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Bartleby, “lezioni contro lo sgombero”

Dall’ultima sfuriata dell’Alma Mater “tutto tace”. Il collettivo: “Non si tratta più di difendere Bartleby, ma di passare al contrattacco”. Al via un ciclo di lezioni costruite collettivamente.

19 Novembre 2012 - 10:52

Nel video “Another brick in the wall” tratto dal film The Wall studenti e studentesse vengono trasportati in un enorme fabbrica. Ai loro volti si sotituisce una maschera deformata e anonima. I loro passi si tramutano in una rigida posa a schiena bassa sui banchi di scuola. Un nastro trasportatore li sospinge verso una buca in cui cadranno e in cui verranno macellati.

 

E’ passata qualche settimana dall’ultima sfuriata di Nicoletti&Dionigi contro Bartleby. Da allora tutto tace. Nessuna telefonata, nessuna proposta ufficiale né ufficiosa è arrivata dagli uffici del Rettorato.
Noi siamo ancora in via San Petronio Vecchio 30\a e non abbiamo intenzione di andarcene. Le nostre attività vanno avanti e, anzi, aumentano. Nei giorni in cui le istituzioni universitarie decisero di alzare nuovamente i toni ci siamo impegnati per raccontare nuovamente la nostra storia (abbiamo prodotto addirittura un breve film) e spiegare a tutti perché crediamo ancora che il progetto Bartleby possa essere una sperimentazione da mettere a valore sia in università, che nella città di Bologna.

Ora pensiamo sia tempo di fare un passo ulteriore. Non si tratta più di difendere Bartleby, ma di passare al contrattacco e costruire un piccolo pezzo di università che si ponga dentro e contro il sistema universitario così come esso è attualmente.
A partire da mercoledì 21 novembre organizzeremo, negli spazi di Bartleby una serie di lezioni (cinque, prima della pausa natalizia) coinvolgendo tutti quei soggetti all’interno dell’università che credono che sia possibile costruire un’università differente, fuori dal baronato e dalle retoriche meritocratiche introdotte dalla Gelmini, con la scusa di razionalizzare (leggi tagliare) i fondi all’istruzione.

Un professore con una bacchetta in mano si ferma di fronte ad uno studente distratto, prende il suo quaderno, ne legge il contenuto. Nelle sue pagine una poesia, scritta dallo studente. “Poesie!”, ripete il professore con disprezzo facendo ridere il resto della classe. Poco dopo gli studenti tornano a ripetere in voce meccanica il contenuto della lezione.

Proprio a questo tema sarà dedicata la lezione inaugurale: dov’è, infatti, il merito di cui tanto si parlava? Nella riduzione delle borse di studio? Nella creazione di un’università per pochi? Nella difesa di un esamificio che alla fine dei tre o dei cinque anni consegna un foglio che non è spendibile da nessuna parte? Oppure nell’eliminazione di ricercatori sulla base di graduatorie farlocche, costruite secondo i dettami di chi in università ha sempre comandato?
Cari studenti, studiate in fretta, date più esami possibile e non guardatevi attorno e sarete i migliori, ma sappiate che in università non ci sarà posto per voi: questa era, riassunta, la filosofia esposta dal rettore Dionigi alle matricole presenti in aula magna, non più di un mese fa. Cari studenti, abituatevi a essere rifiutati dal mondo che vi è attorno, chi comanda ha già deciso per voi, siete sudditi.
A questa idea di università, a questa idea di società noi preferiamo di no.

Nella versione ridotta del video un enorme muro circonda un ragazzo che rimane da solo al centro dell’inquadratura, fino a quando il muro non si chiude completamente su di lui. I ragazzi diventano degli enormi martelli, pronti a buttare giù quel muro.
Insieme, cantano un unico ritornello: we don’t need no education, we don’t need no thought control.

A partire dalle proteste dell’Onda abbiamo sempre parlato di un’università differente, organizzando nelle aule universitarie dei corsi di autoformazione che rompessero con la logica performante dei voti e dei crediti, con i ritmi compulsivi dell’esamificio e che mettessero in connessione studenti, ricercatori e docenti, smontando nei fatti l’immagine del maestro incontestabile tanto cara ai baroni e, come si legge nelle sue dichiarazioni pubbliche, al rettore Dionigi. Nonostante i tagli all’istruzione non abbiamo mai pensato che bisognasse difendere “l’università pubblica” così com’era.
Questa definizione ha infatti sempre nascosto il lato conservatore dell’università: il baronato, le lezioni frontali con metodi e argomenti figli di un’altra epoca, una trasmissione dei saperi assolutamente verticale, il ruolo passivo a cui erano costretti gli studenti, le gabbie a cui era sottoposta la ricerca.
Questa è l’università che deve essere abbattuta a colpi di martello. A questa università abbiamo sempre detto e continuiamo a dire: Preferirei di no!

Le lezioni che stiamo costruendo non hanno nulla a che vedere con i corsi a cui siamo abituati. Non saranno costruite in vista di un esame, non si baseranno su una valutazione che pretende oggettività ma è priva di fondamento. Non bisognerà pagare delle tasse per accedervi, né compilare idioti test a crocette. Non saranno lectio magistralis, ma incontri in cui per prima cosa sarà fondamentale il confronto fra i soggetti.
Saranno lezioni costruite in maniera collettiva, pensate con l’idea di coinvolgere il maggior numero di soggetti possibile, dentro e fuori l’università. Nessuna gerarchia, bensì un processo di costruzione collettiva.

Non abbiamo nessuna intenzione di essere educati all’obbedienza, non vogliamo essere oggetti passivi di un sapere imposto ma soggetti attivi che creano. Riprendersi il futuro vuol dire anche iniziare a costruire un altro presente, nelle macerie in cui siamo, nel grigiore di una città messa in vendita al miglior offerente, un’università differente, mattone dopo mattone, qui e ora.

We don’t need no education
We don’t need no thought control

Bartleby

> Il programma dei primi incontri:

21 novembre – ore 19
Anvur e altre catastrofi

Sergio Brasini (Docenti Preoccupati, Unibo)
Francesca Coin (Università di Venezia, redattrice di Roars.it)

28 novembre – ore 19
Il cinema è morto, evviva il cinema!

Monica Dall’Asta (docente Unibo)
Fabio Bianchini (montatore)

5 dicembre – ore 18
“Letteratura e Politica – lezione a partire dai testi di Fredric Jameson e Don DeLillo”

Federico Bertoni (docente Unibo)
Donata Meneghelli (docente Unibo)

12 dicembre – ore 19

Leggere Marx oggi
Sandro Mezzadra (docente Unibo)

19 dicembre – ore 19
40 anni dall’Anti-Edipo

Federico Chicchi (docente Unibo)
Giso Amendola (Università di Salerno)
Franco Berardi Bifo