Acabnews Bologna

Al gelo, sui letti di cartone

Con le temperature notturne ormai stabilmente sotto le zero, sono ancora tante le persone che dormono in strada. I tre casi di via Maggia, via San Carlo e via Montebello.

16 Dicembre 2012 - 17:05

Un paradosso di questi giorni gelidi. Mentre davanti ai luoghi pubblici più frequentati vengono sparsi chili di sale per limitare il numero di persone che, a causa del ghiaccio, potrebbero cadere a terra, per quelli che in terra, invece, sono costretti a dormire sembra non essere ancora arrivato il momento dell’allerta.

Sabato sera, ore 23, mentre è in corso un vivace viavai di giovani per le strade del centro, in via Marconi, in uno dei lati del palazzo della Deutsche Bank, dalla parte del portico che dà su via Maggia, succede qualcosa di “insolito”. Una decina di uomini, ordinatamente, sta preparandosi un giaciglio di cartoni su cui passare la notte. I “posti letto” sono tutti allineati come se fossero nello stanzone di un asilo notturno. A differenza di un dormitorio, però, qui non ci stanno né bagni né docce, né brande né lenzuola e, soprattutto, ci sono 20° gradi in meno.

In questo “quadro dal vivo” delle festività natalizie bolognesi, ci stanno, anche sul piano simbolico, tutte le contraddizioni che la crisi produce. Per colpa delle banche tantissime persone, in questi anni, si sono rovinate la vita. Quei poveracci sotto il portichetto della banca per eccellenza, del colosso tedesco della finanza, sembra quasi si vogliano riprendere una piccolissima parte (10 metri di marciapiede) della possibilità di vivere che è stata loro sottratta.

E’ molto difficile, però, credere che queste persone siano lì, in quell’angolo buio di Bologna, per una loro scelta volontaria. E’ facile, comunque, che nei prossimi giorni si possa sentire ancora questa favoletta: “Sono soggetti che, allo stanzone di un rifugio notturno e al minimo di regole a cui bisogna sottostare, preferiscono la strada”.
Si tratta delle balle che, annualmente, gli amministraori comunali raccontano per coprire l’insufficienza di posti letto nelle strutture pubbliche. Potrebbero avere almeno la decenza di tacere e, invece, battono sempre lì.

Con questi pensieri per la testa, ci incamminiamo verso la stazione. A metà di via San Carlo c’è una piccola rientranza, sotto il portico che si affaccia sull’area circondata da un’aiuola, come quasi ogni notte, alcuni materassi sono stesi sulla pavimentazione. Un ammasso di coperte e sacchi a pelo non fa capire quante persone ci siano sotto, ma il girarsi e il rigirarsi di questo cumulo informe testimonia la precarietà di una presenza umana.

Scendiamo ancora, verso via Montebello. Al lato destro dell’entrata del supermercato Coop, sdraiati per terra, all’addiaccio, sulle grate dei sotterranei del palazzo, ci stanno quattro senza fissa dimora, coi corpi attaccati al muro, in fila uno sotto i piedi dell’altro. Sono in questa strana posizione, senza nessun riparo dall’umidità e dalle intemperie, perché dalle grate esce aria calda, prodotta dall’impianto di riscaldamento dello stabile. Si tratta di aria tossica, impregnata di petrolio, ma ha il “vantaggio” di essere calda e, quindi, i quattro se la fanno arrivare addosso. Di fianco a loro ci sono i resti di un pranzo consumato a terra, due cartoni aperti di “tavernello” e una bottiglia vuota di aranciata. Oggetti e prodotti che fanno da contorno alla vita di un senza tetto, che ne rappresentano la sua “quotidiana normalità”. La cosa meno normale è, invece, un depliant pubblicitario abbandonato lì vicino. Promuove la recente apertura, in via Montegrappa, di “Stai bene Coop”, il primo negozio di Coop Adriatica dedicato alla salute, al benessere, alla bellezza e all’alimentazione sana. Per trovare uno slogan convincente hanno scomodato il poeta latino Marziale: “La vita non è solo vivere: la vita è stare bene”.

Chissà se il dinamico e ultra-solidale presidente di Coop Adriatica, Adriano Turrini, per Natale, regalerà a quei quattro “cittadini sfortunati” qualche libro sul benessere e la cura della persona, preso nel negozio “Stai bene Coop”. Altrimenti li potrà sempre invitare a uno degli incontri mensili di “Imparare a star bene”, soprattutto a quello dove insegnano a prevenire i malanni di stagione.