Acabnews Bologna

Autoriduzione alla mensa universitaria

Per un’ora gli studenti della campagna OccupyMensa ottengono pasti a 3 euro invece dei soliti 6,85. Ora l’appuntamento è per domani sera: alle 20.30 in Salaborsa nuova “assemblea per la sollevazione continua”.

11 Dicembre 2013 - 16:59

Autoriduzione a 3 euro per un pasto completo (primo, secondo, contorno, acqua e pane) oggi per centinaia di studenti e studentesse dell’Unibo contro i 6,85 euro che solitamente “offre” la mensa privata di Piazza Puntoni. Un passaggio deciso e radicale che la campagna #OccupyMensa ha deciso di darsi dopo aver accumulato energie e consenso tramite molti mesi di inchiesta e movimentazione dentro e ai bordi dell’università. Dopo aver distribuito con successo all’interno della mensa migliaia di pasti a 1 euro per tutto l’autunno sfidando i prezzi ufficiali tramite il passaggio di oggi ci siamo riappropriati di quello che riteniamo essere un diritto di tutt* gli studenti e le studentesse: quello di un pasto accessibile garantito dall’università e dall’Agenzia regionale per il diritto allo studio.

Dopo aver trovato le porte chiuse all’ER.GO qualche settimana fa, abbiamo con forza chiesto al Rettore Dionigi di aprire un tavolo di confronto sui bisogni reali di chi frequente l’università, per trovare soluzioni che possano porre un freno alle politiche di aziendalizzazione degli atenei che sempre di più negano diritti e welfare agli studenti. Da parte dell’amministrazione universitaria ci sono state vaghe promesse di interessamento alla questione, ma quello che vediamo sono inaugurazioni di studentati di lusso (come accaduto pochi giorni fa con l’Alma Hotel) e prese di parola pubbliche che mai si confrontano con la carenza di alloggi per fuorisede, col caro-affitti, col caro-libri, con la mensa più cara d’Italia, con la costruzione di una Zona Universitaria che si misuri anche sulle esigenze di studenti e precari. I tempi delle istituzioni e della burocrazia in tempo di austerità si scontrano sempre di più con gli interessi immediati di studenti e precari, il nocciolo della questione sono le volontà politiche. E oggi, dal basso, centinaia di studenti e studentesse hanno dimostrato che sono dispost* a conquistare i proprio diritti! E sicuramente saranno determinati a portare fino in fondo questa battaglia in cui, partire da oggi, non si torna più indietro: un pasto accessibile a tutt* vivrà in tutte le iniziative di lotta come pratica diretta di riappropriazione.

Per un’ora, dalle 13 alle 14, la mensa più cara d’Italia non è stata tale garantendo a centinaia di persone un pasto accessibile e alla fine dell’iniziativa i soldi risultanti dalla grande affluenza sono stato consegnati al direttore della mensa che ha battuto regolare scontrino fiscale suggellando di fatto l’avvenuta autoriduzione. Questo passaggio radicale di riappropriazione batte il tempo delle lotte che si stanno dando su scale nazionale all’interno del percorso della #sollevazione e si inserisce nelle iniziative di lotta sul reddito previste per il mese di dicembre in tutte le città, come quella di boicottaggio della Granarolo, in solidarietà coi facchini in lotta, che si terrà giovedì 12 dicembre in tutto il paese e anche qui a Bologna.

Per questo come studenti e precari che si riprendono pezzi di reddito e tempi di vita tra studentati occupati (come il Taksim), lotta contro il caro-libri (come l‘esperimento di biblioteca sociale al 36 di via Zamboni tramite il progetto Datastorm), come animatori di #OccupyMensa saremo presenti all’assemblea della #SollevazioneCittadina che si terrà la sera di giovedì 12 alle 20.30 in Sala Borsa per costruire insieme a centri sociali, facchini in lotta, studenti medi, sindacati conflittuali, No People Mover, lavoratori e lavoratrici in lotta e tanti e tante altre l’assedio alla regione Emilia-Romagna che individuiamo come ulteriore attore che causa l’impoverimento delle nostre vite e la speculazione sui nostri territori.

#OccupyMensa

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ASSEMBLEA PER LA SOLLEVAZIONE CONTINUA – BOLOGNA

GIOVEDI’ 12 DICEMBRE ALLE 20:30H IN SALA BORSA

PER COSTRUIRE IL 2014 DI LOTTA E CONFLITTO SOCIALE

“UNA SOLA GRANDE OPERA: REDDITO CASA E DIGNITA’!”

Dopo il corteo di venerdì scorso, che ha portato in piazza centinaia di persone, e l’occupazione della Sala Borsa, una delegazione della manifestazione ha incontrato sabato mattina gli Assessori Malagoli e Frascaroli.

La manifestazione ha sostenuto, in maniera decisa e rabbiosa, la proposta cardine del movimento che si è espressione nelle giornate del 18 e 19 Ottobre a Roma, “Una sola grande opera: Casa, reddito e dignità per tutti”. Una rabbia legittima che aumenta di giorno in giorno a causa della crisi economica che colpisce milioni di persone, e che qui a Bologna si è espressa in maniera chiara, collettiva e politica quando in centinaia siamo andati a “bussare” alle porte dell’amministrazione comunale per chiedere conto delle responsabilità che ha l’istituzione cittadina rispetto alle sofferenze sociali prodotte dalle politiche di austerità. In assenza del sindaco Merola e dell’Assessore Colombo, le richieste precise quanto non mediabili del movimento sono state avanzate il giorno seguente all’assessore Malagoli e Frascaroli.

