Domani saranno decisi i nuovi parametri, Acqua bene comune: “Tradita volontà espressa dai cittadini al referendum”, inaccattabile “ripristinare la remunerazione del capitale” abrogata dalla consultazione del 2011, “semplicemente chiamandola ‘oneri finanziari'”.
Servizio idrico: domani in Emilia Romagna si decide se aderire al nuovo metodo tariffario
Chiediamo che i e i rappresentanti dei sindaci e dei presidenti di provincia dell’Emilia Romagna si dichiarino al fianco dei 27 milioni di cittadini che hanno votato sì al referendum
Domani, mercoledì 24 aprile, si riunirà a Bologna il Consiglio d’ambito di Atersir [Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti, ndR], che, tra gli altri punti all’ordine del giorno, discuterà del nuovo Metodo Tariffario Transitorio 2012/2013 relativo al Servizio Idrico Integrato.
Si avvia quindi a conclusione la discussione regionale avviata qualche mese fa a seguito della delibera con cui l’AEEG (Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas), il 28 dicembre 2012, ha comunicato qual è il metodo tariffario applicabile negli anni 2012 e 2013, imponendo alle ex-ATO di elaborare il proprio piano tariffario calcolato secondo le nuove regole di composizione della tariffa.
Regole che porteranno a pesanti ed ingiustificati aumenti delle tariffe ai cittadini dell’Emilia Romagna, in un momento di grave crisi per le famiglie. Aumenti che si sommeranno a quelli già deliberati nei territori.
Regole che tradiscono la volontà espressa dai cittadini al Referendum, aggirandone in modo ipocrita la volontà e offendendone l’intelligenza.
Non è infatti accettabile che l’AEEG decida di ripristinare la remunerazione del capitale abrogata dal referendum semplicemente chiamandola “oneri finanziari” e che lo faccia includendo gli interessi non solo sul capitale preso a prestito dalle banche ma anche su quello di proprietà del gestore; così come non è accettabile imporre ai cittadini il pagamento degli ammortamenti sugli investimenti fatti dai gestori con i finanziamenti pubblici ottenuti a fondo perduto (quindi già pagati con la fiscalità generale), e togliere ogni limite all’aumento delle tariffe, che prima era invece fissato al 5%.
Il nuovo metodo tariffario ha come unico scopo quello di tutelare i gestori, costruendo per loro ulteriori strumenti di protezione e di profitto, e facendosi beffe del Referendum.
Per questo chiediamo ai Rappresentanti dei Sindaci e dei Presidenti di Provincia il coraggio di impugnare un Metodo Tariffario Transitorio lesivo delle regole democratiche, difendendo i cittadini, ma anche rifiutando la centralizzazione determinata dalla delibera AEEG.
Non ci si può nascondere dietro un dito scaricandosi dalle responsabilità in nome del dovere di applicare la Tariffa: si scelga con chiarezza e coraggio da che parte stare.
Ricordiamo inoltre che si assumerebbe questa decisione senza rendere nota la verifica legale sulla legittimità della tariffa e quindi la sua eventuale impugnazione che il Presidente si era impegnato coi comitati acqua bene comune ER a fare.
…Ovviamente prima di decidere l’applicazione della tariffa!
Coordinamento Emilia Romagna Comitati acqua bene comune