Il garante regionale dei detenuti: il 2024 “rischia di essere l’anno più disastroso” in Emilia-Romagna, paragonabile al 2005, l’anno prima che il governo decidesse un atto di clemenza per ridurre il sovraffollamento.
Negli ultimi 22 anni nelle carceri dell’Emilia-Romagna si sono suicidate 80 persone: “Nel 2022 sono state sette, nel 2023 cinque e nel 2024 già sette”, registra il garante regionale dei detenuti Roberto Cavalieri, intervenuto nei giorni scorsi a un convegno promosso dalla Camera penale. “Questo rischia di essere l’anno più disastroso, ricordando i nove suicidi del 2005. L’anno successivo, non a caso, ci fu l’indulto“, ha aggiunto il garante. In Italia da gennaio ci sono stati 79 suicidi, secondo il conteggio dell’Unione Camere Penali e fino all’ultimo di cui si è appreso, nella notte tra venerdì e sabato a Santa Maria Capua Vetere. La popolazione carceraria complessiva di è 61.900 persone, quindicimila oltre la capienza regolare.
L’8% dei 3700 detenuti dell’Emilia-Romagna ha manifestato disagi e tendenze autolesioniste fino al suicidio. Inoltre, il garante regionale evidenzia il problema dello “stato di povertà dei detenuti, che nella stragrande maggioranza ha zero euro” e quindi “nemmeno può fare telefonate”
Il presidente della Camera penale, Nicola Mazzacuva, ha collegato l’incremento dei suicidi a un generale “avvitamento punitivo e repressivo” e invocato “misure che possano ridurre le pene applicate, che sono proprie del diritto penale. Quindi, ad esempio, l’amnistia, l’indulto, il condono, la depenalizzazione dei reati minori, i quali comunque generano procedimenti penali e creano tempi processuali molto lunghi”.
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