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Aggressione in piazzetta San Giuseppe, arriva il “rito di de-omofobizzazione”

L’appuntamento è per le 18,30 di oggi nel luogo in cui uno studente di 20 anni ha denunciato di essere stato picchiato e derubato, domenica, al grido di “frocio”. Identificati due ragazzi.

30 Marzo 2018 - 15:49

“Domenica 25 marzo, in piazzetta San Giuseppe nel centro di Bologna, un ragazzo è stato insultato e pestato perché gay. Tutte/u streghe! Contro le aggressioni guidate dall’intolleranza omofoba, sessista, patriarcale, raduniamo i nostri poteri di streghe per fare la differenza e riprendiamoci lo spazio! Basta un richiamo, uno sguardo complice, e i nostri corpi insieme occupano il luogo pubblico per esorcizzare la paura, per opporsi alle minacce e alla violenza motivata dall’odio omofobo, sessista e dalle strumentalizzazioni razziste. In solidarietà alla compagna frocia d’oltre manica lanciamo la Febbre Fatale del Venerdì sera contro il macho a briglie sciolte, contro chi ci vuole morte e per salvare la nostra libertà di froce e femministe. Partecipa al rito collettivo di de-omofobizzazione!”. L’appuntamento è per le 18,30 di stasera in via San Giuseppe. A promuoverlo sui social network è il Laboratorio Smaschieramenti. Il riferimento è alla notizia, emersa ieri, di uno studente straniero di 20 anni che ha denunciato di essere stato aggredito, al grido di “frocio!”, da alcuni ragazzi. Sempre ieri si è diffusa la notizia dell’identificazione di due moldavi, di 22 e 24 anni, residenti nel bolognese, che sono stati denunciati per rapina aggravata e lesioni. La Squadra mobile li ha rintracciati tramite i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona. I due (uno dei quali ha precedenti per rapina) sono accusati di aver picchiato lo studente, rubandogli lo zainetto in cui teneva il cellulare, delle carte di credito e 20-30 sterline e rompendogli il naso, motivo per cui la vittima ha avuto una prognosi di 15 giorni. Nonostante al momento dell’aggressione i due fossero incappucciati, la Polizia è risalita alle loro identità perchè le telecamere li hanno ripresi dal luogo dell’aggressione fino alla loro auto, un’Audi A6 parcheggiata in una via vicina.  I due hanno ammesso di aver picchiato e derubato il 20enne, anche se, a quanto si è appreso, sostengono che il movente non fosse l’omofobia. Non si è ritenuto ci fosse pericolo di fuga, per questo i due non sono stati nè fermati, nè arrestati.

All’appuntamento di stasera parteciperanno anche le Mujeres Libres e Non Una Di Meno, che sulla vicenda scrive: “Domenica 25 marzo, in pieno centro, a Bologna, si è consumata un’aggressione di matrice omofoba ai danni di uno studente ‘straniero’, inglese. Quello che balza agli occhi della cronaca – che esce ieri – giovedì 29, e anche ai nostri, è l’indifferenza generale in cui il pestaggio si è consumato. Perché, dopo essersi recato all’ospedale dove ha avuto 15 giorni di prognosi, e quindi aver denunciato l’accaduto, il giovane sottolinea proprio questo aspetto come doppiamente inquietante. Come dargli torto? Chi, con umanità, coscienza e responsabilità, non si fermerebbe a vedere cosa succede, a provare ad evitare che qualcun* si faccia male, o venga offes* per le sue scelte sessuali, il suo genere, la sua provenienza? Noi femministe siamo abituate così: se vediamo una donna strattonata o insultata per strada ci fermiamo per chiedere se tutto va bene. Noi frocie siamo fatte così: se sentiamo dire ‘frocio’ come insulto, anche in assenza di aggressioni, ci mettiamo in mezzo, con tranquillità e ironia. ‘Frocio’, ‘gay’, ‘lesbica’, ‘trans’ non sono insulti, ma scelte di vita, modi di essere o di identificarsi. Noi antirazziste siamo fatte così: se una persona viene insultata o derisa per il suo accento o il suo ‘colore della pelle’ non stiamo in silenzio, anche nella vita quotidiana, sugli autobus, nei bar. A due passi da via Indipendenza, via centrale dei negozi di catena e dello shopping, che nel fine settimana è ampiamente popolata anche nelle sue laterali per la quantità di bar, ristoranti e imprese della food town, un ragazzo è stato insultato, aggredito, derubato da un piccolo branco, perché ‘aveva l’aria da frocio’. Nessun* ha prestato soccorso, ad eccezione di una ragazza che ha chiamato il 112, ma i Carabinieri non sono intervenuti perché l’aggressione si era conclusa, e ormai ‘non c’era niente da fare’. Registriamo ed elaboriamo la notizia – in verità senza troppo stupore, perché ben sappiamo quanto nei locali, anche ‘perbene’, – così come nelle strade e nelle case del centro e dei quartieri alti, si consumino violenze e soprusi, perfino nell’accogliente Bologna. A due passi da Via Indipendenza si è, ancora una volta, normalizzata una delle tante facce della violenza di genere nel silenzio dei passanti”.

