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Blitz all’Inps, poi il corteo: “Facciamo pagare la crisi ai padroni e Governi”

Azione comunicativa delle Brigate Corticella Bolognina alla sede dell’istituto di previdenza: “Con i 170 miliardi dell’Ue 1.000 euro al mese per tutte/i”. Poco dopo, manifestazione da piazza XX Settembre a piazza Maggiore, promossa dai Si Cobas: “I nostri interessi immediati e futuri sono contrapposti e incompatibili agli interessi di chi ci sfrutta e governa”.

06 Giugno 2020 - 17:26

Azione comunicativa alla sede dell’Inps, oggi pomeriggio, da parte delle Brigate Corticella Bolognina, per “chiedere che i soldi per la ripresa vadano a chi ne ha più bisogno! I 170 miliardi dell’Unione Europea devono voler dire un reddito universale incondizionato di 1.000 euro al mese per tutti e tutte!”. Lo striscione e i cartelli delle Brigate hanno sostituito le bandiere italiane e dell’Ue esposte fuori dall’Inps. Nei prossimi mesi “bisognerà decidere chi avrà risorse e chi no. Lo diciamo forte e chiaro: bisogna sostenere chi è in difficoltà, bisogna introdurre un reddito universale incondizionato di 1.000 euro al mese, per evitare che il Covid o altri futuri problemi ci rimettano in ginocchio!”, scrivono le Brigate.

Anche le Brigate Corticella Bolognina, subito dopo, hanno partecipato alla manifestazione “Facciamo pagare la crisi ai padroni e ai loro Governi”, promossa dai Si Cobas. La manifestazione è cominciata con un presidio in piazza XX Settembre e proseguita con un corteo nel centro città fino a piazza Maggiore. Tra le sigle presenti anche Sgb e Unione Inquilini. Dall’appello diffuso per convocare la manifestazione (a Bologna e in molte altre città), a firma Patto d’Azione per un fronte anticapitalista: “Noi lavoratori della logistica considerati carne da macello, con le nostre vite considerate un’inevitabile costo da pagare; noi addetti alla sanità, infermiere, infermieri e medici diventati ‘eroi’ nel momento stesso in cui venivamo mandati al massacro; noi lavoratori immigrati delle campagne sfruttati e sottopagati; noi addetti alle pulizie; noi operai di fabbrica trattati al pari delle macchine con cui lavoriamo in catena di montaggio; noi lavoratori del turismo e dello spettacolo, senza lavoro e senza salario; noi insegnanti e supplenti precari; noi disoccupati, intermittenti, precari e a nero dai mille lavori e contratti, spremuti come limoni nei mille rivoli del decentramento della produzione capitalista e costretti a sopravvivere con paghe da fame; noi donne proletarie discriminate per il loro genere; noi rider che incontrate sulle nostre biciclette per portarvi a casa il cibo; noi studenti di scuole squalificate e senza futuro abbiamo deciso di prendere in mano le sorti delle nostre vite, con la consapevolezza che i nostri interessi immediati e futuri sono contrapposti e incompatibili agli interessi di chi ci sfrutta e di chi ci governa”.

Queste le rivendicazioni alla base della manifestazione: “1- Salario medio garantito per disoccupati, sottoccupati, precari e cassintegrati; 2- Riduzione drastica e generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario: lavorare meno, lavorare tutti; 3- I costi della pandemia siano pagati dai padroni, a partire da una patrimoniale del 10% sul 10% più ricco della popolazione; 4- Libertà di sciopero e agibilità sindacale: contro i divieti delle questure, dei prefetti e della Commissione di garanzia sugli scioperi: se si lavora si ha anche il diritto di svolgere attività sindacale e di scioperare; 5- Abrogazione dei Decreti-sicurezza: no alla militarizzazione ulteriore dei territori e dei luoghi di lavoro; 6- Drastico taglio alle spese militari (un F35 equivale a 7113 respiratori) e alle grandi opere inutili e dannose (quali Tav, Tap, Muos); 7- Piano di assunzione di nuovo personale sanitario: scorrimento degli idonei e delle idonee nelle graduatorie pubbliche e stabilizzazione dei precari e delle precarie, per garantire anche l’abbattimento dei turni di lavoro e le ferie bloccate; 8- Requisizione immediata di tutte le cliniche private, anche oltre l’emergenza, per ricostruire tutti i servizi sanitari territoriali distrutti; contro la mercificazione della salute, per un servizio sanitario unico, universale, efficiente e gratuito; 9- Regolarizzazione e sanatoria per tutti gli immigrati, a partire dalle migliaia di ‘irregolari’ del settore bracciantile; contro la regolarizzazione-beffa ‘Conte- Bellanova’: permessi di soggiorno, documenti anagrafici e riconoscimento pieno per tutti gli immigrati; garanzia di salario diretto e indiretto, diritto all’abitare e assistenza sanitaria; chiusura dei Cpr e riapertura dei porti; 10- Blocco immediato degli affitti, dei mutui sulla prima casa e di tutte le utenze (luce, acqua, gas, internet) per i disoccupati e i cassintegrati; blocco a tempo indeterminato degli sgomberi per tutte le occupazioni a scopo abitativo; 11- Revoca di qualsiasi progetto di Autonomia differenziata che penalizza i proletari e i lavoratori del Sud; 12- Amnistia e misure alternative per garantire la salute di tutti i detenuti e di tutte le detenute”.