Culture

A scarpinare sul Monte Giovi, intrecciando resistenze [foto+video+audio]

Racconto di una giornata lungo i sentieri del Mugello con BaLotta Continua e Malasuerte Fi Sud, Pierpaolo, Rossana, Marco e Wu Ming. Musica, parole, un passo dopo l’altro per tornare a Genova passando dalla Val di Susa, per viaggiare nella memoria partigiana, per partire dalla scuola di Barbiana ed entrare in quella (dimenticata) dell’emergenza Covid.

25 Settembre 2020 - 11:41

Noi siamo gli ultimi di un tempo che nel suo male sparirà
Qui l’avvenire è già presente, chi ha compagni non morirà
Al profitto e al suo volere tutto l’uomo si tradì
Ma la Comune avrà il potere, dov’era il no faremo il sì…

(Scarpinata letteraria a Monte Giovi - foto di Flavia Sistilli)Le parole e le note dell’Internazionale di Franco Fortini, delicate e potenti, risuonano tra i monti dell’Appennino tosco-emiliano. Ha smesso di piovere da pochi minuti. Ricomincerà in serata, risparmiando con insperata accuratezza i più temerari che hanno deciso di sfidare il meteo, partendo comunque dalle due regioni confinanti per ritrovarsi il località Tamburino – nel Mugello – e partecipare alla “scarpinata letteraria” sul Monte Giovi, la terza dopo quelle sul Contrafforte Pliocenico e a Monte Sole, organizzata in questa occasione da BaLotta Continua e Malasuerte Fi Sud, Pierpaolo Calonaci e Rossana Sebastiani, Marco Manfredi e Wu Ming. Formula tanto semplice (“Si cammina, si racconta, si suona e si sta insieme”) quanto infallibile, cucita addosso stavolta ai paesaggi, alle atmosfere, alle pagine di storia che costellano una “trapunta di terra” chiamata Mugello. Il Mugello della Resistenza contro il nazifascismo, il Mugello della scuola di Barbiana. Siamo in Toscana dunque (tra i comuni di Vicchio, Borgo San Lorenzo e Pontassieve), è il 20 settembre e tutto intorno tiene banco l’attesa per il voto delle regionali. Tra gli indigeni della comitiva c’è chi confessa temporanee crisi ipertensive, ma il resto non è più di un’eco lontana. Qui si cammina alto.

Si cammina lungo il sentiero dedicato a Bianca Bianchi, partigiana. Si cammina tramandando il ricordo del comandante Aligi Barducci, nome di battaglia Potente. Si cammina immaginando al proprio fianco i NoTav della Val di Susa e tra loro anche Dana, barbaramente condannata a 24 mesi di carcere – senza la concessione di misure alternative – per una manifestazione di otto anni fa. Si cammina pensando alle sorti della scuola in tempi di coronavirus e a quella volta che fu grazie agli studenti se finalmente accadde un fatto nuovo, un fatto nuovo, un fatto nuovo. Si cammina facendosi strada tra le parole come pietre di don Milani. Si cammina facendo pompare i cuori rossi, i nostri, come quelli di Francesco Lorusso e Carlo Giuliani.

Si cammina liberi di farlo, dopo che il lockdown – dice Alessia, in attesa di imboccare la prima salita – ci ha insegnato che “dovremmo imparare un po’ di più a tessere reti e relazioni, perchè da soli andiamo ben poco lontano. Questa vorrebbe essere la sigla di questa scarpinata, ma magari anche di un modo nuovo di stare insieme”. L’Internazionale scalda le menti e dà energia ai muscoli. Poi, zaini e strumenti in spalla. Si parte.

Nel video la BaLotta Continua suona “L’Internazionale” di Franco Fortini (estratto):

Le foto della giornata scattate da Flavia Sistilli:

Scarpinata letteraria sul Monte Giovi

Nell’audio Wu Ming 2 legge un brano tratto da “Il Mugello è una trapunta di terra” di Simona Baldanzi (estratto):

“Qui purtroppo- dice Diego, durante la prima delle soste programmate lungo il cammino- a differenza di quello che stanno continuando a fare da oltre 30 anni in Val di Susa, non siamo riusciti, e questo è un grosso rammarico, a tutelare il nostro territorio e a difenderlo da quelli che sono solo ed esclusivamente interessi economici. Non ci siamo riusciti e ora ognuno di noi cerca di capire perchè. In Val di Susa invece ci stanno riuscendo, nonostante tutto e nonostante la repressione che colpisce persone che sono solo innamorate della propria terra e che vogliono continuare a viverla in modo sano e naturale. E la repressione ha colpito recentemente Dana, alla quale sono stati comminati al momento due anni di reclusione e quindi questo brano lo dedichiamo a lei e a tutte le persone che subiscono la repressione di Stato, che tutela solo gli interessi di pochi a discapito dell’interesse collettivo”.

