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A Vag61 “107 secondi – Operai del Sud” e poi “La ballata della Fiat”

Alla vigilia della mobilitazione dei metalmeccanici e dello sciopero metropolitano del 27 gennaio, doppio appuntamento a Vag61 (in via Paolo Fabbri 110) insieme a Bartleby e Utopia.

22 Gennaio 2011 - 14:33

Alla vigilia della mobilitazione dei metalmeccanici e dello sciopero metropolitano del 27 gennaio, doppio appuntamento a Vag61 (in via Paolo Fabbri 110) insieme a Bartleby e Utopia. Alle 19 proiezione del documentario di Bruno Federico che racconta la storia dei tre operai licenziati dalla Fiat di Melfi. A seguire, dopo la cena, la Compagnia del Tinello propone una versione aggiornata dello spettacolo “La ballata della Fiat”: una lunga “love story” sul Lingotto vista dalla parte degli operai, da piazza Statuto 1962 a Mirafiori 2011.

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MARK YONNE: CHE DUE MAGLIONI!
da Detroit: fuck off!
da Brampton: vais te faire foutre!
da Belo Horizonte: foda-se!
da Tichy : vipierdalaj!
da Mirafiori: fottiti!

Il giorno prima dello sciopero della FIOM e del corteo metropolitano, a Vag61 un’intensa serata dalla parte degli operai della FIAT.

Mercoledì 26 gennaio
Via Paolo Fabbri 110 (Bologna)

– Ore 19,00 proiezione del documentario “107 secondi – Operai del Sud”, di Bruno Federico, che racconta la storia dei tre operai licenziati dalla FIAT di Melfi.

– Ore 20,15 pausa mensa (da noi è rimasta), con un piatto della Brigata Cucinieri della Cirenaiaca

– Ore 21,30 si alza il sipario e va in scena lo spettacolo di teatro e musica:

LA BALLATA DELLA FIAT
La Compagnia del Tinello si mette la tuta blu per sfidare il maglioncino nero di Sergio Marchionne.
Una lunga love story sul Lingotto vista dalla parte degli operai. Da Piazza Statuto 1962 a Corso Traiano 1969, a Pomigliano 2010, a Mirafiori 2011: cinquant’anni di lotte operaie che si incrociano con le scelte  dei “manager-canaglia” (Valletta, Annibaldi, Ghidella, Romiti, Franco, Montezemolo, Marchionne).

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* 107 SECONDI – OPERAI DEL SUD *

107 secondi è il tempo massimo che Marco aveva a disposizione per effettuare le operazioni a lui assegnate sulla catena di montaggio nello stabilimento Sata di Melfi.
Dal luglio 2010 Marco non può più entrare in fabbrica perchè dopo il licenziamento, nonostante il reintegro predisposto dal tribunale del lavoro di Melfi, la Fiat lo ha bandito dal proprio stabilimento in quanto colpevole di aver aderito ad uno sciopero. Con lui anche Giovanni e Antonio, delegati sindacali della Fiom sullo stesso turno, hanno subito lo stesso trattamento per aver cercato di difenderlo di fronte alle accuse di sabotaggio da parte del preposto aziendale della Fiat.
Da quel momento i tre operai di Melfi hanno deciso di dire basta ai soprusi (persino legali) della Fiat. Hanno intrapreso un viaggio attraverso gli stabilimenti del Sud Italia per rivendicare i propri diritti di lavoratori e per ricostruire quello spirito unitario e combattivo che sembrava avesse ormai abbandonato la classe operaia.
Da Melfi a Foggia, passando da Cassino e Pomigliano per concludere il loro itinerario a Roma in un sit-in sotto il Ministero della Giustizia, Giovanni Antonio e Marco hanno potuto constatare che il livello di pressione e di coercizione da parte della Fiat verso gli operai è il medesimo in tutti gli stabilimenti.
“107 secondi Operai del Sud” è il racconto di come la classe operaia italiana abbia iniziato a risvegliarsi dal suo torpore per condurre una nuova battaglia a difesa non solo dei propri diritti ma della sua stessa esistenza.

Un documentario di Bruno Federico
Prodotto da: La Danza Inmovil e Suttvuess
Con Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte, Marco Pignatelli e gli operai degli stabilimenti Fiat di Melfi, Foggia, Cassino e Pomigliano.
Voce narrante: Luigi Lorusso
Immagini archivio: Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico

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* LA BALLATA DELLA FIAT *
Compagnia del Tinello (teatro-musica)

Sinossi dello spettacolo:

