L’intervento degli agenti dopo la reazione rabbiosa dei manifestanti in picchetto davanti alla struttura. Pugno chiuso: “Il sequestro dei nostri beni personali, ricordi, medicine, mobili è il più odioso degli abusi”.
L’azienda case oggi ha rimosso da due degli appartamenti sgomberati i beni delle famiglie che vi vivevano. “Non possiamo permettere questo ennesimo sopruso su Gandusio e sui suoi abitanti e abbiamo ottenuto che almeno l’inquilino presente possa riprendersi le proprie cose”, scrive Pugno chiuso su Facebook. Di fronte alla rabbiosa reazione dei manifestanti che continuano a picchettare l’esterno dei palazzi, Acer ha chiesto l’intervento della Digos. Prosegue l’associazione: “La polizia accorsa per calmare la nostra ira si è allontanata per ora. Con noi ci sono, allibiti, anche ex-inquilini con l’assegnazione definitiva che non riescono a riprendersi le loro cose. Gli abusi legali nello sgombero dei palazzi popolari della nostra via sono tantissimi, ma il più odioso è il sequestro delle nostre cose, i nostri effetti personali, i documenti, i ricordi, le medicine, i mobili, il nostro cibo che sarà già buono per i vermi”.
“Questi atteggiamenti di illegalità e boicottaggio non sono piu’ ammessi”, tuona il presidente di Acer, sostenendo che questo “ostruzionismo” allungherebbe “i tempi di ristrutturazione di via Gandusio, con il conseguente posticipo di assegnazioni di alloggi popolari rispetto alla lunga lista d’attesa”.
Intanto la mobilitazione continua: “Chi ancora ha una coscienza deve venire in via Gandusio a supportarci”, esorta Pugno chiuso dando appuntamento per un’assemblea pubblica davanti alle palazzine sgomberate alle 18 di questo venerdì.