Opinioni

Sulla manifestazione contro la repressione del 21 settembre: salutiamo l’estate ed abbracciamo l’autunno

Quello di sabato un corteo intergenerazionale e trasversale, costruito “a partire dal riconoscimento di una problematica comune: un incremento costante delle misure repressive impiegate dallo Stato e dal Governo per sedare qualsiasi forma di lotta”.

24 Settembre 2024 - 15:24

Nell’ultimo sabato estivo Bologna è tornata ad abitarsi di colore. Dal Don Bosco a piazza San Francesco, una massa intergenerazionale di corpi è tornata ad incontrarsi dopo la pausa estiva, raccogliendosi nello slogan “Unitə contro la repressione”.

Si è contrapposta alla massa del turismo mordi-e-fuggi che le forze dell’ordine si sono tanto premurate di tutelare “invitando” a modificare la chiusura del percorso del corteo, da piazza Maggiore a piazza San Francesco.

Le realtà aderenti al corteo, con Extintion Rebellion promotrice delle assemblee pubbliche tenutesi a Vag61 nei mesi scorsi, hanno ripercorso i momenti che hanno caratterizzato la scorsa stagione politica bolognese a partire dal riconoscimento di una problematica comune: un incremento costante delle misure repressive impiegate dallo Stato e dal Governo per sedare qualsiasi forma di lotta.

Tra i temi caldi riportati, la necessità di una riflessione collettiva sull’imminente approvazione del ddl 1660 “sicurezza” è certamente quello che maggiormente ci unisce, insieme alle rivendicazioni di un territorio colpito dalla terza alluvione nell’ultimo anno e mezzo, costretto a rialzarsi ancora una volta da solo, mentre la politica nazionale e quella locale si rimbalzano la responsabilità lavandosene le mani. Questo, in un contesto di costante e crescente militarizzazione della vita sorretta, tra le altre cose, dal genocidio del popolo palestinese ancora in corso.

Non era scontato che così tante strutture, diverse, riuscissero ad unirsi in un corteo comune. Forse, più che un momento di conflitto contro qualcosa o qualcuno, abbiamo preferito prima ritrovarci. Abbracciamo questo nuovo autunno con la consapevolezza che il nostro dovrà essere un fronteggiare comune alle intemperie e non una mera resistenza identitaria.