Il Comune di Bologna decide multe più salate per chi elemosina e chi lava i vetri ai semafori. La risposta di Piazza Grande.
La consueta stretta pre-elettorale sulla sicurezza è arrivata puntuale anche stavolta, forse un po’ meno attesa data l’estraneità del Commissario prefettizio alla competizione elettorale.
Sta di fatto che a Bologna si torna a parlare di multe a chi mangia all’aperto, a chi chiede l’elemosina, ai lavavetri e addirittura, questa è una novità, anche ai proprietari di stabili abbandonati che non si curano di impedire l’accesso alle persone in cerca di un riparo di fortuna. A questo elenco si aggiungono i cavalli di battaglia delle ultime giunte bolognesi: le multe ai graffitari e ai locali rumorosi.
Lo scopo sbandierato da questi provvedimenti è far crescere il decoro della città. Se si rilegge l’elenco delle inibizioni non si può che arrivare a una conclusione logica: a essere indecorosa oggi è soprattutto la povertà.
Si potrebbe obbiettare che impegnarsi contro il degrado urbano non implica la dismissione di altre forme di tutela di beni comuni, come le misure di welfare che invece sono, almeno in teoria, volte a migliorare le condizioni di vita anche delle persone in stato di povertà.
Il problema che vorremmo porre, però, è culturale. Le multe di cui si parla erano già previste dal regolamento esistente, ma si è sentito il bisogno di appesantirle e di renderle più punitive: ma per una persona che vive in strada essere multato di 50 euro o di 500 perché chiede l’elemosina o lava il vetro di una macchina non fa molta differenza: sarebbe comunque una cifra di cui non dispone. Quel debito, tuttavia, andrebbe a pesare ancora di più sulla sua già difficile condizione. Quella cifra nel tempo si moltiplicherebbe e nel malcapitato giorno in cui la persona dovesse riuscire a trovare un lavoro, a riottenere una residenza anagrafica e ad uscire dalla propria situazione di difficoltà si troverebbe a dover pagare una cifra molto grande.
Allora qual è il senso di questi provvedimenti se non quello di andare contro persone già deboli e di creare un effetto “annuncio”? Forse dà un certo di sicurezza sapere che chi sporca o importuna gli automobilisti armato di spazzolone rischia di più, ma senza dubbio contribuisce ad alimentare quell’atteggiamento diffuso di diffidenza e timore verso chi non può nascondere il proprio disagio. Quello stesso atteggiamento di diffidenza che si condanna unanimemente con tante belle parole quando la povertà miete vittime in strada.
Associazione Amici di Piazza Grande Onlus