“Dateci uno spazio e iniziamo il tavolo politico di assegnazione degli spazi come previsto da progetto e come dalla vostra proposta di martedì, con un interlocutore che abbia un reale peso politico e decisionale”, mandano a dire le/gli attiviste/i lanciando un nuovo presidio per domani alle 12,30 davanti a Palazzo D’Accursio.
Dall’amministrazione comunale “riceviamo la chiusura e l’invito a partecipare a un bando. Peccato che ad un bando, lanciato proprio dal Dipartimento Cultura e Promozione della città, quello dell’attuale sindaco Lepore, avevamo partecipato già nel 2018”. Così Banca Rotta risponde alle prese di posizione assunte dal Comune dopo lo sgombero dell’ex banca di via Fioravanti 12 arrivato giovedì. L’avviso pubblico, ricorda Banca Rotta, aveva come oggetto e finalità “dare risposta al bisogno di spazi […] in cui sperimentare un fare collaborativo anche sul piano delle forme di gestione, per trasformare immobili oggi inutilizzati in ‘luoghi di opportunitа’ per tutti, […] e promuovere una città aperta e inclusiva […] tramite il riconoscimento di esperienze mutualistiche e comunitarie, nonché la sempre più indispensabile collaborazione fra istituzioni, singoli cittadini, comunità informali […]”. E in più, in continuità con il percorso di Fondazione Innovazione Urbana (Fiu), “sperimentando nuove forme di collaborazione”. Il progetto di Banca Rotta Srl, “scardinando le logiche competitive- continua il comunicato- è stato selezionato perché pienamente rispondente agli obiettivi, peccato che poi l’amministrazione si sia tirata indietro rispetto ai suoi stessi intenti scritti nel bando. Si è tirata indietro non essendo in grado di proporre uno strumento di assegnazione capace di ‘sperimentare, sostenere in modo diffuso la partecipazione di cittadini e gruppi informali, riconoscere esperienze comunitarie’. Si è tirata indietro perché dopo tre incontri con l’allora delegata del Gabinetto del sindaco, nel pieno di una trattativa, l’amministrazione è sparita senza preavviso contraddicendo quanto dichiarava di voler fare nel bando: ‘”Collaborazione fra istituzioni, singoli cittadini, comunità informali'”.
Oggi, dopo lo sgombero, “ci viene richiesto di partecipare ai bandi, sebbene la stessa legge nazionale del Terzo Settore all’articolo 55 dichiara di fatto superata questa modalità e invita le amministrazioni a forme di co-programmazione e co-progettazione; quindi, anche sul piano formale, l’amministrazione di Bologna si dimostra tutt’altro che progressista! Ci accusano di non rispettare le regole e addirittura di cercare una via preferenziale: è l’amministrazione che non le ha rispettate, tant’è che non ha mai convocato i garanti, esperti sui beni comuni non necessariamente allineati con l’amministrazione, previsti per vigilare sulla correttezza del percorso (Giuseppe Micciarelli, Maurizio Mumolo e Federica Thiene). Addirittura i garanti dovevano essere affiancati dall’assessore alla cultura del Comune di Barcellona Joan Subirats, mai incontrato. Inoltre, la stessa amministrazione tradiva nei fatti i principi del bando e gli obiettivi del progetto approvato proponendoci un accordo incapace di restituire alla città un modello reale di sperimentazione. In aggiunta, ci siamo rifiutati di accettare gli accomodamenti per il mantenimento dello spazio che ci sono stati proposti durante le trattative, poiché non li ritenevamo trasparenti”.
Dal 2009, intanto, “l’amministrazione paga per via Fioravanti 12 il riscaldamento per un immobile vuoto sperperando le risorse pubbliche. Banca Rotta chiedeva che queste spese continuassero ad essere pagate dal Comune per i buoni fini sociali del nostro progetto senza costringerci a realizzare attività economiche, visto che non si era fatto problemi a pagarle per un immobile chiuso. D’altronde anche il Regolamento dei beni comuni del Comune di Bologna prevede, art. 24 la possibilità di rimborso dei costi per la rigenerazione dei beni comuni urbani. Ci accusano di non aver risposto e invece abbiamo addirittura scritto un giornale pubblico per sollecitare l’amministrazione a dare seguito con coerenza a quanto la stessa ha avanzato. Il fatto che le componenti di maggioranza e opposizione si trovino allineate sul concetto di ‘ordine e pulizia’, ci fa veramente rabbrividire. La coerenza politica e la correttezza non dovete insegnarla a noi, ma praticarla nei fatti senza trincerarvi dietro il ruolo dei funzionari comunali che oltre i loro regolamenti e la burocrazia non possono andare. Che la Giunta abbia la coerenza di dichiarare che il suo asse è posizionato sulla logica della redditività economica e della speculazione, contrariamente a quanto dichiara. Gli spazi vuoti che amministrate sono un bene pubblico, della città e non della vostra personale disponibilità, e dovreste gestirli come tali. Capiamo che le lottizzazioni, le grandi riqualificazioni urbane portano lustro alla vostra città vetrina. Ma dietro l’immagine o l’immaginazione ci sono persone con capacità reddituali e soprattutto con pensieri diversi. Cara Giunta, non siamo una parte piccola della vostra città come immaginate: le assemblee e le tante iniziative spontaneamente sorte nel breve, ma intenso periodo di apertura di Banca Rotta nello spazio di via Fioravanti 12, ne hanno dato una dimostrazione”.
Scrive ancora Banca Rotta: “Dov’è la coerenza e la correttezza politica e formale quando l’amministrazione convoca Banca Rotta ad un incontro, tramite la seconda carica di Palazzo d’Accursio, per proporci un tavolo politico, e poi, in sole 36 ore, smentisce l’offerta, senza aspettare i tempi di risposta concordati? Dove sono le regole? O forse che la mano destra di quest’amministrazione (il sindaco) invalida cosa fa la mano sinistra (la vice-sindaca)? Se anche non ci riguardasse direttamente, come cittadini saremo comunque molto preoccupati per i processi democratici, l’affidabilità e la trasparenza di questa città. Ci vuole coraggio per avviare realmente dei cambiamenti, bisogna fare delle scelte e bisogna avere l’onestà politica di perseguirle, concretizzando l’assegnazione di spazi e non ostacolando la nascita dal basso di esperienze realmente partecipative, innovative e necessarie ai Beni comuni emergenti, nei tanti spazi pubblici abbandonati. È evidente che non c’è nessun motivo per non accogliere la nostra proposta: date uno spazio a Banca Rotta Srl e iniziamo il tavolo politico di assegnazione degli spazi come previsto da progetto e come dalla vostra proposta di martedì, con un interlocutore che abbia un reale peso politico e decisionale. Senza l’assegnazione concreta di spazi, quel tavolo sarebbe solo l’ennesimo esercizio di retorica politica”.
Come Banca Rotta sottolinea in un post su Facebook, “ci vogliamo mettere in gioco, partecipando a questo tavolo di discussione, ma non alle condizioni di chi sgombera ed erige muri di fronte alle nostre legittime pretese. Vogliamo che la discussione teorica abbia anche un risvolto pratico, ovvero spazi in cui sperimentare delle pratiche reali di gestione dei beni comuni. Non ci fermeremo davanti ai muri dell’amministrazione, continueremo a lottare per avere spazi di socialità altra in città”. Per tutte queste ragioni, Banca Rotta torna in piazza: presidio lunedì 11 alle ore 12,30 di fronte al Comune in piazza Maggiore.