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Cartolina delle/gli educatrici/ori ai sindaci: “Il regalo di Natale? Stipendio sospeso”

E’ l’iniziativa promossa dall’Sgb, con appuntamento oggi in piazza Nettuno per distribuire le copie alle/i lavoratrici/ori e consegnarne una a Lepore. Sempre Sgb segnala poi una situazione di “caos” sull’obbligo vaccinale per le/gli operatrici/ori delle cooperative sociali. E i Cobas: “Nelle scuole non si fanno tamponi e dilaga la Dad”.

11 Dicembre 2021 - 14:15

Per le/gli educatrici/ori dell’integrazione scolastica “a Natale sempre lo stesso regalo: stipendio sospeso”. Ecco il messaggio stampato sulla cartolina che l’Sgb ha indirizzato ai sindaci del territorio bolognese,  invitando le/gli lavoratrici/ori a stamparla e inviarla e in più organizzando per oggi una consegna al sindaco di Bologna e della Città metropolitana Matteo Lepore. “Come tutti sanno ormai le educatrici e educatori per l’integrazione scolastica in appalto per conto dei Comuni o Asl sono sospesi dallo stipendio nei periodi in cui la scuola è chiusa- spiega il sindacato- senza alcun riconoscimento di ore di programmazione e delle ore non frontali. Oggi a Bologna , tra le tante lotte vinte, abbiamo da portare a casa entro il 2021 il passaggio di livello contrattuale D2 per tutti coloro che hanno consegito i 60 cfu o che hanno l’azianità di servizio. Un piccolo riconoscimeto economico che speriamo giunga al dunque a breve che però non è la soluzione alle problematiche insite nelle condizioni lavoro in appalto dei servizi scolastici. Per questi motivi invitiamo tutti i lavoratori e le lavoratrici a stamparsi e inviare ai propri sindaci questa cartolina che evidenzia e denuncia le nostre condizioni di lavoro, per ricordare loro che i servizi in appalto producono cattive condizioni di lavoro”. A Bologna l’Sgb ha promosso un appuntamento oggi in piazza Nettuno “per portare la nostra cartolina al sindaco di Bologna e Città metropolitana” e per distrubuire alle/gli lavoratrici/ori le copie da inviare.

Sempre l’Sgb, inoltre, segnala anche che “ancora una volta le educatrici e gli educatori impiegati nei servizi scolastici, si trovano in balia di indicazioni poco chiare sull’obbligo vaccinale. Da un lato il decreto legge del 26 novembre e i relativi ‘suggerimenti operativi’ del ministero dell’Istruzione, in cui è affermato con chiarezza che per il personale esterno che opera a supporto dell’inclusione scolastica non è previsto l’obbligo vaccinale; dall’altro improvvisati comunicati da parte delle cooperative appaltanti, considerano il vaccino requisito essenziale per lo svolgimento delle prestazioni. Ricordiamo che questa categoria è a stretto contatto con alunni portatori di disabilità, quindi, spesso più fragili in relazione al Covid-19, dove si mette a rischio la salute di entrambi. Sgb chiede che il Governo faccia chiarezza immediata e definitiva su questa vicenda, che nel caos che produce, fa rischiare anche procedimenti disciplinari nei confronti delle lavoratrici e lavoratori che venissero considerati extra norma. Sgb al fine di non incentivare il caos governativo, invita tutti le lavoratrici e i lavoratori del settore a vaccinarsi comunque”.

Nel frattempo, nelle scuole si registra “di nuovo il dilagare della Dad, in tutta Italia, in modo differenziato tra regione e regione ma in particolare in Emilia-Romagna, dove non si fanno i tamponi e si lasciano decine e decine di classi a casa e in Dad quando c’è semplicemente un positivo e non sono quarantene, sono attese del tampone perchè non ci sono i tracciatori”. E’ la denuncia fatta dai Cobas scuola durante lo sciopero e il presidio di ieri in piazza Memoriale della Shoah. “Questo significa che ci troviamo in una situazione che è quella di due anni fa”, dichiarano i Cobas, quando “senza vaccini si andava in Dad con la stessa facilità con cui ci si va adesso. Questo perchè non sono stati fatti investimenti intorno alla scuola per garantirne il funzionamento. Noi avevamo chiesto presidi sanitari nelle scuole in modo che fossero fatti i tamponi subito, a tutta la classe: sai subito se sei positivo o negativo e l’attività didattica continua”. Invece oggi si perdono “sette, otto o addirittura 14 giorni, cioè l’intera quarantena. Basta un positivo in classe, anche un insegnante- continua il sindacato- per mandare tutte le sue classi a casa come se fossero tutti malati” ed è una cosa “vergognosa”.