
• RESIDENZA, PER TUTTI GLI OCCUPANTI, NEGLI STABILI ABITATI
Perché quella, anche nell’attesa di regolarizzazione, è la loro casa, è il posto in cui vivono, perché dovrebbero essere registrati come senza fissa dimora quando non lo sono?
• LA STABILIZZAZIONE DI TUTTE LE OCCUPAZIONI ABITATIVE
trovando una soluzione del problema, così come l’hanno assunta finora le persone che hanno avuto il coraggio di lottare per i propri diritti, e non delegando all’eventuale beneficienza dei proprietari che è sempre risultata mancare.
SAREMO ANCORA IN PIAZZA VENERDI’ 24 (P.ZZA VERDI, h18.00), ALLA STREET PARADE CONTRO L’EXPO, VERSO IL 1° MAGGIO A MILANO.
PER GRIDARE DI NUOVO CHE LA CASA E LA RESIDENZA SONO DIRITTI CHE NESSUN POTERE PUO’ TOGLIERE, E CHE LOTTARE PER QUESTI DIRITTI E’ GIUSTO!
Adl Cobas – Asia Usb