L’intervento, dopo un primo allontanamento di 47 persone due settimane fa, ha interessato tre piani e 25 appartamenti. Coinvolte anche otto famiglie con minori.
In base ai numeri forniti dall’amministrazione comunale di Calderara, l’intervento effettuato oggi per completare lo sgombero del Garibaldi 2 ha interessato (tra primo, secondo e terzo piano) un totale di 25 appartamenti, abitati da 82 persone, tra le quali otto nuclei familiari con minori. Per altre 43 persone, invece, il Comune afferma che nel frattempo erano state individuate soluzioni alternative. Il primo intervento, risalente al 25 agosto, aveva già portato allo sgombero di 47 persone. Nel corso della giornata Sgb ha fatto sapere che la Prefettura, entro la serata, avrebbe incontrato separatamente una delegazione del sindacato e i referenti dell’amministrazione. Nel frattempo (dopo che, stando alle informazioni circolate oggi sul mainstream, nello sgombero non sono mancati i momenti di tensione) gli abitanti sgomberati hanno deciso di radunarsi di nuovo in piazza Marconi, davanti alla sede del Comune di Calderara.
Per quanto riguarda le affermazioni fate oggi dall’amministrazione, Sgb intanto sottolinea che: “Su questo stabile è in corso un esproprio; le proposte di rimborso degli immobili sono irrisorie e non risolutive dei mutui che i proprietari hanno; l’abbattimento di questi palazzi porterà al comune una proprietà una volumetria di ben 3.900 riedificabile; i metri quadri sono del valore in media di 1.950 al metro quadro ma ne rimborserebbero ai proprietari solo 700; l’abbattimento è stata una decisione unilaterale del Comune, che riceverà 2.500.000 euro dalla regione per questa ‘riquilificazione’ e che ne ha già ricevuto altrettanti per la ristrutturazione del blocco 3, non ancora completata nonostante scaduti i termini a gennaio 2016; che le proposte fatte di cui parla la Priolo (sindaco di Calderara, ndr) non sono messe per iscritto e non tengono conto del muto in corso degli abitanti; la Priolo rifiuta di incontrare i rappresentanti di questi abitanti e ha rifiutato un tavolo congiunto in Prefettura”.