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Basilicata / “Quell’olio non lo vuole più nessuno” [video]

Grazie ai vantaggi fiscali riconosciuti ai petrolieri, nella regione che produce quattro quinti dell’oro nero italiano agricoltura e allevamento sono in ginocchio. Il documentario indipendente “Nero d’Italia” ci porta nelle valli del greggio.

11 Marzo 2014 - 10:28

Vincenzo Capogrosso abita a Viggiano. Nella sua terra ci sono 170 alberi d’ulivo. In passato produceva l’olio, ma adesso quell’olio non lo vuole più nessuno: a cinquecento metri da casa sua, l’Eni raffina il petrolio.

In Basilicata si produce l’80% dell’oro nero italiano. È la regione che paga il prezzo più alto di un sistema che fa dell’Italia un paradiso fiscale per le trivelle. Le tasse sono tra le più basse al mondo e, grazie a un sistema di esenzioni, molti riescono pure a non pagarle. Qui capita che gli animali muoiano senza un’apparente ragione; che dopo anni si scopra che qualcuno ha nascosto rifiuti industriali tossici nelle terre coltivate; che i dati sull’inquinamento siano tenuti nascosti.

Firmato dalla giovane freelance Valeria Castellano, Nero d’Italia è un viaggio nelle valli del petrolio. “Non è solo un’inchiesta giornalistica. È una fotografia. Il tentativo di far rivivere, attraverso parole, immagini e musica, le storie di chi vive all’ombra delle trivelle”.

Il documentario, rilasciato con licenza Creeative Commons e disponibile sulla piattaforma Distribuzioni dal basso, è ora in fase di selezione in diversi festival in Italia e in Europa.

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