Il Tribunale di Sorveglianza ha rigettato, come già per gli altri tre agenti, la richiesta di misure alternative. Patrizia Moretti: “Ora aspettiamo le decisione delle commissioni disciplinari della polizia”.
Non è servito il presidio del Sap di tre giorni fa a convincere il Tribunale di Sorveglianza di Bologna a concedere misure alternative al carcere per il quarto poliziotto condannato per l’omicidio di Federico Aldrovandi la mattina del 29 agosto 2005 a Ferrara. Il poliziotto, condannato a 3 anni e 6 mesi, dovrà scontare 6 mesi come pena residua poichè gli sono stati indultati 3 anni. Una pronuncia analoga, quindi, a quella del 29 gennaio scorso nei confonti degli altri tre condannati.
Il giudice scrive di “un inusitato e prolungato ricorso alla violenza fisica” in una situazione certo non “cosi eccezionale… da richiedere un’attività di contenimento dalle caratteristiche violente rilevate, addirittura letali, nei confronti di un ragazzo solo e disarmato” e di “noncuranza per il dolore e la sofferenza della vittima, a lungo percossa e contenuta, fino a morirne”. Cita anche testualmente quanto l’agente disse qualla mattina parlando via radio alla Centrale: “l ’abbiamo bastonato di brutto per mezz’ora”.
Riguardo le dichiarazioni rilasciate in aula dal poliziotto, il tribunale rileva “un atteggiamento ancora di difesa del proprio operato, da parte del predetto che pare in definitiva rimasto ancorato e fermo agli atti difensivi del processo.“
“Aspettiamo adesso le decisioni delle commissioni disciplinari della polizia“, è lo stringato commento che Patrizia Moretti affida al blog dedicato a suo figlio.
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