Domani era prevista la presentazione al Baraccano del suo libro “Contro l’aborto”, su iniziativa del Popolo della famiglia. Non Una Di Meno aveva lanciato un presidio transfemminista (“Urliamo con amore e rabbia che su corpi e territori decidiamo noi!)” e oggi Adinolfi ha comunicato l’annullamento dell’evento.
A Bologna arriva Mario Adinolfi per presentare il suo libro “Contro l’aborto“. Anzi no: di fronte alle annunciate contestazioni, Adinolfi ha annullato l’iniziativa organizzata dal Popolo della famiglia che era stata annunciata per domani sera al Baraccano. Prese di posizione contro questa presenza in città sono arrivate ieri da varie sponde politiche (Coalizione civica, il sindaco Matteo Lepore, Pd e il gruppo di Centrosinistra del quartiere Santo Stefano; Fdi si è invece espressa a sostegno di Adinolfi) e Non Una Di Meno, in particolare, aveva lanciato un presidio con l’esplicita intenzione di disturbare la presentazione, dando appuntamento al Baraccano per un presidio transfemminista: “Contestiamo Adinolfi! Tutte in piazza venerdì 21 aprile alle 20! Scriviamo le nostre regole per essere felici e urliamo con amore e rabbia che su corpi e territori decidiamo noi!”. Un appuntamento che “ci darà l’energia che ci servirà per esplodere in una nuova marea che il 6 maggio invaderà le strade di Ancona per connettersi con quella opposizione sociale che mette al centro l’interdipendenza tra diritti sociali e diritti civili, smascherando chi li narra ancora come divisi”, ha scritto Non Una Di Meno. Stamattina è però arrivato il dietrofront di Adinolfi: “Ho chiesto agli amici del Popolo della famiglia di Bologna di cancellare la presentazione del mio libro prevista per domani sera in città. Dopo le contestazioni che mi hanno accompagnato in ogni città italiana, alcune particolarmente violente come a Venezia dove ci sono voluti 70 agenti in tenuta antisommossa per tenere a bada anarchici e centri sociali, dopo le dichiarazioni della sezione marchigiana della Federazione anarchica italiana, dopo le parole irresponsabili di esponenti del Pd e dello stesso sindaco di Bologna, riprese dai media, mi è stato fatto capire che la data nel capoluogo emiliano avrebbe esposto non tanto me quanto le famiglie che sarebbero venute a seguire la presentazione ad un oggettivo rischio di subire violenza fisica”, è la motivazione fornita pubblicamente con una dichiarazione.
Alla luce dell’annuncio da parte di Adinolfi, scrive Non Una Di Meno: “Ci stiamo riorganizzando, seguite i canali per sapere dove porteremo il nostro amore e la nostra rabbia in città verso il 6 maggio ad Ancona!”.