Sarà una tappa della mobilitazione che guarda al G20 a luglio ad Amburgo: se ne parla oggi e domani a un incontro transnazionale al Tpo, “in vista delle contestazioni ai vertici della prossima estate”.
Come annunciato a fine anno scorso dal governo, è Bologna la città scelta per ospitare uno dei summit correlati al G7 di Taormina, quello dei ministri dell’Ambiente del club dei sette.
Ed è in vista di quella data, così come del G20 previsto a luglio ad Amburgo, che sta iniziando in queste ore al Tpo il meeting transnazionale Sme – Struggles Make Europe, con un programma che si conclude domani, pensato per “confrontarsi attorno alla nuova centralità assunta dai meeting dei così detti ‘Grandi della Terra’ nei processi di trasformazione globali”.
Così gli attivisti e le attiviste da tutta Europa presentano l’iniziativa: “Una nuova centralità assunta a partire dal cambio di paradigma che si scorge all’indomani dell’elezione di Trump a presidente degli Stati Uniti e la messa in discussione nel campo liberale di processi sociali,economici, produttivi e non ultimo ambientali. Il G20 di Amburgo travalica per definizione i confini statali per inserirsi di diritto nell’agenda internazionale non solo dei rappresentanti istituzionali ma anche di quella dei movimenti, in particolare quelli europei, che a partire dalle lotte anti-austerity fino a quelle al fianco di migranti e rifugiati in cerca di nuova cittadinanza, provano a ridefinire lo spazio europeo dal basso”.
Al centro dei temi che verranno affrontati, anche il G7 dell’Ambiente atteso in città i prossimi 11 e 12 giugno: “Il meeting di Bologna si propone quindi come un primo momento di incontro e confronto attorno ai nodi che maggiormente definisco in punti di crisi generate dalle politiche ultraliberali degli ultimi anni in vista delle contestazioni ai vertici della prossima estate. Bologna ospiterà a giugno il vertice del G7 dei ministri dell’Ambiente, un incontro propedeutico al G20 di Amburgo e in continuità con il G7 di Taormina e il G7 dei ministri delle Finanze di Bari, appuntamenti che oltre ad un carico simbolico assumono sempre più importanza a partire dalla ridefinizione dei rapporti di forza tra grandi potenze nello scacchiere internazionale. A partire dalla necessità di articolare una proposta politica transnazionale di alternativa alle politiche liberali che hanno generato le crisi che sono sotto gli occhi di tutte e tutti noi ci apprestiamo ad aprire i lavori del meeting del 24 e 25 febbraio, con una tavola rotonda in università il prossimo venerdì”.
Questo il programma degli incontri e dei contributi al dibattito: “Con la partecipazione di docenti, ricercatori e attiviste/i dalla Germania proveremo ad interrogarci su quella che abbiamo definito la crisi esistenziale Europea, ovvero lo smarrimento di una ‘mission’ sotto i colpi dell’austerity e della tecnocrazia di un’Europa che alza muri e acuisce diseguaglianze in nome di dogmi neoliberali e tendenze sovraniste. Il sabato i lavori si svilupperanno attraverso tre workshop, uno riguardante le crisi ambientali, terreno centrale di scontro tra le tendenze estrattiviste del capitale e le resistenze di territori non disponibili alle aggressioni di un ambiente sempre più messo in pericolo dalle nuove tendenze negazioniste di Trump rispetto al tema dei cambiamenti climatici. Il secondo workshop metterà al centro le politiche migratorie e i punti di rottura che migranti e attivisti hanno agito negli ultimi anni nella fortezza Europa, definendo dal basso nuove pratiche di cittadinanza e dignità. Il workshop conclusivo della giornata di sabato sarà invece centrato sul G20 di Amburgo e sugli appuntamenti intermedi, in particolare quello di Bologna, di quella che si prospetta come una grande mobilitazione e contestazione al vertice tedesco, un workshop in cui confluiranno gli esiti dei tavoli di lavoro della mattina e che avrà l’ambizione di riarticolare su un piano europeo le resistenze che dalle lotte ambientali passando per le lotte anti-austerity e quelle per una nuova cittadinanza costituiscono l’unica via d’uscita alle miserie delle politiche neoliberiste globali”.