Le motivazioni della sentenza di scarcerazione

I magistrati: "Onda teppista", ma le accuse non reggono

Ripubblichiamo da Infoaut l'analisi delle motivazioni che hanno seguito la scarcerazione degli attivisti dell'Onda Anomala arrestati il sei luglio scorso. Per i magistrati le accuse del pm Sparagna non sussistono, ed è in discussione l'impianto stesso di "Rewind", l'operazione che aveva portato agli arresti. Se non è terrorismo, per i giudici, è teppismo.

31 luglio 2009 - Infoaut

 

L'Onda "colleziona" appellativi, dopo il "guerrigliero" appiccicato da Brunetta, il "paramilitare" affibbiato da Caselli, ora il tribunale del riesame di Torino si prodiga per allungare la lista: "teppista". Tanta attenzione ed enfatizzazione che, dal punto di vista del movimento, è non intellegibile nella sola povertà e teatralità dell'etichettatura, ma piuttosto nella capacità dell'Onda di raccogliere i risultati di un percorso importante iniziato lo scorso ottobre, nella giustezza politica dell'indirizzo preso (verso un caldo autunno 2009!), che ha avuto una sua centrale tappa nella costruzione dell'opposizione al G8 University Summit di Torino, nella giornata dell'"Onda perfetta" del 19 maggio scorso.Ieri (29 luglio, ndr) il tribunale del riesame di Torino ha depositato le attese motivazioni per le scarcerazioni ottenute per i 21 studenti e studentesse dell'Onda Anomala in seguito al "compimento" dell'operazione Rewind. I magistrati Pier Giorgio Balestretti, Daniela Rispoli e Massimo Scarabello hanno quindi snocciolato in 9 pagine i perchè delle attenuazioni delle misure di controllo nei confronti degli arrestati di Torino, Padova, Napoli e Bologna.

Onda teppista "I 18 dell'Onda, teppisti con metodi da guerriglia" così titola, a caratteri cubitali, la pagina della cronaca cittadina de La Stampa. Molto spazio la notizia la trova anche in tutti gli altri quotidiani locali, un festival dei titolisti. La maschera del teppismo, in un'operazione Rewind costruita nella cifra della sua mediaticità, per compattare i cocci e per preservare la presentabilità di un teorema Sparagna fracassatosi contro la realtà. Infatti, tolta la velina del teppismo giustificatorio degli arresti, quel che segue è  tutta un'evidenziazione delle falle giuridiche e della natura edilizia di Rewind: "Non si può non tener conto dello stato di incensuratezza di quasi tutti i pervenuti, dell'assenza di precedenti carcerazioni, della relativa giovane età, e del periodo di detenzione seppur breve sofferto che ha indubbiamente contribuito a far prendere loro coscienza dell'estrema gravità delle loro condotte e consapevolezza delle conseguenze penali. Deve essere condivisa la conclusione del gip sulla sussistenza per tutti i ricorrenti del pericolo di reiterazione di reati della medesima specie". Molto di quello che l'Onda ha denunciato, per le strade in piazza nei rettorati, in 2 settimane di mobilitazione contro gli arresti è stato ripreso dai giudici, arresti inaccettabili ancor più nella misura in cui sono stati propinati. Il resto, prevenzione e deterrenza, anche nella contraddizione espressa (il carcere li avrebbe ricondotti su una via salvifica ma permane il pericolo di reiterazione!), trova il tempo che trova, magari lo spazio, ora che son tutti fuori dal carcere, per una risata. Non hanno niente in mano sul piano penale e fattuale, e continuano a cercare di spacciare per reati gravi le accuse di resistenza e lesioni!

"Chiaccere e distintivo" Ma il nodo che è assolutamente più centrale e interessante da cogliere è tutto politico, anzi, sta nella politicità che è stata innervata dalla magistratura all'operazione Rewind. Un attacco repressivo contro l'Onda che, come fatto il 19 maggio in piazza ha Torino, si è difesa, ha contrattaccato e fatto crollare il teorema Sparagna, ordito da "sua maestà democrazia e antimafia" procurator Caselli. Il tribunale del riesame infatti scrive che non vuole farsi condizionare da "suggestioni indirettamente o direttamente di tipo ideologico", che non tocca a lui "valutare gli scopi della manifestazione e della natura dei movimenti protagonisti", osservando che "le generalizzazioni sono in ogni caso controproducenti, in qualunque direzione interpretativa ci si voglia muovere". Un boccone amaro da mandare giù dal pm Sparagna, anche la magistratura ha smontato la sua costruzione teorematica, accorgendosi della valenza politica che è stata data ai 21 arresti dell'Onda. Povero Sparagna, peggio di così! Il suo teorema crollato, gli studenti tutti liberati dal carcere e, oggi, la tirata di orecchie da parte del tribunale del riesame! L'Onda aveva ragione, i discorsi sincopati e preveggenti del pm erano deliri! Infine, non poco spazio l'han trovato, nella ciclica doverosità di lisciamento pelo del corpo armato dello Stato, i vezzi e le moine dei giudici verso le forze dell'ordine in piazza il 19 maggio, dove si è dato un conflitto "scevro da peggiori conseguenze essenzialmente grazie all'estrema professionalità dimostrata dal personale di polizia e alla sua condotta esemplare". Usando poi, forse, la stessa categoria interpretativa anche per la piazza, sostenendo che la cronaca di Radio BlackOut avrebbe, per i manifestanti, "indubbiamente alimentato una visione enfatizzata delle proprie azioni, stimolandole". Indigenza umana di un ceppo giudiziario e poliziesco incapace di soppesare e comprendere i livelli su cui si danno i movimenti sociali (cosa che ci turba ben poco!), fiondati nella mania di protagonismo e auto-promozione che li vede comunemente eccitati nella prospettiva di sfondare porte all'alba con pistola e distintivo, per poi presentarsi sorridenti in conferenza stampa, magari con un caselliano apprendista stregone di turno affianco.

L'Onda ha vinto anche questa battaglia, distrutto il teorema Sparagna, liberati i compagni e le compagne dalle galere, ora si prepara alla mobilitazione che viene; è ben poca roba (sopratutto per i guardiani dell'ordine, s'intende) un'estate con 2 compagni ai domiciliari, 3 con l'obbligo di dimora e 14 con l'obbligo di firma: l'Onda preferisce surfare d'autunno, you are loser.

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