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Casa e migranti, la destra passa alle gogne social

Due esponenti di Fdi pubblicano un video in cui si mostrano i cognomi stranieri sui campanelli di stabili Erp. Unione Inquilini: “Novella ‘unzione mediatica’, si marcano cittadini che ottengono casa Erp con regolare bando comunale”.

09 Novembre 2019 - 16:35

“Ancora una volta vediamo affrontare le tematiche delle politiche abitative dal punto di vista ideologico e qualunquista da parte di una destra cittadina che affronta la futura campagna elettorale per le regionali del 2020 con ‘gogne mediatiche’ e fake news che una volta si sarebbero chiamate balle colossali, focalizzando il ‘loro’ punto centrale sulle assegnazioni degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica con il ‘crescente favoritismo” dell’amministrazione cittadina verso gli ‘immigrati'”. Così l’Unione Inquilini commenta l’ultima trovata elettorale di due esponenti di Fdi, il deputato Galeazzo Bignami e il consigliere comunale Marco Lisei. Cos’è successo? I due “si improvvisano registi e postano sul grande circo dei social network- scrive l’Unione Inquilini- un video dove appaiono nomi di immigrati su stabili Erp, solo uno naturalmente, come segno della novella ‘unzione mediatica’ si marcano cittadini che ottengono casa Erp con regolare bando comunale, come una volta si ‘ungevano’ i presunti portatori di ‘peste bubbonica’. In più i ‘ribaldi crociati’ danno dati edulcorarti, di parte , affermano che il 59% delle assegnazioni vede assegnata la casa popolare a gli immigrati ma omettono di dire che questo dato si riferisce solo al ultimo bando e che vengono fatti due bandi all’anno di assegnazione Erp (di solito), d’altronde anche il presidente Acer alcuni mesi fa fece le stesse esternazioni, forse per cavalcare la fetida ondata e per marcare il territorio”.

Continua il comunicato: “I dati reali sono che oggi dei 20.000 alloggi Erp della Città metropolitana di Bologna, quasi 12.000 nella sola Bologna il resto in provincia, gli italiani in assegnazione sono l’82%, il 15,6% sono extracomunitari, il 2,1 % comunitari, fine delle chiacchere. Stiano tranquilli i locali novelli pretoriani untori che per quanto riguarda le politiche abitative l’amministrazione cittadina a guida Pd li rincorre a più non posso sul loro stesso terreno. È di dominio pubblico che per l’amministrazione cittadina il problema casa a Bologna è marginale quasi inesistente. Tutti gli anni affermano che daranno il via a ristrutturazioni di alloggi Erp (500 nel 2017, 600 nel 2018, 700 nel 2019, 1000 nel 2020, vanno al rilancio di solito sotto imminenti elezioni di qualsiasi tipo) supportati dalla Dirigenza Acer, ente che amministra il patrimonio Erp. Di fatto invece si continua a svendere patrimonio di edilizia residenziale pubblica , si svuotano strutture di intervento pubblico , come la faccenda di Acer Manutenzioni (chiusa), e si appalta a ditte esterne private che molte volte prendono acconti e spariscono o che finanziarizzano con le banche immobili che da anni non completano come nel caso della Trilogia navile dove il Comune ha cambiato la destinazione d’uso del terreno in cambio di case Erp mai finite e quindi mai consegnate. Si cerca scientificamente di far abbassare le domande Erp attraverso un girone dantesco di tipo telematico dove i cittadini si trovano a passare giornate a richiedere ‘credenziali’ per poi molte volte vedersi il servizio non attivo o si introducono ‘nuovi Isee’ dove si abbassano i livelli di reddito per non poter accedere alla domanda. Con questi trucchetti l’amministrazione ha potuto affermare che c’è stato un drastico calo delle domande Erp, che sono passate dalle circa 10.000 di qualche anno fa alle attuali 5.000, grande vittoria della mistificazione politica. E naturalmente entrambi gli schieramenti politici omettono un fatto primario, che mai nessun governo , negli ultimi 50 anni, di centro destra , di centrosinistra, ne giallo , ne verde, ne rosa , ha stanziato fondi per la costruzione o il recupero di patrimoni Erp, anzi si sono sbattuti per privatizzare, svendere e smantellare le case popolari pagate con le tasse degli operai. Come Unione Inquilini ci continuiamo a battere affinchè con la lotta sindacale e dei cittadini sia affermato un diritto che è uno delle basi della civiltà ,il diritto alla casa , e non solo perché la casa popolare sia un ‘parcheggio per poveri’ ma perché la casa popolare sia un diritto di tutti i lavoratori e non , e che funga da volano per l’eliminazione della speculazione finanziaria di banche e palazzinari su quello che è il salario secondario dei lavoratori ( affitto, mutuo etc)”.

Pe finire il sindacato rilancia le seguenti parole d’ordine: 1) Piano nazionale sulle politiche abitative a cui partecipino Stato, sindacati inquilini e altre associazioni di categoria; 2) investimenti pubblici per la costruzione e il recupero di patrimonio Erp; 3) no alla svendita di patrimonio pubblico e ripristino di quello esistente (caserme, case, palazzi Inps, Fs etc); 4) controllo e tetto per gli affitti dei privati ad uso abitativo; 5) politiche bancarie che facilitino affitti e mutui per lavoratori, giovani , famiglie e abbienti. 6) politiche salariali affinchè chi lavora possa vivere in serenità sociale. Solo con queste prerogative , con la lotta dei cittadini, degli inquilini e dei lavoratori si potrà affrontare la questione delle politiche abitative”.