L’ufficiale giudiziario tornerà il 23 aprile. Pugno chiuso chiede un taglio alle insolvenze degli inquilini: perdere la casa per morosità incolpevole “è una vera vergogna emiliana”.
“Bruna e la sua famiglia hanno ottenuto un rinvio fino al 23 aprile, ma dobbiamo ancora convincere i servizi sociali a chiedere una riduzione del debito contratto in anni con Acer per oggettiva impossibilità a pagare a causa delle condizioni economiche pessime in cui tuttora si trova”. E’ quanto racconta su Facebook l’associazione sindacale Pugno Chiuso, al termine del presidio che ieri mattina ha sventato nuovamente l’esecuzione dello sfratto di una famiglia alla Barca, composta da una madre anziana e due figli adulti, uno invalido a seguito di infortunio del lavoro. In un precedente post l’associazione ha ricostruito come fossero finiti in condizioni di morosità a causa della disoccupazione e di un insoluto per centinaia di euro nato dalla rottura di una tubatura dell’acqua, con conseguente sovraconsumo.
Conclude Pugno Chiuso: “Più di 70 anni un figlio invalido del lavoro e un altro che ha da poco trovato lavoro in cantiere dopo anni di disoccupazione ed una pensione di 600 euro con una bolletta mensile di 200 da pagare ad Acer… Con lei tanti inquilini delle case popolari di Bologna aspettano lo sfratto per mortosità incolpevole e questa è una vera vergogna emiliana, targata Pd. Unisciti a noi se vuoi combatterla”.