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Acer: “Sgomberate tre case occupate”

Lepore intanto diffonde l’audio di un agente immobiliare che rifiuta l’affitto a un cittadino egiziano. Non è una novità, ma l’assessore non va oltre a un appello ai candidati alle elezioni.

06 Febbraio 2018 - 11:04

Il “servizio egstione unità residenziali” dell’azienda casa regionale, secondo quanto comunicato ieri mattina, è intervenuto, con reparto mobile della Polizia al seguito, per eseguire lo sgombero di tre appartamenti occupati in via Vezza, al San Donato. Dodici le persone che vi vivevano, secondo quanto afferma il presidente del Quartiere Simone Borsari, rivendicandosi di aver voluto l’intervento dopo aver raccolto la segnalazione da residenti dello stabile. Acer fa sapere che le occupazioni di alloggi Erp sarebbero ancora cinque.

Proprio davanti alla sede di Acer, in piazza della Resistenza, manifesterà giovedì Asia-Usb, “per lanciare una piattaforma nazionale che rispetti veramente – scrive il sindacato – il diritto prioritario di ogni persona ad avere una casa, per fermare l’assurda riforma regionale sull’ERP che condannerà centinaia di famiglie a sfratti e innalzamento del canone, per impedire la svendita delle nostre case popolari e imporre invece l’assegnazione immediata di tutte quelle murate, per far capire a qualsiasi partito vina le elezioni che i soldi pubblici non devono essere utilizzati per armamenti o per il fiscal compact, ma per riqualificare i quartieri popolari aumentando il numero di alloggi pubblici!”.

La giornata di ieri ha visto però balzare in cima alle cronache il tema abitativo soprattutto per un’altra ragione: l’assessore Matteo Lepore ha pubblicato su Facebook la registrazione della telefonata tra un cittadino egiziano e un’agente immobiliare, dove questi dice: “Purtroppo la proprieta’ intende affittare solo a una persona italiana, io le chiedo scusa ma non posso aiutarla”. Non è certo una novità, e Lepore lo sa: “Nell’ultimo anno sono decine le segnalazioni che ho ricevuto, casi di discriminazione di questo tipo”. Quindi? Che fare? Lepore rivolge appello a “tutti i candidati in Parlamento del nostro territorio”, chiedendo “di condannare questi episodi e diimpegnarsi per un battaglia politica e culturale nelle istituzioni e tanto quanto nella società”. Tutto qui? Scritto da chi siede in giunta da quasi sette anni, pare proprio troppo poco.