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Acer, altro sgombero: stavolta in San Donato

E dall’inizio dell’anno l’azienda si fa vanto di aver “sventato” 31 occupazioni. Sabato, intanto, a Calderara cerimonia istituzionale e buffet per la demolizione del Garibaldi 2. E Unione inquilini: “Basta opportunismi elettorali sulla casa”.

11 Aprile 2018 - 17:01

Ennesimo sgombero nell’ambito del patrimonio Acer di Bologna: stavolta l’intervento, a cui hanno partecipato la Polizia municipale e i funzionari dell’azienda, è stato effettuato in via Melato nel quartiere San Donato-San Vitale. Quattro persone sono state “allontanate dall’edificio e saranno sottoposte ad accertamenti da parte della polizia”, ha fatto sapere l’Acer. Con l’occasione l’Acer ha voluto anche diffondere un bilancio delle occupazioni “sventate” dall’inizio dell’anno a oggi sul territorio comunale: il dato fornito parla di 31 i tentativi di occupazione impediti (16 riguardano alloggi e in altri 15 casi si parla  invece unità immobiliari diverse dall’abitazione, ad esempio cantine), metà dei quali nel quartiere Navile.

Nel frattempo, sabato è in programma a Calderara, l’avvio dei lavori per abbattere i blocchi 4-5-6 e ristrutturare il blocco 3 dello storico complesso “Garibaldi 2”, oggetto di un lungo e contestato sgombero nel 2017. E’ prevista una cerimonia alla presenza del sindaco Irene Priolo, del prefetto Matteo Piantedosi e del governatore Stefano Bonaccini. Alle 12 inizier la demolizione, a seguire non mancherà un bel buffet.

Nei giorni scorsi, infine, l’Unione Inquilini è intervenuta sul nodo Erp: “Una parte dei consiglieri regionali dell”Emilia-Romagna si stanno preoccupando per il rincaro degli affitti delle cosiddette ‘case popolari’. Da anni si continua a guardare il problema della casa come un problema emergenziale”, senza rendersi conto “che non è più una questione di emergenza ma un problema di sistema, un problema di attuazione delle politiche che i partiti al governo di Regione, Comune, fino ad arrivare ai Governi nazionali hanno attuato fino ad oggi. Sono anni che non vengono stanziati fondi per l’attuazione di politiche che incrementino o recuperino l’edilizia pubblica. Come Unione inquilini, di cui quest’anno è l’anniversario del 50° anno di fondazione, riportiamo le nostre posizioni in tutte le sedi, istituzionali e non, la questione della casa, che riguarda buona parte del salario indiretto delle lavoratrici e dei lavoratori, deve essere affrontato dal punto di vista politico e deve avere una a risposta di tipo strutturale. Non è un caso che la questione della casa venga anche citata dalla costituzione italiana e che la stessa preveda misure e strumenti per poterne superare le difficoltà che le forze politiche di questo tipo di società non vuole affrontare. Requisizione, autogestione democratica con la partecipazione delle istituzioni e delle associazioni sindacali e civili dei cittadini, cooperazione, vera, nella costruzione, recupero e gestione di immobili pubblici che sono vuoti, lasciati all’incuria, ai topi e ai tossici, sono la strada maestra per risolvere la questione. Prima se ne renderanno conto le forze politiche che la cittadinanza che viene colpita dalla questione ‘casa’ prima la società, nel suo insieme, risolverà la questione. Altre strade sono lastricate da facili opportunisti elettorali che poco hanno a che fare con il voler risolvere la questione”.