Nel video BaLotta Continua e Malasuerte Fi Sud suonano “Quattro metri quadri” di Malasuerte Fi Sud:

Nel video Marco Manfredi legge un brano di “Aligi Barducci, comandante della divisione Garibaldi «Arno»” (estratto):

Altra sosta. “Questo sarà un anno difficile per ragazzi e insegnanti”, dice Simone prima di dedicare una canzone (combattiva, ça va sans dire) agli studenti: con l’avvento della pandemia di Covid-19 “la scuola è finita in fondo alle priorità, più che un bene comune di prima necessità è stata considerata un al massimo un parcheggio per far fronte alle esigenze dei genitori”.

Nel video la BaLotta Continua suona “Valle Giulia” di Paolo Pietrangeli (estratto):

Nel video Pierpaolo Calonaci legge una lettera di don Lorenzo Milani al direttore del “Giornale del mattino” di Firenze e alcuni brani tratti da “Lettera a una professoressa”:

Nuova tappa. Quella in procinto di essere suonata, spiega Diego, è “una canzone che abbiamo scritto dopo aver letto un libro che si intitola ‘Cuori rossi’, un libro che parla di storie e di esperienze di ragazzi di più o meno 20 anni che nella vita hanno scelto di combattere battaglie di uguaglianza, di combattere il fascismo. L’hanno scelto in un periodo particolare, nel dopoguerra, questo però non ha reso meno difficile questa storia tant’è vero che sono storie di ragazzi che sono stati portati via alla vita proprio per questo motivo, dallo Stato in alcuni casi e dai fascisti contemporanei in altri. E questa vuol essere una dedica in prospettiva a tutti quei ragazzi di 20 anni, ma anche più piccoli, che scelgono una direzione e che credono che un altro mondo sia possibile, sia sempre possibile”.

Nel video la BaLotta Continua e Malasuerte Fi Sud suonano “Fiore” di Malasuerte Fi Sud:

Prosegue il cammino, c’è ancora spazio per la musica. “Questa è una canzone che sentiamo particolarmente nostra- spiega Simone- perchè parla di qualcosa che è avvenuta nella nostra città di nascita o adozione, Bologna. E’ una canzone che è nata all’interno di un posto a noi caro, Vag61. E’ una canzone che parla di Francesco Lorusso, ucciso l’11 marzo del 1977 in via Mascarella”.

Nel video la BaLotta Continua suona “Canzone per Francesco”, liberamente tratta da un testo di Carla Castelli con arrangiamento di Carlo Lojodice:

Nel video Alessia legge un brano tratto da “La storia è memoria. Ti racconto la mia vita” di Bianca Bianchi:

Nell’audio Rossana Sebastiani legge un brano tratto da “La storia è memoria. Ti racconto la mia vita” di Bianca Bianchi (estratto):

Il cammino è concluso, il percorso ad anello riporta gli scarpinatori lì dove l’escursione (“excurrere”, correre fuori) era iniziata. Le ultime letture. L’ultima canzone. “E’ un brano che abbiamo scritto anni fa- racconta Diego- per un ragazzo che ha perso la vita a Genova e quando dico Genova, per molti di noi, non è più una città. Se dico Genova, per chi era lì nel 2001, Genova è cristallizzata in un momento in cui centinaia di migliaia di persone, facendo un percorso, si erano trovate tutte insieme credendo veramente che un altro mondo fosse possibile. Che fosse possibile praticare un mondo diverso da quello che questo sistema economico ci impone, sempre, quotidianamente. Quella Genova, per chi magari è piccolo o giovane e non c’era, ora qualcuno forse qui, è stata stroncata e repressa nel sangue come se in realtà tutte quelle persone non stessero combattendo per un mondo migliore e più giusto per tutti, non solo per loro. E il momento in cui viene ucciso Carlo Giuliani in piazza Alimonda, il giorno zero dell’anno zero, perchè da quel momento lì quel movimento è stato smembrato e sfasciato in pezzi e ognuna delle persone che era lì, con i propri pezzi e i propri cocci. L’anno prossimo saranno vent’anni da Genova, vent’anni come quei ragazzi di cui parlavamo prima, vent’anni come li avevano tantissimi partigiani. Vent’anni. E’ un momento che ha trovato una sua maturità e forse dovremmo cominciare a trovare anche noi la nostra maturità, per guardare ai nostri cocci personali e collettivi, rimetterli insieme e provare di nuovo a praticare un altro mondo possibile”.

Nel video BaLotta Continua e Malasuerte Fi Sud suonano “Il mio nome è Carlo” di Malasuerte Fi Sud:

Fine del viaggio. Il cielo manda chiari segnali: la tregua amorevolmente concessa è finita. “Anche il meteo ci suggerisce di prenderci una pausa e poi, probabilmente, con la primavera torneremo a mettere il naso fuori dopo un po’ di letargo”, guarda in là Wu Ming 2 congedando la brigata: “Letargo solo dal punto di vista dei cammini con letture e musica e delle nostre scarpinate, poi magari ci vedremo lo stesso con molti di voi, anzi lo speriamo, in luoghi al coperto che torneranno ad essere frequentabili come lo erano prima di tutti il casino”.

…e tra di noi divideremo lavoro, amore, libertà
E insieme ci riprenderemo la parola e la verità
Guarda in viso, tienili a memoria chi ci uccise, chi mentì
Compagni, porta la tua storia alla certezza che ci unì