Acabnews Bologna

“Basta preghiere anti-aborto”, protesta in Consiglio comunale [comunicato+video]

Il collettivo Mujeres Libres interrompe la seduta per manifestare contro i “raduni inquietanti” promossi dalla Comunità Giovanni XXIII davanti al Sant’Orsola. Un vigile strappa lo striscione alle manifestanti.

29 Settembre 2014 - 17:28

muProtesta in Consiglio comunale delle Mujeres Libres, oggi pomeriggio, contro contro i gruppi di preghiera che, animati dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, da tempo stazionano davanti al reparto di Ginecologia del policlinico Sant’Orsola. Il collettivo femminista ha disturbato la seduta per spingere Comune, Sant’Orsola e Regione a dire basta ai “raduni inquietanti” dei gruppi di preghiera e alla “violenza psicologica” praticata sulle donne che vogliono abortire. “E’ assurdo- hanno urlato le Mujeres Libres al megafono- che in una città come Bologna la liberta’ di scelta delle donne sancita dalla Legge 194 possa essere messa in discussione alla luce del sole in un luogo pubblico”. Di fronte a questo “le Istituzioni fanno orecchie da mercante, sembra che al Comune non interessi, che il Sant’Orsola pensi che la cosa non lo riguarda”.

Si legge sul volantino distribuito in Comune: “Pregate, straparlate, flagellatevi. Noi saremo sempre pronte a lottare contro chi ci vuole schiave e madonne. Obiettori, preti, bigotti, fascistelli, non vi lasceremo mai soli”. Durante l’interruzione della seduta, la presidenza del Consiglio comunale ha invitato il collettivo a riporre lo striscione esposto in aula: alla fine è stato uno dei Vigili urbani presenti a strappare  il telo dalle mani delle manifestanti. Gesto che ha ricevuto critiche anche da parte di alcuni consiglieri comunali.

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> Il video diffuso dalle Mujeres Libres:

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> Il comunicato del collettivo:

Questo pomeriggio come collettivo Mujeres Libres ci siamo recate presso la seduta del consiglio comunale di Bologna con l’intento di chiedere al Comune di assumere una posizione chiara riguardo la preghiera antiabortista che tutte le settimane si svolge davanti al reparto di ginecologia del S.Orsola. Nonostante le numerose mobilitazioni susseguitesi tra maggio e giugno scorsi, infatti, la comunità Papa Giovanni XXIII ha continuato a riunirsi in preghiera sul marciapiede davanti alla struttura sanitaria, avendo modo di perpetrare, indisturbata, con i suoi rosari violenze psicologiche sulle donne che si recano ad effettuare una IVG.

Questo il racconto di ciò che è successo: dopo essere entrate nella sala comunale abbiamo srotolato uno striscione che recava la scritta “La preghiera antiabortista al S. Orsola è violenza”, e abbiamo iniziato a leggere il nostro comunicato. Da subito, però, questo si è dimostrato un lunedì di ordinaria follia in consiglio comunale. Siamo riuscite a leggere l’intero volantino, nonostante le numerose provocazioni. Da una parte un autodefinitosi “cittadino bolognese” ci ha più volte e compulsivamente spintonate urlandoci in faccia con fare intimidatorio. Il suo obiettivo era impedire che dicessimo ciò che eravamo andate a far presente, mettendo in discussione la nostra libertà di espressione, e tutto questo basandosi sul discrimine della cittadinanza. Contemporaneamente, dopo la richiesta della presidente del consiglio di ritirare lo striscione (come da prassi), uno dei tre vigili urbani presenti ci ha per sua iniziativa strappato violentemente lo striscione dalle mani, rendendosi protagonista di un’azione talmente violenta da essere contestata persino dagli/lle stess* consiglier* comunali che prendevano parte alla seduta.

Quanto avvenuto ci colpisce particolarmente perché un evento del genere non si era mai verificato, e guarda caso è accaduto proprio quando a presentarsi in consiglio è stato un gruppo di sole donne. Come non pensare a una matrice sessista dietro questo atteggiamento? È inaccettabile che un vigile urbano si senta legittimato ad attuare un comportamento simile durante l’esercizio delle sue funzioni. E tutto questo all’interno di un comune che, mercoledì 1° ottobre, presenterà i risultati di un’indagine su omofobia e sessismo fra i propri dipendenti. Insomma, l’ennesima occasione per sperimentare come fare politica fra sole donne significhi dover mettere in conto ulteriori ostacoli.

Al di là di tutto, comunque, la nostra presenza ha portato all’attenzione del consiglio comunale l’irrisolto problema dei raduni antiabortisti davanti al S. Orsola. I/le consiglier* si sono impegnat* a inserire nell’Ordine del Giorno della prossima seduta il dibattito sulla questione. E noi ci auguriamo che non se lo scordino, altrimenti dovremo tenere libere le nostre vite precarie per i prossimi lunedì pomeriggio!

Pregate, straparlate, flagellatevi: noi saremo sempre pronte a lottare contro chi ci vuole schiave e madonne. Obiettori, preti, bigotti, fascistelli non vi lasceremo mai soli. Fareste meglio a pregare per la vostra salvezza!

Mujeres Libres