Uova di vernice e scritte in via Zanolini, Split: “Chiediamo case, ci offrono ghetti-chic”. Tra gli studenti medi continua la mobilitazione, Osa: in piazza venerdì 18 “contro il modello di scuola europeo, contro alternanza e maturità e per le dimissioni di Bianchi”.
“La campagna di ‘Split ovunque’ dellə studentə senza casa e senza spazi di Split-Spazio per liberare il tempo continua! Uova di vernice e scritte sull’ennesimo studentato di lusso della nostra città! Chiediamo case, ci offrono ghetti-chic”, scrive il collettivo segnalando l’azione di protesta in via Zanolini: “Non è emergenza, è condizione cronica di questa città. Lo si ripete allo sfinimento, con iniziative, interviste e grida soffocate: la questione abitativa a Bologna è strutturale. Sanzionamenti, blocchi, sabotaggi, occupazioni temporanee, testimonianze, dibattiti. Ciò che negli ultimi mesi abbiamo messo in campo non si ferma. Non si può fermare davanti ai silenzi assordanti o alle promesse vuote delle istituzioni che si riempiono la bocca di quanto questa città sia sempre più accogliente, sempre più inclusiva. Ciò che invece continuiamo – ainoi – ad esperire è tutto il contrario. Non c’è posto per noi qui, letteralmente. Andiamo a vivere ad Imola, a Ferrara, perchè piuttosto che rinunciare a qualche stralcio di vita universitaria bolognese preferiamo così. Ma dove sta scritto che così sia giusto? Che accontentarci è l’unico compromesso possibile?”.
Scrive poi Split: “Le ‘soluzioni’ proposte dall’Università di Bologna sono studentati, il più delle volte ai margini della città, in cui la tua condizione di studentə, cucita addosso come un marchio, si intreccia indissolubilmente con la tua vita, ghettizzandola in un palazzone, alla mercè di coprifuochi, ingressi limitati e ovviamente il tutto sotto il ricatto della buona condotta accademica, infinitamente caro al nostro Ateneo. In altre parole: a te un posto letto serve a Bologna solo perchè devi studiare, studiare, studiare e devi farlo tra i tuoi simili (soprattutto se sei povero) e se invece sei ricco e quindi meritevole ancora meglio, troverai disseminati in città studentati di lusso a tutto spiano, a te la scelta! Per noialtri il centro e il lusso sono un miraggio e ad infarcire di tristezza e rabbia il tutto, è il costo dei trasporti, nettamente superiore ad altre città d’Italia in cui gli abbonamenti annuali per studentə sono anche di 30 euro all’anno! Bologna, come al solito, si distingue in negativo e ciò che ti dice è ‘meritati lo studentato in estrema periferia e possibilmente restaci!’. Nè studentati di lusso, nè studentati pubblici, tenetevi i vostri ghetti-chic, noi vogliamo la nostra vita al centro, che vi piaccia o no!”.
Passando alle scuole superiori, “il 18 febbraio scenderemo in piazza nella data nazionale chiamata dagli studenti in lotta contro il modello di scuola europeo, contro alternanza e maturità e per le dimissioni di Bianchi”, segnala Osa: “Dopo anni di deserto politico a Bologna, sulla spinta dell’occupazione delle Rosa Luxemburg, il malcontento generale degli studenti continua a crescere portando altre scuole ad occupare per ragioni che vanno dai muri che crollano, le aule che mancano, i termosifoni che non funzionano fino al numero spropositato di valutazioni che crea competizione e stress psicologico. L’ultimo mese il Governo ha dimostrato quanto gliene importa dei bisogni degli studenti. Dalla morte di Lorenzo in alternanza scuola-lavoro che ha riportato la scuola sotto i riflettori, alle cariche della polizia durante le proteste pacifiche degli studenti, fino alla maturità 2022. IL Pcto (ex alternanza scuola-lavoro) va abolito perché progetto ideologico istituito per insegnare agli studenti ad obbedire al datore di lavoro, ad essere futuri lavoratori precari e sfruttati. L’esperienza pratica va integrata a scuola, ma non può essere la scusa per mandare noi studenti come manodopera gratuita per le aziende, in cui tra l’altro si rischia la vita”. Il 18 febbraio “ci vediamo alle 9 in piazza Puntoni per andare insieme al concentramento unitario in piazza Aldrovandi”, scrive Osa.