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Bds: “Danza Urbana rompa le relazioni con Israele”

Il Coordinamento cittadino contro l’esibizione di un ballerino di Cuneo trasferitosi a Tel Aviv e la sponsorizzazione della kermesse da parte dello stato ebraico.

07 Settembre 2016 - 18:02

Presidio Palestina - © Michele Lapini“Cancellate le performance in programma dell’artista Andrea Martini” e stop alle “relazioni con l’Ambasciata e le altre Istituzioni israeliane”. E’ l’appello del Coordinamento Bds (Boicottaggio disinventimento sanzioni) per il festival Danza Urbana, in programma fino al 14 settembre a Bologna. Martini è un ballerino di Cuneo che ha scelto Israele come seconda patria e vive a Tel Aviv.

Bds invita inoltre gli spettatori del festival e tutti i cittadini bolognesi a “boicottare le performance sponsorizzate dall’Ambasciata di Israele, in solidarietà con il popolo palestinese, e di protestare con la direzione del festival”.

Già due anni fa il coordinamento aveva esortato gli organizzatori a prendere le distanze dal sostegno dell’Ambasciata di Israele, chiedendo di “non danzare sulle tombe di Gaza”. E oggi, dato che “nulla è cambiato” a due anni di distanza, “con grande amarezza” ribadiscono l’appello: “Non possiamo accettare che un governo come quello israeliano, che continua a violare i diritti umani di milioni di palestinesi e la legalità  internazionale, macchiandosi di delitti contro l’umanità con l’uccisione e il ferimento indiscriminati di migliaia di civili, come nel recente attacco alla popolazione di Gaza, utilizzi la cultura e l’arte per distogliere l’attenzione dai suoi crimini”.

Il governo israeliano, secondo Bds, “finanzia eventi culturali all’estero e sostiene le tournee di artisti che si prestano a essere un suo strumento di propaganda, nel tentativo di migliorare l’immagine del paese di fronte all’opinione pubblica internazionale”. Ma arte e cultura “quando si pongono al servizio dell’oppressione di un popolo, della pulizia etnica, dell’Apartheid e si fanno complici di un’occupazione militare che si protrae da decenni in dispregio di innumerevoli risoluzioni Onu, vanno boicottati”. Dunque l’invito “agli organizzatori del festival Danza Urbana e agli altri soggetti coinvolti” è quello “a non essere neutrali e quindi complici, ma ad assumere pubblicamente la responsabilità politica e intellettuale che compete ad ogni soggetto operante nella sfera della cultura”.

Un caso simile era scoppiato a giugno in Romagna, in relazione alla partecipazione della compagnia di danza israeliana Batsheva al Ravenna Festival.