Attualità

Brasile / Studenti e professori in lotta per il diritto all’educazione

Occupate scuole e enti per il diritto allo studio in tutto il paese. Ingente l’impiego della polizia militare contro i presìdi. La protesta fin dentro la sede del parlamento regionale dello stato di São Paulo.

08 Maggio 2016 - 12:57

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Da settimane professori e studenti delle scuole e delle università brasiliane sono in agitazione per reclamare il diritto ad una educazione di qualità, pubblica e non discriminatoria verso le minoranze. La lotta, che sta coinvolgendo molti stati federali del paese, è partita dallo stato di São Paulo e vede coinvolte molte scuole anche dello stato di Rio de Janeiro e in altri stati.

Dopo l’occupazione iniziata la settimana scorsa del Centro Paula Souza, ente pubblico che amministra molte scuole tecniche e facoltà tecnologiche dello stato di São Paulo, la polizia militare è intervenuta venerdì 6 maggio in forze contro gli studenti che richiedevano il libero accesso a tutte le informazioni sulla gestione dell’istituto, contro i tagli del governo federale che vedrebbero inoltre ridurre la possibilità di accesso alle mense scolastiche, e contro i probabili furti di denaro pubblico finalizzato a questi scopi. La polizia ha violentemente espulso gli occupanti dall’istituto, impedendo ai giornalisti e ai fotografi di avvicinarsi ed agli avvocati di seguire cosa succedeva all’interno dell’edificio.

Il 3 maggio 300 studenti hanno occupato simbolicamente la sede del parlamento regionale (Alesp – Assembleia Legislativa do Estado de São Paulo), chiedendo la sospensione del progetto di riorganizzazione delle scuole, che vedrebbe messi in atto i tagli di bilancio, e abbandonando l’edificio solo nella giornata di ieri, senza che si verificassero scontri con la forza pubblica, dopo aver ottenuto che la discussione del progetto fosse sospesa da parte dell’assemblea legislativa.

La lotta si sta articolando in tutto il paese nei termini di un discorso approfondito sui temi del diritto all’educazione: “Già prima delle occupazioni, con lo sciopero degli insegnanti, ci siamo mobilitati per non perdere tempo. Abbiamo creato un’agenda di dibattiti e lezioni pubbliche, scegliendo di parlare di omofobia, razzismo e aborto. Dobbiamo decostruire l’idea che le lezioni siano un rapporto verticale, con gli alunni ascoltando e i professori spiegando. Crediamo in una scuola dove vi sia uno scambio di conoscenze”, dichiara uno studente che ha partecipato all’occupazione.

Intanto il movimento delle scuole occupate nello stato di Rio de Janeiro si continua a rafforzare. Anche qui è stato occupata nei giorni scorsi l’ente pubblico per l’educazione. Si contano più di 70 occupazioni di scuole, tutte in lotta sulle rivendicazioni comuni dell’elezione diretta dei direttori, per i miglioramenti degli spazi scolastici e la risoluzione del problema delle classi sovraffollate, ma anche con un intenso programma culturale: ogni giorno le scuole ricevono le visite di artisti, intellettuali, insegnanti a sostegno della trasformazione dello spazio pubblico e scolastico in uno spazio attivo e critico.

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