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“Basta sangue sui binari!”

Sgb dopo la morte dell’operaio 56enne: “Inaccettabile che in nome del profitto e del risparmio si mettano a repentaglio altre vite umane”. In Gd i confederali “temono il confronto”, attacca l’Usb. Facchini dell’Sda davanti alla Prefettura.

30 Marzo 2018 - 17:46

“Basta sangue sui binari!”, scrive l’Sgb dopo l’incidente mortale sulla Bologna-Padova. “All’1.40 del 29 marzo un operaio di 56 anni che lavorava per una ditta appaltatrice di Rfi- ricorda il sindacato di base- è morto folgorato mentre effettuava lavori di manutenzione della linea elettrica nei pressi di Bivio Navile a Bologna. Sgb esprime profondo cordoglio e piena solidarietà ai familiari dell’ operaio deceduto. Denunciamo altresì, che quella delle ‘morti sul lavoro’ continua ad essere una delle piaghe del nostro Paese. Ricordiamo che, solo due giorni fa, sono deceduti altri due operai a Livorno, ultimi di una catena che non accenna ad interrompersi, complici le pessime politiche di prevenzione e la continua ricerca di profitto sulla pelle dei lavoratori. Ricerca che si concretizza nella inesorabile privatizzazione di tutte quelle attività che assicurano un servizio efficiente e sicuro ma che sono solo un costo per la società, da qui il continuo subappalto a ditte che, pur di aggiudicarsi le gare, offrono ribassi tali da non poter garantire sicurezza e redditi dignitosi ai propri dipendenti. Il tutto non solo a discapito dei lavoratori ma anche degli utenti che si ritrovano un servizio sempre più caro e meno sicuro. Solo qualche giorno fa l’ad del gruppo fs Mazzoncini snocciolava cifre strabilianti sul miglior risultato economico raggiunto nel corso del 2017. Un risultato ottenuto con l’aumento e la compressione dell’orario di lavoro, con l’abbattimento dei diritti, i tagli alla sicurezza di cui gli ormai quotidiani incidenti sono testimonianza. Non accetteremo mai che in nome del profitto e del risparmio si mettano a repentaglio altre vite umane, riteniamo che il processo di privatizzazione vada interrotto e che si ritorni a considerare la sicurezza dei lavoratori un valore e non un costo”.

Alla Gd, intanto, sta per partire la contestata sperimentazione del nuovo orario di lavoro flessibile, cioè una delle novità introdotte dall’integrativo aziendale firmato da Fim, Fiom e Uilm e bocciato invece dall’Usb. Le sigle confederali dei metalmeccanici hanno deciso di spiegare la novità convocando per mercoledì prossimo una assemblea, alla presenza dei rispettivi segretari provinciali. Porte chiuse invece per l’Usb, che alle ultime elezioni per le Rsu è diventato il primo sindacato e scrive: le sigle di Cgil-Cisl-Uil “temono il confronto con i lavoratori, temono le loro domande, i loro dubbi, le loro possibili obiezioni. Temono il dissenso, che invece è un bene prezioso perchè serve per migliorare”. Per questo, l’Usb ha inviato una lettera in cui si chiede “nuovamente di tenere insieme anche le assemblee. Non è un segreto che esistano punti di vista diversi, che però riteniamo debbano concorrere alla costruzione di una linea sindacale che risponda al meglio ai bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici, che hanno diritto di ascoltare i diversi punti di vista”.

Ieri, infine, si è tenuto sotto la Prefettura un presidio dei lavoratori della Sda, che pochi giorni prima erano stati caricati dalla polizia durante una protesta ai cancelli. Ne dà notizia l’Unione inquilini, che spiega di aver “partecipato al presidio indetto dal Sindacato generale di base a Bologna sotto la Prefettura, in solidarietà ai lavoratori che la cooperativa che gestisce il magazzino Sda a Sala Bolognese vuole licenziare per rappresaglia antisindacale. Molti lavoratori sono anche iscritti al nostro sìndacato e lottano insieme a noi per il diritto all’abitare, non potevamo che essere al loro fianco anche in questa battaglia, queste sono vere questioni, il salario, la casa, la sanità e lo stato sociale per questo l’Unione Inquilini di Bologna si batte e si batterà insieme ai lavoratori e alle lavoratrici!”.