Antifascisti in piazza a 42 anni dalla bomba fascista. Numerosi gli spezzoni resistenti sui temi di reddito, casa e libertà di movimento.
In tante e tanti antifascisti si sono ritrovati questa mattina a percorrere le strade di Brescia, in occasione del 42° anniversario della strage di Piazza della Loggia del 1974, nella quale rimasero uccisi otto manifestanti accorsi alla chiamata di quel giorno in difesa dei valori della Resistenza e contro le minacce del fascismo e della stagione delle stragi di Stato, che quel giorno segnò uno dei suoi momenti più oscuri e violenti proprio perché rivolta verso una manifestazione antifascista. Un corteo, quello di oggi, partecipato e composto da numerose realtà che insieme hanno voluto ricordare l’impegno di coloro che furono assassinati quel giorno, attraversando i temi che intersecano le lotte più importanti della contemporaneità.
Questi i nuclei tematici su cui è stata convocata la manifestazione, dal comunicato degli antifascisti: “Per rendere giustizia alla memoria delle antifasciste e degli antifascisti, delle militanti e dei militanti rivoluzionari che quel 28 maggio 1974 morirono per il loro impegno nella lotta per il riscatto degli oppressi e degli sfruttati, per la libertà contro il fascismo, il 28 maggio dev’essere sempre resistenza. Resistenza alle condizioni di sfruttamento e precarietà, promosse dalle politiche di Renzi e Jobs Act in ultimo, contro la mercificazione del capitale umano, contro contratti a scadenze mensili e lavori non retribuiti, per il diritto di tutti a un lavoro a reddito garantito, una vita degna e un futuro progettabile. Resistenza per difendere ambiente, salute e territorio, per fermare un progetto economico d’interessi come lo Sblocca Italia, che non fa altro che espropriare, speculare e inquinare i nostri territori e le nostre vite. Per il diritto alla salute e al futuro, diciamo no ai veleni che continuano a inquinare ambiente ed esistenze. No alle grandi opere inutili come Tav e vari termoinquinatori che tentano di costruire sulle nostre terre! Resistenza agli sfratti e agli sgomberi. Contro la nuova legge regionale sull’edilizia popolare che aumenta i canoni d’affitto, privatizza la gestione degli alloggi ed esclusione i richiedenti che ne han più bisogno. Il diritto alla casa è un requisito fondamentale per una vita vissuta con dignità! Resistenza ai neofascismi, al razzismo istituzionale e non, alle barriere, ai confini. Per la libertà di movimento di tutte e di tutti!”.
Durante il corteo alcuni attivisti hanno attaccato dei manifesti sulle pareti di alcuni uffici della Prefettura, contro la gestione insostenibile delle pratiche dei permessi di soggiorno per i molti migranti che vivono nella provincia. Altri manifesti sono stati posti sui muri di alcuni locali originariamente destinati all’accoglienza dei rifugiati, oggi murati e messi sotto sequestro da parte dell’autorità giudiziaria.
La manifestazione si è conclusa poi davanti alla stele che riporta i nomi degli otto antifascisti uccisi quarantadue anni fa, sotto il portico della piazza principale della città. Qui i manifestanti hanno intonato alcuni cori fra cui, in particolare: “Il 28 maggio non è una ricorrenza, ora e sempre Resistenza!”
A distanza di quarantadue anni dalla strage, e nonostante l’ultima sentenza del 2015 che vede riconosciuta la responsabilità di due degli stragisti di Ordine Nuovo coinvolti nell’organizzazione dell’attentato, la verità storica e quella giudiziaria non hanno mai proceduto di pari passo nella ricerca dei responsabili e dei registi della strage. Da soli due anni infatti i fascicoli che riguardano la strage sono accessibili al pubblico, dopo che nel 2014 è stato tolto il segreto sui documenti di quella che sappiamo essere stata una strage di Stato.
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