Acabnews Bologna

Carlo, pensionato occupante, dopo lo sgombero:
“Paese incivile“

Adl e #Ioccupo: “Improrogabile un tavolo con amministrazioni, proprietari e chi come noi, autorganizzandosi, rappresenta i bisogni di chi viene schiacciato dalla crisi”. Intanto Merola indagato per le ordinanze sull’acqua. Due giorni fa altro sfratto rinviato.

23 Luglio 2015 - 12:08

carlo“Carlo, occupante con noi da quando eravamo a Villa Adelante, non ha Facebook. Ma ci chiede di pubblicare su questa pagina, che è anche la sua pagina e la sua voce, il suo pensiero post sgombero, che ha scritto, ‘come si faceva una volta’ su un foglio di carta”, che ripubblichiamo in foto qui a fianco. E’ il post pubblicato su Facebook dalla campagna #Ioccupo, a qualche giorno di distanza dallo sgombero dell’occupazione Oxi dall’ex Inpdap di via dei Mille. Questo il pensiero di Carlo: “Avrò sempre davanti agli occhi quei nove bambini sgomberati sabato 18 luglio davanti allo striscione del corteo in via Indipendenza, buttati in mezzo alla strada, volevano un tetto dove stare, in età da due mesi a undici anni. Italia paese incivile (anche questo mi rimarrà in mente). Grazie questore Coccia, sei un uomo di valore, farai carriera. Firmato Carlo il pensionato, occupante”.

Intanto l’Adl Cobas e #Ioccupo diffondono un nuovo comunicato sullo sgombero e sul dibattito politico che ne è seguito: “La breve esperienza di Oxi, il palazzo occupato in via dei Mille 9, sembrava destinata ad essere archiviata come un fugace exploit di mezza estate, insieme con i bisogni degli occupanti e i temi sollevati. Che così non è e non poteva essere ce lo dimostrano le considerevoli prese di posizione che leggiamo sui giornali e che ci impongono delle riflessioni importanti. La partita della lotta per il diritto all’abitare è aperta da molto tempo in città, e si acuisce sempre più. Ovviamente non riguarda solo il tema delle occupazioni; queste ultime però segnalano che il limite di sopportazione sociale è stato ampiamente superato e indicano le cifre macroscopiche che lo riguardano: circa un migliaio gli occupanti organizzati più un numero presumibilmente simile di occupanti ‘singoli’ e tantissimi altri che la casa ce l’avranno ancora per poco. Ma il ‘merito’ delle occupazioni è soprattutto un altro: sta mettendo in luce la vera natura degli attori in campo, degli equilibri politici, economici e sociali in città, stanno mostrando i fallimenti così come le vere potenzialità dei possibili percorsi di risoluzione dell’emergenza abitativa. La nomina di Ingazio Coccia a questore di Bologna ha segnato certamente una rottura negli equilibri politico-istituzionali cittadini. Coccia agisce esclusivamente grazie al bene placito del Viminale, difendendo manu militari e con ampia disponibilità di portafoglio gli interessi della rendita, senza nessuna remora a sbattere bambini e pensionati in mezzo ad una strada, in questo è pienamente in linea con le politiche del Governo Renzi. Con tutti i soldi pubblici sperperati con gli ultimi sgomberi si sarebbe potuta trovare una sistemazione a decine di famiglie senza casa. Un tale modus operandi ha indubbiamente costretto l’amministrazione e la politica di questa città ad un ruolo comprimario nei confronti delle azioni di piazza Galilei. Ne sono testimonianza le imbarazzanti e apparentemente schizofreniche prese di posizione di Merola e Frascaroli. Il primo è impegnato a rincorrere la locale maggioranza Pd renziana sul tema legalità per garantirsi la ricandidatura. La seconda è preda di un immobilismo che non le consente di andare al di là di qualche strizzatina d’occhio al mondo del sociale pur di non contraddire il sindaco. Questura, Comune e la stessa Procura sono, di fatto, costretti ad allinearsi: le occupazioni di case sembrano essere il principale problema di questa città, di cui tutti condannano la natura ‘illegale’. Nessuno che abbia la dignità di dire, invece, che il vero problema di legalità è la ‘ndrangheta che investe e ‘lavora’ in questo territorio (come in altri della regione) e una ‘casta’ politico/imprenditoriale fatta di presidenti di grandi cooperative, manager e politici che si spartiscono appalti, mazzette e poltrone! La Mafia del Capitale governa anche a Bologna…”.

