Acabnews Bologna

Accordo in Gd, nessuno in cassa integrazione

Usb: “Soddisfatti, ma ci chiediamo cosa abbia determinato questo improvviso cambio di rotta”. Nell’accoglienza, invece, “coop avvia cig senza coinvolgere lavoratori”. Riders raccontano: “Qualcuno ha ricevuto un guanto solo” dalle piattaforme. Epidema, ancora oltre un centinaio di decessi nel bolognese. Controlli, le irregolarità restano pochissime.

11 Aprile 2020 - 19:24

Quindici persone hanno perso la vita nel territorio metropolitano e altre 117 sono state trovate positive a Covid-19 nel territorio metropolitano, per un totale che sale a 2738 casi. di cui 377 nell’imolese. Complessivamente in Emilia-Romagna si contano 19.635 contagi, 507 più di ieri, a fronte di 91.759 tamponi (+5875) e 2481 decessi (+84). I pazienti in terapia intensiva sono 341 (-8),  calano di 66 unità anche quelli ricoverati in altri reparti Covid. In isolamento domiciliare ci sono 8567 persone (+191), quelle guarite sono 3659 (+278) di cui 1725 risultate negative in due test consecutivi (+205). I casi nelle altre province: 3.063 a Piacenza (14 in più rispetto a ieri), 2.512 a Parma (39 in più), 3.765 a Reggio Emilia (135 in più), 3.011 a Modena (81 in più), 580 a Ferrara (14 in più), 789 a Ravenna (13 in più), 642 a Forlì (34 in più), 521 a Cesena (30 in più), 1.677 a Rimini (26 in più).

Sempre molti i controlli: i Carabinieri hanno fermato 1140 persone, elevando 40 contravvenzioni (meno del 4%).

Sul fronte del lavoro, emerge un nuovi aspetti che sarebbero ridicoli se non fossero inquietanti, rispetto a come le piattaforme delle consegne affrontano l’emergenza: secondo Riders Union, è successo perfino di ricevere “un pacco con una sola mascherina e un paio di guanti, o addirittura un guanto solo: destro o sinistro”.

Buone notizie invece arrivano dalla Gd: il colosso del packaging ha firmato con i sindacati un accordo che permetterà a chi resta a casa e non può ricorrere al telelevoro di non perdere un euro di retribuzione ed evitare la cassa integrazione. Spiegano le Rsu Usb Gd: “L’azienda, che in prima battuta auspicava di poter riaprire il 14 aprile, ha deciso di posticipare la riapertura al 20 aprile, in modo graduale, coinvolgendo complessivamente circa una settantina di lavorator@ nella prima settimana, per poi passare a circa una novantina di lavorator@ fino al 30 aprile. I lavorator@ che verranno chiamati (senza forzature) nei vari siti produttivi saranno del montaggio, del magazzino per import export, della sala esperimenti e dell’ufficio tecnico. Le modalità per la riapertura prevederanno nuovi protocolli di sicurezza che verranno illustrati nei prossimi giorni agli RIS e che andranno dal controllo della temperatura in ingresso all’utilizzo, nell’arco della intera giornata lavorativa e fino all’uscita dall’azienda, di mascherine chirurgiche. Sara inoltre obbligatorio rispetto della distanza minima di sicurezza. lnoltre verrà messa in atto una sanificazione continua. Saranno infine previsti percorsi ad hoc da utilizzare per l’entrata e l’uscita dai vari stabilimenti e che dovranno essere utilizzati anche dai pochi lavorator@ esterni presenti. In questa fase, che andrà fino al 30 aprile, tutti i lavoratori che sono in lavoro da remoto continueranno a lavorare da remoto”.

Proseguono le rappresentazione sindacali: “Per tutti i lavorator@ che non hanno la possibilità di lavorare da remoto l’azienda attiverà una copertura coi un permesso retribuito speciale Covid19 che garantirà loro l’interna retribuzione rimanendo a casa. Questo permesso verrà assegnato dal 6 al 30 aprile, quindi di fatto le ferie arretrate, la banca ore e i permessi da trasferta non verrano più erosi e anche il prestito Covid è stato fermato al 3 aprile 2020 e non andrà oltre. Per tutti i lavorator@ che dal 20 al 30 Aprile saranno chiamati a lavorare nelle varie sedi, GD corrisponderà una maggiorazione oraria del 20% per premiare la loro disponibilità. Oggi si è ratificato quanto sopra esposto con un verbale d’accordo che USB ha sottoscritto in quanto raccoglie in pieno quello che USB ha proposto e auspicato fin dall’inizio con richieste formali. L’azienda ci ha infine informati della concreta volontà di intraprendere la strada della conversione di macchine della GDM attraverso una revisione tecnologica che permetta la produzione di mascherine. USB plaude a questa iniziativa, che tra l’altro aveva gia proposto con una lettera all’azienda. Come delegat@ Usb, sebbene molto soddisfatti di questo accordo, ci chiediamo abbia determinato questo improvviso cambio di rotta, che per i lavorator@ impossibilitati a svolgere lavoro da remoto ha visto l’azienda passare dall’obbligo di coprire l’assenza dal lavoro con ferie pregresse, banca ore, permessi di trasferta e prestito Covid19  alla copertura dell’assenza con il 100% della retribuzione a suo carico”.

Segnala infine l‘Usb coop sociali che “la cooperativa sociale Lai-Momo, che gestisce alcune strutture Siproimi del territorio metropolitano bolognese, ha siglato un accordo con la Cgil per mandare ‘alcuni’ lavoratori in Fis (Fondo integrazione salariale). Lo scorso 3 aprile la cooperativa contatta i delegati dell’Usb, come sarebbe pure normale nelle procedure d’informazione e confronto per il ricorso agli ammortizzatori sociali, e prospetta loro l’idea di avviare le procedure per la cassa integrazione (il Fis appunto), ma senza nessun riferimento alle motivazioni che starebbero dietro la decisione e senza accennare alla convocazione già fatta dalla cooperativa alla Cgil (che in questa cooperativa è sindacato di minoranza). Dunque, il 6 aprile scorso, senza coinvolgere le Rsa e i lavoratori, Lai-Momo e Cgil hanno firmato un accordo volto a mandare 15 lavoratori su 47 in cassa integrazione per un massimo di novanta giorni complessivi in un arco temporale che arriva fino al 31 agosto. Con quale criterio 15 lavoratori su 47? E per quale ragione, visto che nel sistema accoglienza, dichiarato servizio essenziale nei codici Ateco del Dpdcm del 22 marzo scorso, le rette sono rimaste invariate e come tali verranno retribuite da comuni e prefetture? L’accordo sindacale non fa nessun riferimento specifico alle cause materiali che inducono la cooperativa ad accedere al Fis se non una causale generica derivata da ’emergenza corona virus'”. Lai-Momo “è la prima cooperativa del settore dell’accoglienza ad avviare questa pratica nel territorio metropolitano di Bologna; lo fa senza rispettare i lavoratori, le loro rappresentanze sindacali, e senza il minimo senso di responsabilità che imporrebbe di lasciare l’accesso al Fis a quei lavoratori che veramente subiscono il calo di commesse o la chiusura dei propri servizi”.