In via San Giuseppe ci sarà anche La Mala Educaciòn: “Riconosciamo in quest’atto il segno di un’omotransfobia dilagante, non è possibile neutralizzare queste forme di aggressione come mera violenza da strada! È necessario leggere questi episodi di violenza come un fenomeno strutturale della società eteropatriarcale in cui viviamo, una società che crea ancora fratture e minoranze sulla base dell’orientamento e dell’identità sessuale e riproduce una cultura machista e fascista. Rivendichiamo allora, oggi ancora più forte, di voler essere noi stess* ogni giorno nelle strade, nelle nostre scuole, nelle università e nei luoghi di lavoro! Vogliamo farlo il rischio costante di subire violenza e, allo stesso tempo, abbattendo quest’onda securitaria che non ci rende sicur* rispetto alla violenza sistemica e quotidiana ma anzi strumentalizza i nostri vissuti!”.

Rilancia il rito collettivo anche il Nodo Sociale Antifascista: “Prima lo hanno insultato perché aveva ‘l’aria da frocio’, gli hanno sputato e, quando ha cercato di allontanarsi, uno del gruppo è sceso dall’automobile, l’ha rincorso e lo ha lasciato a terra sanguinante, spaccandogli il naso e provocandogli un trauma cranico. Poi gli hanno anche rubato lo zaino e il telefono. Attorno era pieno di gente, ma nessuno è intervenuto in alcun modo alle grida di aiuto. Non era un angolo sperduto o deserto, ma la piazzetta dietro l’Arena del Sole dietro Via Indipendenza. Già, anche questa è Bologna dove piccoli neofascisti crescono tra l’indifferenza di benpensanti e moderati…”.

Tra i commenti pubblicati tra ieri e oggi, anche quello del Tpo: “Un’aggressione omofoba in pieno centro. È successo a Bologna. Pensavamo forse di essere ‘immuni’ da episodi di omolesbotransfobia? No, non è così: la violenza razzista, fascista, sessista dilaga in questo paese e nella nostra città. L’indifferenza dei passanti è mostruosa e ci indica che gli anticorpi che pensavamo avesse Bologna per respingere odio, sessismo e omofobia hanno lasciato il posto a individualismo e normalizzazione di una violenza strisciante. Non si tratta di un episodio isolato, perché questo ci dimostra ancora una volta quanto la società in cui viviamo sia profondamente patriarcale, sessista e omolesbotransfobica, quanto la violenza maschile e la violenza di genere siano sistemiche e diffuse. Le istituzioni e le forze politiche non forniscono alcuno strumento adeguato per combattere la violenza di genere e l’omolesbotransfobia, e non fanno altro che alimentare retoriche securitarie e del decoro per militarizzare le nostre città: non accettiamo alcuna strumentalizzazione sui nostri corpi! Infatti non è e non sarà la militarizzazione delle strade delle nostre città ad impedire il diffondersi di tali episodi. Non abbiamo bisogno di uomini in divisa per difenderci dalla violenza sessista e omofoba”.

Scrive infine Emilia Antifa: “Uno studente proveniente dall’Inghilterra è stato pestato, in pieno centro, ‘colpevole’ di ‘avere l’aria da frocio’, per mano di persone che si sono appositamente fermate e che l’hanno inseguito quando si è allontanato. Giornali e politici hanno per giorni imbrattato pagine e sprecato parole sul ‘pericolo antifascista’ dopo aver scoperto dell’esistenza del monitoraggio sulle destre in Emilia. Han fatto questo senza mai parlare, guarda il caso, del suo contenuto, ossia la denuncia della diffusione e della sempre maggiore spavalderia di gruppi e personaggi razzisti, sessisti, transfobi e, appunto, omofobi. L’aggressione è invece un tragico esempio del fatto che, nonostante le fanfare del direttivo nazionale dell’Anpi all’indomani del 4 marzo, non ci si può rincuorare dei pessimi risultati elettorali dei gruppi dichiaratamente neofascisti. Il problema che poniamo è che il substrato fascisteggiante è normalizzato e pervasivo in tutta Italia”.