Contro i tagli del Ministro Gelmini

I precari della scuola: "Uniamo le forze per la mobilitazione permanente"

Si è tenuta a Vag61 la seconda assemblea del Coordinamento precari della Scuola di Bologna. Una paiattaforma comune per sostenere la lotta per tutto l’anno scolastico. Al primo punto il ritiro della Legge Aprea. Si batteranno per la difesa degli organici, le assunzioni a copertura dei posti disponibili e vacanti, la tutela della sicurezza e dell’igiene negli istituti scolastici.

9 settembre 2009

Si è tenuto questo pomeriggio a Vag61 il secondo incontro del nodo bolognese del Coordinamento Precari della Scuola. All’assemblea hanno partecipato un’ottantina di insegnanti. E partiamo da qui, dal fatto che i lavoratori precari (e l’hanno affermato in diversi interventi) si sentono insegnanti a tutti gli effetti e non supplenti, questo, in primo luogo, per ribadire che con i tagli della Gelmini sul personale si produrrà una riduzione di posti e, di conseguenza, l’offerta formativa diminuirà la sua qualità.
Il secondo aspetto, altrettanto importante, è che l’attacco indiscriminato del governo Berlusconi alla scuola pubblica ha frustrato le legittime aspirazioni occupazionali di migliaia di insegnanti e personale ATA, ormai tra questi giovani (e meno giovani) si è fatta largo la consapevolezza che nei prossimi anni, se passa la “Riforma”, i tagli saranno maggiori e colpiranno tutto il precariato dell’Istruzione Statale.
Un altro aspetto che è uscito da diversi interventi è l’affermazione di autonomia del Coordinamento: “non vogliamo diventare il sindacato dei precari” è stato sostenuto, “abbiamo deciso di unire le forze per organizzare una mobilitazione permanente per tutto l’anno scolastico”.
Gli obiettivi di questo neonato movimento di lotta si ritrovano nella piattaforma della Rete Nazionale dei Precari della Scuola che vede al primo punto la richiesta di ritiro della Legge Aprea, vista come il tentativo di trasformare la scuola pubblica in azienda. Le nuove norme infatti modificano i consigli dei docenti e li fanno diventare consigli di amministrazione. I precari perdono il posto di lavoro e vengono iscritti in un registro e, a seconda delle esigenze degli istituti, vengono chiamati con lo stesso criterio dei lavoratori dei call-center. Altri elementi importanti della vertenza sono la “difesa degli organici e il mantenimento dei posti numericamente necessari ad un normale e qualificato funzionamento della scuola”, la “tutela delle norme che garantiscono la sicurezza negli edifici scolastici”, la “assunzione a tempo indeterminato per la copertura di tutti i posti disponibili e vacanti, oggi assegnati con forme contrattuali precarie”.
L’importanza del tema della sicurezza è stato sottolineato da diverse insegnanti che hanno denunciato come molte scuole, attualmente, accolgano un numero di alunni superiore a quello previsto dalle norme rispetto agli indici igienici e di funzionalità didattica.
Nel territorio bolognese i tagli non sono stati così evidenti come in altre città, ma comunque, di fronte all’aumento del numero degli studenti di 3.000 unità, c’è una diminuzione di 520 posti di lavoro che ha prodotto subito la disoccupazione di 220 insegnanti. Nella scuola primaria, a fronte di 57 classi in più di tempo pieno, ci sono 93 insegnanti in meno. Alle medie 31 classi sono state sdoppiate, non ci sono docenti per le ore alternative a chi non vuole fare religione. Mancano all’appello 70 insegnanti di inglese, non si sa ancora con quale personale verrà tenuta aperta la scuola dentro il carcere della Dozza. Sono 50 le classi tagliate alle superiori rispetto allo scorso anno, in attesa della “cura” che uscirà dai nuovi ordinamenti.
Altra questione uscita con forza è stata la disponibilità di diversi insegnanti in ruolo delle medie ad accettare ore eccedenti all’orario di 18 ore: in questo modo alcune direzioni scolastiche hanno messo in piedi delle sezioni in maniera raffazzonata. L’appello che è uscito dall’assemblea ai “colleghi ingenui” è il seguente: “Non accettate ore eccedenti, state togliendo lavoro ai precari ed aggravate l’instabilità delle classi”.
Alla fine dell’assemblea è stato stilato un calendario di appuntamenti di lotta e di informazione: sono previsti volantinaggi alle nuove convocazioni per la scuola primaria (il 10 settembre all’Istituto Belluzzi) e per la secondaria (l’11 settembre al Luxemburg). Il 14 settembre si terrà, alle 10, un sit-in davanti all’Ufficio Scolastico Provinciale, che verrà replicato il giorno seguente alle 17, sempre davanti alla stessa sede. Per il 15 settembre, per il primo giorno di scuola, al mattino, ci sarà un volantinaggio davanti alle Manzolini, infatti in quella scuola l’inaugurazione dell’anno scolastico sarà tenuta dal sindaco Delbono.
Il giorno 18, i precari parteciparanno al corteo organizzato dall’Assemblea degli insegnanti e dei genitori dell scuole di Bologna, il 23 settembre alla manifestazione nazionale della Rete precaria.