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“Al fianco dei prigionieri palestinesi”, in piazza anche a Bologna

Ieri presidio in piazza Maggiore (e contestazione anche all’interno del Comune, durante la visita del premier Gentiloni) per partecipare alla mobilitazione Europe Hunger Strike.

10 Maggio 2017 - 12:04

Anche Bologna ha preso parte alla mobilitazione europea Europe Hunger Strike per esprimere solidarietà nei confronti degli oltre 6.500 prigioniere e prigionieri politici palestinesi nelle carceri israeliane, di cui 1.600 hanno aderito allo sciopero della fame a partire dallo scorso 17 aprile #DignityStrike. Si è infatti svolto un presidio in piazza Maggiore convocato da Bds, Link, Collettivo Handala e Assopace Palestina. “Le detenute e i detenuti rivendicano il rispetto dei loro diritti universali, quali la dignità e la libertà, che si inseriscono nella lotta per la fine della violenza del regime di colonizzazione, occupazione militare e apartheid perpetuato da decenni dallo stato di Israele”, recita l’appello diffuso per promuovere il sit-in, in cui si chiama direttamente in causa l’Alma Mater, “che ha in attivo progetti e accordi con il Technion e altri atenei israeliani impegnati nella ricerca militare. Dopo che l’Unibo ha provato a dissuaderci dall’organizzare l’incontro in università durante l’Israeli Apartheid Week, crediamo sia fondamentale ribadire il nostro impegno in favore dei diritti dei e delle palestinesi”.

Bds, in particolare, racconta che il presidio è servito anche per rilanciare “il boicottaggio di Hewlett Packard (HP), complice dell’oppressione dei palestinesi anche con la fornitura di tecnologie e servizi alle carceri israeliane”.

Un manifestante è anche riuscito ad entrare all’interno del Comune, dove si stava svolgendo un’iniziativa a cui ha partecipato il premier Paolo Gentiloni, esponendo un cartello con scritto “Basta complicità con gli occupanti israeliani”. Racconta Link: “Abbiamo fatto sentire la nostra voce di studenti e studentesse alla conferenza sulla Diplomazia della scienza organizzata dalla fondazione di Romano Prodi presso Palazzo D’Accursio. All’interno erano presenti delegazioni da molti paesi mediorientali ma come sempre avviene mancavano rappresentanti del popolo palestinese. Tra gli interventi previsti vi era quello del Presidente del Consiglio: lo stesso presidente che ha sempre pubblicamente appoggiato le politiche belliche e di apartheid del governo israeliano. Siamo stanchi di subire passivamente le decisioni che vengono prese sulla nostra pelle e su quella dei palestinesi: migliaia di loro sono ingiustamente detenuti nelle carceri israeliane”.