All’incontro sono stati esposti i temi su cui si producono i percorsi di conflitto in città, che nelle loro differenze e relazione stanno rappresentando un punto di riferimento per settori di popolazione sempre più consistenti. La nostra posizione è che il Sindaco e la Giunta possano e debbano intervenire sull’emergenza abitativa e il diritto all’abitare, richiedendo una moratoria degli sfratti e il riuso del patrimonio sfitto, tramite la requisizione e il blocco delle vendite di patrimonio, e quindi sulla sanatoria delle occupazioni abitative; possano decidere della destinazione dei soldi pubblici come i 120 Milioni di euro che dovranno essere stanziati per il People Mover, e che invece chiediamo possano essere utilizzati per rispondere ad altri bisogni; possano e debbano intervenire rispetto ad un welfare studentesco che assieme alle riforme universitarie sta escludendo dal diritto allo studio e ad una vita degna milioni di giovani.

Abbiamo registrato alcuni dati importanti: le politiche di austerity e le “larghe intese” hanno portato le politiche comunali in una direzione già segnata e visibile in tutta Europa. La giunta si rende conto delle emergenze sociali, lavorative, della precarietà che colpisce la gente. Ma di fronte a questi fatti, ci tocca prendere atto che, nonostante si possa fare dal di vista legislativo, il Comune non vuole attuare una moratoria degli sfratti, che sarebbe l’unica soluzione concreta a questo problema. Rispetto alle occupazioni abitative, e alla questione del patrimonio sfitto, gli Assessori si sono impegnati a sostenere una richiesta, già da loro presentata e indirizzata al prossimo Prefetto, di aprire un tavolo con gli enti e proprietari di patrimonio sfitto, e di portare la richiesta di sanatoria in discussione in Giunta. Un passo positivo, e che si potrà portare a buon fine, ma solo se il Comune si assume la responsabilità e la volontà politica anche di requisire il patrimonio sfitto. Su questi punti vigileremo e daremo conto pubblicamente essendo noi perfettamente a conoscenza delle logiche della rendita dietro al patrimonio sfitto.

Registriamo anche che l’amministrazione comunale si rende conto che a Bologna si potrebbe fare molto di più per studenti, precari e giovani in generale trattati come questione di ordine pubblico o come capro espiatorio di politiche sociali e culturali cieche o sempre al servizio del profitto. Con lo stato di crisi le condizioni di questa fascia della popolazione cittadina subiscono dei gravi peggioramenti cui l’università e l’ER.GO non sembrano interessati a rispondere con una strategia di intervento complessiva di estensione del welfare, ma al contrario si assiste solo ad iniziative sporadiche e insufficienti. In questo senso le recenti esperienze di occupazioni di studentati a Bologna non solo altro che la legittima iniziativa del mondo studentesco di costruzione di quel welfare latitante e ridotto a briciole dalle politiche delle istituzioni della città e dei governi. L’amministrazione a detta degli assessori preseti al tavolo si rende conto del problema sollevato dalle occupazioni degli studentati e considera in prima istanza il bisogno di un tetto degli studenti che ci abitano, rispetto a fantomatici problemi di ordine pubblico. E’ stata quindi espressa la volontà, da parte del comune, di non consegnare alla strada gli occupanti operando sgomberi, ma di misurarsi sui problemi sociali espressi dall’occupazione studentesca.

In questo senso dopo aver raccolto la volontà del Rettore, incontrato dagli studenti la settimana scorsa, di aprire un tavolo di confronto sulle tematiche del welfare studentesco, vigileremo collettivamente sulla disponibilità dell’amministrazione comunale di agire nella direzione espressa e di aprire un tavolo di confronto in tempi brevi tra studenti, università e azienda per il diritto allo studio.

Con grande soddisfazione per la riuscita della manifestazione e dell’occupazione della Sala Borsa, per la determinazione e la maturità politica dell’iniziativa, della relazione tra soggetti organizzati e percorsi di lotta in città, già sappiamo che la nostra sollevazione non finisce qui. Porteremo la stessa determinazione e gli stessi bisogni sociali ad assediare la Regione Emilia Romagna, e rilanciamo già le date di lotta dell’agenda collettiva del movimento: dal 4 al 6 dicembre alcuni pullman scenderanno a Roma per partecipare all’incontro di discussione e lotta delle università ribelli “Univercity Uprising”; il 6 Dicembre lo sciopero del Trasporto pubblico locale, in solidarietà alla lotta dei lavoratori a Genova e contro il processo di privatizzazione; l’8 dicembre giornata di mobilitazione nazionale contro la precarietà, con un presidio di USB sotto la Coop di San Ruffillo (che ha intrapreso un provvedimento disciplinare nei confronti di un lavoratore rifiutatosi di lavorare in un giorno festivo) e altre iniziative dislocate in tutta la città. Il 12 dicembre con iniziative di boicottaggio contro la Granarolo, all’interno della campagna nazionale “Un Natale senza Granarolo, al fianco dei facchini”, e sempre il 12 dicembre alle 20h in Sala Borsa per l’assemblea di movimento in cui si discuterà di come costruire collettivamente un gennaio 2014 di lotta che punta già sulla regione Emilia-Romagna.

Sollevazione continua