Acabnews Bologna

All’ex Masini parte il dormitorio autogestito

Làbas: “Cooperazione sociale contro i fallimenti delle politiche dell’abitare e dell’asilo”. Social log dà notizia di nuovi sfratti rinviati. Intanto all’ex Galaxy smentito chi per il quartiere profettizzava sventura: è tutto tranquillo.

02 Dicembre 2015 - 19:21

Lavori a Làbas (foto facebook Accoglienza Degna)“Accoglienza degna” è il nome del progetto che Làbas inaugurerà questa domenica alle 17: “Siamo pronti – scrive il collettivo – E’ passato un mese da quando abbiamo annunciato pubblicamente la nostra idea di aprire a Làbas un progetto di accoglienza libero dagli approcci emergenziali o assistenziali. In centinaia abbiamo fatto nostro il progetto, partecipando ai lavori di ristrutturazione e allestimento dello spazio, costituendoci in gruppi tematici, organizzando iniziative di raccolta fondi. E ora siamo pronti per cominciare.L’abbiamo definita accoglienza degna, mettendo al centro un concetto, quello della dignità, sacrificato dagli interventi umanitari con cui vengono affrontati i movimenti migratori e la cronica mancanza di case. In altre parole uno spazio dove chi si trova senza casa perché in coda alle graduatorie Erp, o perché escluso dalle strutture pubbliche dei dormitori, dei centri di accoglienza, dei progetti Sprar, può trovare una dimensione confortevole di convivenza e tranquillità.

“Accoglienza Degna non ha nulla a che vedere con le brandine e le camerate collettive – mette in chiaro Làbas – anche se la nostra avventura parte in coincidenza con il Piano Freddo del Comune di Bologna. Si tratta invece di un intervento che attraverso l’auto-valorizzazione, il mutualismo e la cooperazione solidale vuole affrontare in maniera critica ma concreta la crisi abitativa, il fallimento delle politiche dell’abitare e quelle dell’asilo. Proprio i freddi dell’inverno evidenziano ogni anno le carenze di un sistema che, non volendo misurarsi con l’aumento delle fasce sociali investite dalla povertà e poi dalla marginalità, criminalizza e reprime le esperienze delle occupazioni abitative che rivendicano una soluzione e l’interlocuzione con le Istituzioni. Partiamo in velocità, quando il dramma di non avere un tetto diventa ancor più insostenibile, ma è sul lungo periodo che proviamo a costruire un impatto, perché la mancanza di una casa non è un problema con cui misurarsi solo da dicembre a marzo!”.

E allora, “Accoglienza Degna non si pone scadenze, ma una grande sfida: quella di realizzare un dormitorio autogestito, dove si annulla la linea di separazione tra operatori e beneficiari, dove cenare e fare colazione insieme, dove cambiarsi e lavarsi, dove informarsi e connettersi a reti e servizi, dove progettare insieme iniziative e attività, dove farsi carico tutti/e della gestione e della organizzazione. Uno spazio aperto, senza categorie di destinatari predefiniti, dove anche chi è di passaggio in città può fare tappa per prepararsi a raggiungere la propria meta. In questo senso infatti ci sembra necessario contribuire anche alle marce della dignità dei migranti che attraversano le tante frontiere, materiali e immateriali, che limitano o annullano la libertà di scelta di chi si trova a dover fare i conti con la guerra, la miseria, la follia integralista o semplicemente il desiderio di riprogettare la propria vita”.

“Domenica 6 dicembre tagliamo il nastro – si legge in conclusione – e invitiamo a essere con noi quella parte di Bologna che si sente indisponibile, davanti alla crisi del presente, a lasciare spazio al razziPicchetto antisfratto (foto fb Social Log)smo, alle guerre tra poveri e alla sindrome del terrore”.

Non conosce sosta intanto la mobilitazione contro gli sfratti: “Said è operaio, viene licenziato e con quattro figli non può più permettersi di pagare l’affitto – racconta una nota di Comitato inquilini resistenti e Social Log – Pietro invece ha 59 anni, una vita serena come tante altre insieme ai suoi tre figli e al nipotino, faceva il muratore, ma poi arriva il diabete che gli procura grandi sofferenze e lo costringe a lasciare il lavoro con invalidità al 75%. Si aggiunge l’infarto e i suoi 21 anni di contributi gli garantiscono pochi spiccioli per una pensione da fame. Prima poteva mantenere anche la figlia, ragazza madre insieme al suo piccolo, oggi non può più pagare l’affitto se deve sopravvivere”.

“Denunciamo a gran forza – prosegue il testo – queste due storie di forte dolore sociale che per noi sono la realtà quotidiana contro cui ci battiamo per migliorare la qualità della vita a tutti e tutte a partire dal diritto all’abitare. Ex Galaxy (foto Zic)Oggi grazie alla solidarietà del Comitato Inquilini Resistenti siamo riusciti a rinviare gli sfratti per Said e Mario per due mesi evitando che polizia e ufficiale giudiziario li sbattessero fuori casa, ma torniamo a rivendicare con grande forza e determinazione la necessità di una moratoria degli sfratti immediata e la fine degli sgomberi delle occupazioni abitative. Nei prossimi giorni il flagello degli sfratti andrà avanti superando il record per la nostra città di 1500 sfratti all’anno, noi continueremo a resistere e a lottare e facciamo appello alla solidarietà per scaldare questo freddo inverno ormai iniziato: nessuno resti senza casa! Apriamo le porte al diritto all’abitare! Basta sfratti!”.

Si torna a parlare anche dell’ex Galaxy, il residence dove sono ospitate, per due anni non prorogabili, circa una cinquantina di famiglie in emergenza abitativa, ovvero circa 230 persone, di cui 112 minori. Quasi la metà, 22 nuclei familiari, provengono dallo sgombero dell’ex Telecom e, a quanto dichiarato recentemente dall’amministratore del grande condominio adiacente i cui abitanti si sono costituiti in comitato, salta fuori che le cose procedono in tutta tranquillità. Befana all'ex Telecom - © Michele LapiniA settembre, prima del trasferimento delle prime famiglie, il comitato, e con esso diversi esponenti del centrodestra cittadino, parlavano di rischio ghettizzazione e di un impatto non sostenibile sul quartiere; a oggi l’unico problema sollevato paiono essere i panni stesi all’esterno: di fronte al rischio che centinaia di persone affrontino l’inverno al gelo sembra ben piccola cosa.

Sempre a proposito dell’ex Galaxy, Librerie Coop vanta una campagna, in collaborazione con Piazza Grande, per raccogliere libri e giochi per costruire biblioteca e ludoteca del complesso. Sicuramente una buona notizia, ma certo i genitori che vivevano all’ex Telecom potrebbero obiettare che la ludoteca i loro figli l’avevano già, in via Fioravanti, prima che arrivasse la polizia a sbatterli fuori.