19586857000_511b0f0770_zContinua il comunicato: “E allora perché, se fosse veritiero il quadro descritto dai poteri cittadini, in questi giorni si susseguono interessanti e inaspettate prese di posizione? Da dove viene la proposta, come quella del filoso Stefano Bonaga, di una conferenza cittadina che porti ad un istruttoria pubblica per l’individuazione dei tanti stabili inutilizzati da mettere ad uso abitativo? Perché una personalità come Flavia Franzoni ritiene non solo possibile ma persino necessaria una soluzione simile, a partire dall’inefficacia istituzionale? E infine: perché, proprio e solo ora, l’Inps esce dall’anonimato e dichiara ‘completa disponibilità’ nel fornire alcuni tra i suoi immobili? La risposta è evidentemente una e risiede nella capacità che le occupazioni abitative hanno avuto nell’innescare dei cambiamenti veri per quanto riguarda la difesa (o la riconquista) del diritto alla casa. Innanzitutto hanno costretto il problema abitativo a spostarsi dai margini del discorso pubblico, imponendosi prepotentemente al centro dell’agenda politica locale: ne è riprova, su tutto, che tra i pochi punti d’indirizzo della segreteria provinciale del Pd per la ricandidatura di Merola ci sia proprio ‘il contrasto alle occupazioni abitative’. In sostanza i rappresentanti politici e gli amministratori sono ormai costretti a rincorrere i movimenti ed i sindacati che lottano per la casa sulle questioni abitative e del welfare. In secondo luogo hanno inequivocabilmente messo a nudo l’inutilità e l’inadeguatezza della rappresentanza politica. Solo chi ha animato e sta animando le occupazioni abitative si è di fatto, reso protagonista di vera e propria contrattazione sociale direttamente con i poteri di questa città. Più precisamente, le esperienze di autorganizzazione non hanno solamente evocato diritti, ma hanno individuato dove dirigere la loro forza: il protocollo d’intesa va applicato, anche ‘forzando’ i soggetti detentori dell’enorme patrimonio immobiliare inutilizzato (sia pubblico – Inps, FS, Poste Italiane – sia del grande capitale) a metterlo a disposizione dell’uso sociale. Infine, le occupazioni si dimostrano quotidianamente come risoluzione concreta e immediata a bisogni sociali e, cosa non da poco, antidoto alla guerra tra poveri, sempre più declinata nella forma drammatica del razzismo violento (vedi i pogrom di Casale San Nicola, Quinti di Treviso, Avesa): l’immagine dei bambini, alcuni nati in Italia, altri in Romania, che giocano sui materassi condividendo i giocattoli dopo lo sgombero del palazzo in via dei Mille 9 sono lo specchio di ciò che significa integrazione e emancipazione per tutti dalla povertà. Solo l’azione e il protagonismo dei movimenti cittadini per il diritto all’abitare sta ottenendo questi risultati. Nessuno, dotato di intelligenza e buona fede, può negarlo. È per questo continuiamo a rivendicare la pratica dell’occupazione e sopratutto riteniamo improrogabile l’apertura di un tavolo che metta a confronto tutti i soggetti interessati – le amministrazioni, i proprietari di immobili pubblici e privati – e che, per questo, non possa tenere fuori proprio quei soggetti che, come noi, autorganizzandosi e coalizzandosi, rappresentano i bisogni di chi sta in basso e viene schiacciato dalla crisi. Noi ci stiamo: per gli altri non ci sono più alibi per limitarsi a guardare e girarsi dall’altra parte”.

Nel frattempo, ieri si è appreso che il sindaco Virginio Merola risulta indagato per le ordinanze emanate per riallacciare l’acqua negli stabili occupati di via Fioravanti e via de Maria, dopo che l’erogazione era stata interrotta in base all’articolo 5 del Piano casa del Governo: l’ipotesi di reato, definita nel corso di un’inchiesta avviata d’iniziativa dalla Procura, è abuso d’ufficio.

Per concludere, segnaliamo che due giorni fa “il Comitato inquilini resistenti e Social log hanno fatto rinviaere lo sfratto di Sergio e la sua famiglia! Avanti così mai più morti per sfratto… Resistere agli sfratti è possibile!”.