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“Basta razzismo istituzionale”, migranti in presidio davanti alla Prefettura [+comunicato]

Stamattina manifestazione e conferenza stampa in piazza Roosevelt per rivendicare libertà di movimento, di transito, di asilo e un permesso di soggiorno slegato dal reddito.

07 Novembre 2015 - 16:07

Presidio migranti - © Michele LapiniIl tempo dei migranti e i tempi della Questura, è attorno a questi concetti che, nella mattinata odierna, è stato convocato dal Coordinamento Migranti un presidio sotto il palazzo della Prefettura. Oltre a decine di lavoratori migranti bolognesi, erano presenti delegazioni provenienti da Piacenza, Modena e Rimini. Gli striscioni, appesi ai muri di piazza Roosevelt, e gli interventi che si sono succeduti al microfono hanno condannato le soluzioni che le Istituzioni hanno adottato per affrontare l’emergenza migratoria. Prefetture e Regione Emilia-Romagna gestiscono gli arrivi di profughi e rifugiati negando loro i più elementari diritti. Mentre la Questura di Bologna allunga a dismisura i tempi di rilascio dei permessi di soggiorno, abbondantemente oltre il limite di due mesi, previsti dalla legge. Impedendo, in questo modo, ai migranti di avere le carte in regola per trovare un lavoro. Producendo, di fatto, ulteriore disoccupazione, oltre quella già generata da questi anni di crisi.

In più, l’Ufficio Stranieri bolognese della Polizia di Stato adotta, con molta discrezionalità, pratiche molto restrittive nel controllo dei contributi Inps nel conteggio del reddito, nei tempi di durata del permesso di soggiorno e nei tempi di attesa per il rinnovo del permesso e della carta di soggiorno. Durante gli interventi, è uscita anche la denuncia sulle espulsioni a ripetizione di migranti che, usciti dal carcere, hanno trovato lavoro in aziende del territorio per scontare la pena con misure alternative alla detenzione. Espiata l’intera condanna, molti di loro, a fronte di un inserimento nel tessuto produttivo bolognese, si sono visti recapitare comunque il decreto di espulsione, per via di un’applicazione “ultra-intransigente” dell’articolo 4 della Legge Bossi-Fini.

Il sit-in dei migranti aveva tra le sue parole d’ordine la libertà di movimento, di transito e di asilo, contro il “razzismo istituzionale”, per la concessione incondizionata per due anni del permesso di soggiorno.

Si è trattato di un appuntamento che ha anticipato la mobilitazione dell’8 novembre, contro l’annunciata invasione leghista e la calata in piazza Maggiore di Matteo Salvini. Pur sentendosi parte attiva del movimento antirazzista e antifascista, nel corso della manifestazione, molte delle persone che sono intervenute hanno ribadito che contro la Lega Nord non ci si mobilita “una tantum”, ma stando tutti i giorni a fianco dei migranti, delle loro lotte, per la difesa dei loro diritti. La battaglia contro il razzismo leghista è quotidiana, come pure lo deve essere il contrasto al razzismo istituzionale e allo sfruttamento dei migranti.

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> Il comunicato diffuso dopo il presidio:

I migranti in piazza per il permesso di soggiorno e la libertà di transito: basta al razzismo istituzionale, democratico e leghista! La prossima settimana incontro in Prefettura sul tavolo regionale chiesto dal Coordinamento.

Basta al razzismo istituzionale e democratico! Con questa parola d’ordine oltre un centinaio di migranti e italiani provenienti anche da Modena e provincia, Piacenza, Forlì e Rimini stamattina hanno dato vita a un presidio davanti alla prefettura di Bologna, la dotta e tollerante città su cui si allunga l’ombra di Matteo Salvini e della becera destra italiana.

Mentre l’imminente arrivo del mostro da prima pagina ha scatenato la caccia al barbaro, insieme ad altre – favolose e non solo – realtà politiche cittadine abbiamo denunciato le male pratiche di tutti i Salvini democratici che si aggirano nei piani bassi di Questure e Prefetture. Quei Salvini democratici che gestiscono la presenza dei migranti in città attraverso il ricatto del permesso di soggiorno; che consegnano permessi quasi scaduti costringendo i migranti ad attese estenuanti e pagamenti continui; che revocano le carte di soggiorno illimitate nel momento in cui la nuova legge ne fa un requisito essenziale per ottenere la cittadinanza; che trattano i profughi, nel “migliore” dei casi, come forza lavoro gratuita o, nel peggiore, come ospiti indesiderati di cui liberarsi al più presto; che, infine, oppongono ai diritti di chi ha avuto il coraggio di attraversare i confini la grigia prepotenza di chi indossa una divisa.

Per questo in piazza abbiamo ribadito che, contro la falsa alternativa tra il razzismo della Lega e il razzismo democratico e contro i confini esterni e interni all’Europa, rivendichiamo la libertà di muoversi e scegliere dove vivere, la possibilità di transito in sicurezza, una cittadinanza vera per le nuove generazioni e un permesso di soggiorno europeo, della durata minima di due anni e senza condizioni.

I Salvini democratici si aggirano d’altronde anche nei palazzi dell’amministrazione comunale, la cui propensione allo sgombero è ormai tristemente nota, e di quella regionale, che nello scorso giugno aveva promesso di mettere in piedi un tavolo con i Prefetti e i dirigenti degli Uffici Immigrazione della regione per venire incontro alle richieste dei migranti e mettere fine alle male pratiche amministrative. Con il nostro presidio abbiamo ottenuto un incontro all’inizio della prossima settimana in Prefettura per fissare un percorso che porti finalmente al tavolo regionale richiesto quest’estate.

Questo non significa che staremo ad aspettare i tempi della Prefettura e della Regione, i cui vecchi vizi sono fin troppo noti, né che ci accontenteremo di concessioni “democratiche”. Oggi più che mai c’è bisogno di stare quotidianamente dalla parte dei migranti, di liberarci dai confini e di mettere fine a soprusi e sfruttamento praticati sulla base dei documenti che si hanno in tasca. C’è bisogno cioè di riaprire spazi di azione politica dalla parte dei migranti, perché solo ripartendo da qui è possibile unire ciò che le politiche italiane ed Europee vogliono dividere, per fermare il razzismo sfacciato di Salvini e quello democratico delle istituzioni!

Coordinamento Migranti