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Amianto: in regione 2.567 mesoteliomi dal 1996

Mediamente 150 all’anno: i casi documentati hanno interessato 1.860 uomini e 707. Le incidenze maggiori nelle province di Reggio Emilia e Ferrara. A Bologna 575 diagnosi. “C’è ancora molta strada da fare”.

03 Aprile 2018 - 13:52

Tra l’1 gennaio 1996 e il 31 dicembre 2017 in Emilia-Romagna sono 2.567 (1.860 uomini e707 donne) i casi documentati di mesotelioma maligno, malattia causata dall’esposizione all’amianto: mediamente 150 all’anno. Il dato proviene dal Centro operativo regionale di Reggio Emilia ed è stato diffuso in occasione dell’assemblea annuale dell’Afeva (Associazione familiari e vittime amianto). Almeno, sembra delinearsi un calo: dopo aver toccato i picchi di 4,9 casi ogni 100.000 persone nel 2011 e nel 2012 tra gli uomini e di 1,9 casi su 100.000 tra le donne nel 2013, i tassi di incidenza nel 2017 sono arrivati a 4,2 casi ogni 100.000 persone tra gli uomini e 1,2 ogni 100.000 tra le donne. E’ probabilmente un effetto positivo della messa fuori legge dell’amianto del 1992, spiega il Centro operativo, dato che questotipo  di patologia si manifesta 30, 40 o anche 50 anni dopo l’esposizione. L’incidenza più alta del mesotelioma è nella provincia di Reggio Emilia, dove c’erano le Officine reggiane e un’alta concentrazione di aziende che costruivano manufatti in cemento-amianto (otto sulle 10 in regione, le altre erano in provincia di Modena e in provincia di Ferrara): sono stati infatti documentati 379 casi, con incidenza pari a sette casi ogni 100.000 persone tra gli uomini e due tra le donne. Poi c’è Ferrara, dove c’erano gli zuccherifici e il polo petrolchimico: 268 casi, con incidenza di 5,1 tra gli uomini e di 1,9 tra le donne. Bologna ha un’incidenza di 3,7 tra gli uomini e 1,8 tra le donne ma, essendo la provincia più popolata, è quella con più malati in assoluto: 575. Per l’Afeva il nuovo Piano amianto della Regione Emilia-Romagna (varato a dicembre) dal punto di vista sanitario mostra passi avanti significativi, come i centri per la cura del mesotelioma, mentre per quanto riguarda mappature, bonifiche e corretto smaltimento “c’è ancora molta strada da fare”.