Tra decreto Salvini e ordinaria burocrazia le difficoltà dell’associazione Sokos, attiva da 25 anni, nel portare avanti il modello di cura gratuita a favore degli ultimi.
Da un quarto di secolo offre gratuitamente assistenza sanitaria ogni anno a 5000 tra migranti e senza dimora senza chiedere documenti né permessi, grazie all’operato di 40 medici volontari. Oggi però affronta serie difficoltà. E’ l’associazione Sokos, intervenuta in commissione a Palazzo D’Accursio.
La prima questione sul tavolo è quella del rinnovo della convenzione tra l’Ausl e il centro che opera in via Gorki, in zona Corticella, che permette a Sokos di prescrivere ricette per dare farmaci gratuitamente e garantire esami particolari o ricoveri. Non solo: “Rimborsa tutte le spese di gestione e da quando è scaduta la convenzione stiamo andando avanti solo con i soldi di vecchi progetti e dei soci”, spiega l’associazione. E’ scaduta a dicembre, ma l’azienda sanitaria ha chiesto di non rinnovarla prima di tre mesi.
L’entrata in vigore del decreto sicurezza aggrava la situazione perché impedisce il rinnovo del codice ‘Straniero temporaneamente presente’ (Stp), complicando molte attività del centro. Anche se Sokos garantisce servizi di base a tutti, non è più possibile “garantire le visite specializzate e questo apre un circolo vizioso. Molti non si potranno più curare, non esiste più alcun tipo di prevenzione”.
Nonostante le difficoltà, questo venerdì inauguererà un centro odontodiatrico: “Sono mesi che rincorriamo Ausl e Comune per capire come e cosa fare”, ma “si aprirà lo stesso, anche perché se dobbiamo aspettare l’ok dagli altri non andremo mai avanti”.