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Agricoltura, la sanatoria ha fatto flop

Solo un lavoratore su 20 ha i requisiti, spiega Usb citando le informazioni raccolte in diverse regioni tra le quali l’Emilia-Romagna. Il sindacato chiede un incontro urgente al presidente del Consiglio: “Il caporalato va sconfitto garantendo diritti, alloggi, trasporto, salario e orario di lavoro”.

04 Agosto 2020 - 17:22

Doveva regolarizzare 200.000 braccianti, al 31 luglio, due settimane prima della scadenza, le richieste sono state un decimo: 19.875 su 148.594 del totale dei lavoratori nei vari settori, secondo i dati diffusi dal Viminale. Insomma, la sanatoria varata a maggio dal governo è stata “un completo fallimento”, scrive Usb, che cita anche le informazioni raccolte “dai nostri delegati, presenti nei campi di Puglia, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Piemonte, Lazio, Campania, Basilicata, Emilia-Romagna”.

Spiega il sindacato: “Ciò che abbiamo verificato, direttamente nei campi, è che solo il 5/6% dei braccianti presenti (stiamo parlando, lo sottolineiamo, di lavoratori che si spaccano la schiena per 25/30€ al giorno) hanno i requisiti necessari per accedere a questa regolarizzazione. E i restanti non hanno i requisiti perché i criteri, i documenti, i costi necessari per una regolarizzazione di soli 6 mesi ostacolano invece che favorire il processo di emersione dal lavoro nero. Ciò che abbiamo constatato, e lo hanno fatto anche inchieste giornalistiche a livello nazionale, è che questa modalità ha favorito un nuovo mercato nero dei documenti necessari, con compravendita di documenti e ulteriore sfruttamento economico dei lavoratori desiderosi di uscire dalla invisibilità della propria esistenza. L’Unione Sindacale di Base ha da subito criticato questo decreto, facendo una facile previsione del suo fallimento e lo ha ribadito al tavolo nazionale sul caporalato di fronte a ministri, all’Inps, all’Anci e ai rappresentanti delle regioni. L’emersione dal caporalato può avvenire solamente garantendo la regolarizzazione di tutti i lavoratori migranti e soprattutto i richiedenti asilo presenti in Italia. L’Unione Sindacale di Base vigilerà nei territori sull’impiego dei 700 milioni di euro impegnati dal governo per combattere il caporalato. Lotteremo fino a che l’ultimo dei braccianti sia considerato con dignità e rispetto. Anche nella notte di sabato 1° agosto a Borgo Mezzanone (Foggia) il degrado e l’abbandono delle istituzioni hanno permesso l’ennesimo violento conflitto tra gli ‘invisibili’. Oggi più di prima ribadiamo che il caporalato va sconfitto garantendo diritti a chi oggi in Italia lavora nei campi per permettere al Made in Italy di essere un’eccellenza, garantendo cioè alloggi e trasporto, garantendo salario ed orario di lavoro. Per queste ragioni abbiamo inviato una richiesta di incontro urgente al presidente del Consiglio Conte ed ai ministri interessati, al fine della modifica del decreto prima del 15 agosto”.