“Non è la storia di un fighter come tanti”, scrive la Palestra Popolare Vag61 segnalando la partecipazione di un proprio atleta a una manifestazione che rientra nei più prestigiosi circuiti della muay thai: “Capita anche che un ragazzino emigrato dal Senegal inizi ad allenarsi nello scantinato di un ex dormitorio…”.
“Quella di Abdoul non è la storia di un fighter come tanti”. Ecco perchè è “con immenso piacere ed orgoglio infinito” che la Palestra Popolare Vag61 annuncia la partecipazione di un proprio atleta, Diallo Abdulaye, ad un incontro che si terrà a fine novembre nel bolognese: la manifestazione in questione rientra infatti in uno dei più prestigiosi circuiti internazionali nel campo della muay thai, spiega la Palestra. “Quella di Abdoul non è la storia di un fighter come tanti, così come la Palestrina è molto di più un luogo dove impariamo le tecniche di questa disciplina. Lo scantinato in cui ci alleniamo è prima di tutto una palestra di vita, un luogo di inclusione sociale e di cooperazione, dove ogni giorno costruiamo e sperimentiamo un modello di società solidale che, difficilmente, riusciamo ad incontrare fuori dalle nostre quattro mura”.
Scrive ancora la Palestra popolare Vag61: “Capita così che dall’ex scantinato di un dormitorio, quattro persone ricavino una stanza dove, negli anni e con collette e cene di autofinanziamento, si istallano un tatami e qualche sacco, si comprano alcuni colpitori, spesso rotti e sempre insufficienti. Capita che in questo posto si intreccino storie di vita fino a quel momento lontanissime, che spesso portano persone ai margini della società a condividere pezzi di quotidiano con studenti e lavoratori. Capita anche che un ragazzino emigrato dal Senegal inizi ad allenarsi in uno scantinato affollato dove conosce compagni e compagne di allenamento e di vita che si supportano fino a raggiungere questo grande traguardo, sperando che sia solo il primo di tanti altri”.