PIAZZA STATUTO 7 LUGLIO 1962
Il sette luglio 1962 era stato indetto lo sciopero generale, ma pochi giorni prima la Uil e il Sida (il sindacato giallo filo-padronale degli Agnelli) avevano firmato il nuovo contratto con un accordo separato. Si trattava di una vera e propria capitolazione… la mattina del 7 luglio gruppi di operai si radunarono sotto la sede della Uil, in piazza Statuto, per far sentire la loro voce… ne scoppiò una rivolta.
CORSO TRAIANO 3 LUGLIO 1969
Il 3 luglio 1969 ancora Torino… ancora la FIAT.
Dopo alcuni mesi di lotte spontanee interne alla fabbrica le nuove avanguardie operaie, insieme agli studenti, provarono a organizzare un corteo esterno per coinvolgere la città, durante uno sciopero contro il caro-vita. La polizia caricò subito davanti alla porta 2 di Mirafiori, i manifestanti risposero. Ci furono scontri che cessarono solo all’una di notte gli scontri cessarono… stava iniziando l’autunno caldo.
9 OTTOBRE 1979: 61 LICENZIAMENTI POLITICI
La lotta per il contratto nazionale dei metalmeccanici del 1979 era stata particolarmente accesa, a Torino si era fatto ricorso a blocchi stradali e forme di lotta quali l’autoriduzione della produzione.
Il 9 ottobre del 1979, al termine di un’inchiesta interna, le direzioni di stabilimento consegnarono a 61 dipendenti Fiat una lettera di licenziamento. Il capo del personale che aveva stilato la lista, disse: “Avevamo già preparato da tempo un elenco di persone contigue ai collettivi operai della Fiat”.
OTTOBRE 1980: LA LOTTA DEI 35 GIORNI
Quando il 10 settembre 1980 la Fiat annunciò 14.469 licenziamenti in fabbrica fu subito chiara la portata della posta in gioco.
Le liste degli “esuberi”, risultarono essere lunghi elenchi di proscrizione: comprendevano la maggior parte dei delegati e degli operai più attivi, una grande quantità di donne, e tutti i lavoratori invalidi e quelli considerati inidonei.
Nei giorni successivi, partirono cortei, presidi davanti ai cancelli, i muri esterni alla fabbrica si coprirono di immagini, di bandiere, di segni di una testarda solidarietà. I piazzali divennero gli spazi della vita quotidiana degli operai.
Ad un certo punto, la direzione Fiat decise di scendere direttamente in campo organizzando capi, intermedi e impiegati. Il 14 ottobre c’è la “marcia dei 40 mila”. Subito dopo, arrivò la notizia che molti temevano: era stata raggiunta un’ipotesi di accordo che prevedeva un periodo di 36 mesi di Cassa integrazione per 24 mila lavoratori, al termine del quale, per un numero imprecisato ci sarebbe stata la mobilità esterna. .
LA FABBRICA NORMALIZZATA
Negli anni successivi, la restaurazione sfoltì ampiamente la presenza in fabbrica, il nuovo operaio che ne venne fuori era sedato e ricattato.
Invece, per le migliaia di persone che, da un giorno all’altro, si trovarono ad  essere “esuberi”, espulsi dai luoghi di lavoro, ci fu una realtà di emarginazione sociale. Negli anni ’80, a Torino, si sono suicidati tanti (troppi) lavoratori Fiat in cassintegrazione.
MELFI, MAGGIO 2004
Alla Fiat Sata di Melfi, la “fabbrica modello” della produzione just in time toyotista e della nuova metrica del lavoro, nel maggio 2004, dopo 11 anni di pace sociale (seguiti alla sua apertura), scoppiò la rivolta dei lavoratori.
TERMINI IMERESE 2009
Il 18 giugno 2009 Sergio Marchionne annunciava, a un incontro coi sindacati e il governo, che lo stabilimento Fiat di Termini Imerese non averbbe prodotto più auto a partire dal 2012.
Nei giorni successivi sono iniziate lotte e scioperi.
Il 19 gennaio 2010 diciotto operai sono saliti sul tetto di un capannone della della Fiat a Termini Imerese dopo aver ricevuto le lettere di licenziamento.
POMIGLIANO D’ARCO 2010
Il 14 giugno 2010 viene firmato l’accordo tra la Fiat e Fim-Cisl, Uilm, Ugl e Fismic per lo stabilimento di Pomigliano.
Il bidone che i “sindacati complici” hanno fatto passare è colossale. All’intesa non ha aderito la Fiom
Il 22 giugno i lavoratori di Pomigliano, vengono consultati con referendum sindacale, il sì vince ma non sfonda: solo il 62,2% ha dato il proprio consenso
La scelta era impossibile: o perdere il lavoro oppure accettare un accordo che pochi anni fa nessuno si sarebbe mai azzardato anche soltanto di proporre.
I 3 LICENZIATI di MELFI
A metà luglio 2010 sono stati licenziati tre operai della Fiat di Melfi (due dei quali delegati Fiom). L’azienda li ha accusati di aver bloccato, durante un corteo interno, un carrello robotizzato che portava materiale ad operai che invece lavoravano regolarmente. Il giudice del lavoro ha riscontrato l’antisindacabilità del provvedimento e ha deciso il loro reintegro. Nonostante la sentenza, la Fiat “non intende avvalersi delle loro prestazioni”.
MIRAFIORI 2011
La storia della Fiat degli ultimi decenni è quella di una multinazionale che chiude gli stabilimenti in Italia e li apre in paesi dove la manodopera costa meno e con il ricatto della “fuga all’estero” attacca i diritti degli operai italiani. Nello spettacolo è stato inserito (in tempo reale) il racconto della giornate di Mirafiori di questo terribile gennaio.