Acabnews Bologna

«La riforma dei licei ha colpito il nostro presente, quella universitaria rischia di abbattere il nostro futuro»

Comunicato dal Liceo Copernico Occupato

01 Dicembre 2010 - 14:38

Da anni il governo Berlusconi emana anti-riforme, come a noi piace definirle, che altro non fanno che distruggere l’intero mondo della formazione e non solo. In tempo di crisi, come quello che stiamo attraversando, siamo di fronte ad un attacco sconsiderato da parte delle istituzioni più o meno democratiche.
Martedì 30 novembre è stato approvato alla camera il Ddl Gelmini sulle università, nient’altro che l’ennesimo colpo inferto al mondo della formazione. A partire dalla finanziaria del 2008 firmata Giulio Tremonti, ha avuto inizio un processo di privatizzazione e precarizzazione dell’istruzione italiana. Quello che il ministro Gelmini chiama “piano di razionalizzazione” altro non è che la conseguenza naturale dell’assenza di fondi ( meno 8 miliardi dal 2008). La riforma dei licei ha colpito il nostro presente, eliminando sperimentazioni validissime come quelle del Liceo Copernico; ora la riforma universitaria rischia di abbattere un futuro che già è precario per tutti e tutte noi. I tagli del 90% alle borse di studio, l’introduzione del prestito d’onore che non è altro che un ricatto padronale, e il blocco delle assunzioni per i ricercatori compromettono seriamente la riuscita di un percorso che gli studenti e le studentesse di questa scuola hanno intenzione di intra prendere

Quello che noi chiediamo è molto semplice:
– Che vengano restituiti gli 8 miliardi che la finanziaria del 2008 del ministro Tremonti strappò all’istruzione pubblica
– Un nuovo piano di assunzioni per tutt* quei lavoratori e quelle lavoratrici che sono ad oggi “precari/e”.
– Corsi di integrazione reale (che le istituzioni riconoscano e premino, ad esempio con crediti formativi) all’interno delle scuole e delle città per i cittadini stranieri
– Reddito minimo garantito per tutt*, individuale e sganciato dalle disastrose condizioni lavorative. Che sia un valido ammortizzatore sociale per tutte le figure senza garanzie in questo paese.
– La rivalorizzazione della scuola e dell’università all’interno della società e con essa, una rinascita di quegli spazi intesi non solo come luoghi di formazione culturale e didattica, ma soprattutto come luoghi di autoriforma, di crescita libera, aperti alla cittadinanza durante tutta la giornata Chiediamo dunque la possibilità di avere un futuro dignitoso ed un’esistenza che non sia stravolta dalla precarietà che altro non è che la schiavitù del ventunesimo secolo.
Chiediamo che questa crisi economica non gravi sulle spalle delle fasce sociali più deboli, ma sia pagata dal sistema economico e politico che questa crisi l’ha creata.
E pensiamo infine, che sia giunto il momento di agire, sia giunto il momento di premere sull’ acceleratore per chiedere diritti fondamentali come il diritto allo studio, e crediamo sia in questo momento di instabilità politica e sociale che il popolo studentesco, unito con tutt* coloro che ancora credono che le cose possano cambiare, debba diventare il motore di una lotta che può e deve portare alla vittoria.
Gli studenti e le studentesse non rimarranno dunque impassibili difronte all’ultimo attacco perpetrato dalla classe politica nei confronti del popolo che dovrebbero rappresentare;
per questo noi abbiamo intenzione di intraprendere un percorso di lotte che risulti significativo ed efficace, abbiamo intenzione di bloccare ciò che è quotidianamente rallentato dal governo per prendere parola ed essere ascoltati.
Il significato è chiaro: Noi la crisi non la paghiamo, dovrete fare i conti con noi!
Riguardo alle dinamiche di blocco, pensiamo non ci sia più nulla da aggiungere, i recenti fatti europei, dalle lotte francesi che in molti considerano un fallimento politico e che invece hanno ridato al mondo la consapevolezza che l’unità dei popoli in rivolta può risultare un fattore determinante, all’Inghilterra, senza dimenticare la grande lotta Greca, insegnano che di fronte alla violenza istituzionale regolata e legittimata da leggi pseudo-democratiche, la nostra risposta deve essere interferenza e decisione, illegale per i loro schemi, ma legittima ed anzi doverosa agli occhi di coloro che credono ancora in un mondo giusto.
Ad ogni modo, lo cantavano 30 anni fa i combattenti europei e lo canteremo ancora oggi: continuons le combat! La lotta non si ferma. Il Liceo Copernico resiste occupato.

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